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lunedì 20 novembre 2023

Un’avventura particolare con anime belle.

Un’avventura particolare con anime belle.

 

Per un incontro particolare con anime belle non poteva esserci scenario migliore, e quello offerto dalla Val di Gleris, l’anfiteatro naturale con le affascinanti guglie dolomitiche, sì proprio il luogo dove svettano le montagne disegnate dai bimbi. La temperatura è  decisamente polare, e lo spirito vaga per boschi e mughi, alla ricerca di un sentiero che svanisce subito poco dopo che è spuntato. Giochiamo, costruendo ometti e legando lacci rossi ai mughi, per poi scoprire che gli stessi ometti (messi in precedenza da altri) ci fuorviano, portandoci in altre vie, altri luoghi, altri mondi.
Ci avventuriamo tra i fitti mughi, passando sotto gli arbusti spogliati dalle foglie e una volta scoperta la via ci caliamo arditamente sul greto di un altro canalone errato, adoperando i bracci che sbucano dalla vegetazione come funi.
Finalmente troviamo il masso, sì, l’ometto sincero, seguiamo la traccia che si mantiene ripida su un canalino e che dà il piacere di accarezzare la roccia con le mani. Odo nel silenzio le imprecazioni mentali di Federica dirette al sottoscritto, mentre Cristina, dotata di santa pazienza e profondità, si concede alla contemplazione del paesaggio con serafici sorrisi. Saliamo stavolta per ripidi tratti erbosi, siamo quasi in cresta e poco dopo in vista della cima, ultimi passi verso uno sparuto mucchietto di sassi. Fatta! Tra i sassi dell’ometto ritrovo il libricino di vetta iniziato il maggio dell’anno precedente, da allora la selvaggia signora ha ospitato solo tre viandanti, è proprio una sommità per veri spiriti liberi. Lo scenario che offre la visuale strabiliane e il freddo è tanto pungente. le signore sono premurose con il sottoscritto offrendomi del buon the caldo, ma non basta nessuna cura contro questo gelido freddo. Permaniamo in vetta finché la resistenza lo consente, a causa del gelo la tecnologia della mia reflex ha dato forfeit, decidiamo di abbandonare la cima. Scendendo di quota la temperatura risale rapidamente, il sangue ricomincia a scorrere caldo e fluente nelle vene e le articolazioni ne beneficiano. Ci fermiamo di tanto in tanto a goderci i rari sprazzi di sole che stimolano la conversazione esistenzialista. Intervallo il tranquillo cammino con ben quattro scivolate sui ripidi prati erbosi e canaloni, degne di un bobbista. Raggiunta la base del canale riprendiamo la vecchia traccia, poco prima di un ometto (da noi eretto in mattinata in onore di Artemide) ci concediamo un autoscatto con i corpi presi di spalle e i volti rivolti alla nostra solitaria cima. Rientriamo nel bosco e infine in auto. Prima di partire diamo un ultimo sguardo a questo meraviglioso mondo che in una precedente avventura ho descritto così <<“mi fermo un attimo ad ammirare le Crete di Gleris, che si innalzano al cielo come pinnacoli. È impossibile resistere all’incantesimo. Se chiedete ad un bimbo di disegnare le montagne, in qualsiasi parte del mondo, egli le illustrerà come una serie di punte, poste in fondo ad una valle di abeti. Credetemi, tutti i bambini del mondo, inconsciamente disegnano la “Valle di Gleris”, e io, oggi, sono ritornato bimbo e ho ritrovato il mio disegno dell’infanzia perduta, riconoscendolo tra mille, e in esso vado a perdermi”>>.
Malfa.































 

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