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martedì 9 giugno 2015

Monte Rombon 2207 m. Da Bovec (Plezzo) Slovenia.

La vetta del Rombon visto dalle sella presso  Cukla.


Monte Rombon 2207 M. Da Bovec (Plezzo) Slovenia.

Note tecniche.

Avvicinamento: Da Cividale valicare il confine per la Slovenia, Kobarid (Caporetto) Bovec (Plezzo) dal centro dell’abitato seguire le indicazioni per Zavrzelno.

Punto di Partenza: Zavrzelno, quota 700 m. Longitudine: 46,3443 ° N / 13,5397 ° E

Tempi di marcia escludendo le soste: 7 ore trenta ore complessive (5 in salita).

Dislivello complessivo in salita: 1524

Distanza percorsa in Km: 15,1

Quota minima partenza: 700 m.

Quota massima raggiunta: 1507 m.

Tempo: Giornata calda e assolata.

Segnavia: Sloveni. Segni rossi, e bolli bianchi con cerchi rossi

Fonti d’acqua: Nessuna.

Periodo consigliato: Per la notevole esposizione a sud, si consiglia da settembre a ottobre.

Difficoltà: Escursionisti Esperti

Attrezzature: (escursionismo estivo) + caschetto.

Cartografia consigliata. Tabacco 019- Julijske Alpe, Alpi Giulie –Parco del Triglav 1:50 000;

Fronte Isontino: Dal Rombon al Colle di Mengore.Carta storico –turistica 1:50 000; Alpi Giulie - West 1: 50.000

Data: 06 GIUGNO 2015.

Condizioni del sentiero: Ottimamente segnato da segnavia sloveni, mulattiera fino al Colle di CuKla, dopo prosegue su sentiero fino alla cima, a quota 1993 un passaggio di 1° grado (5 m.)

Il monte Rombon visto dalla Piana di Bovec


Relazione;

Le recenti letture sulla Grande Guerra, mi hanno portato a esplorare i meravigliosi monti intorno alle località di Kobarid (Caporetto) e Bovec (Plezzo). L’escursione sul Rombon non nasce per caso. Monte storico quanto il Monte nero (Krn) per i numerosi episodi di eroismo delle fazioni in lotta, che si affrontarono nel penultimo conflitto mondiale, e per la sua forma particolare che notai durante un’escursione in Slovenia. Approfittando della bellissima giornata, sono partito prestissimo dalla “Destra Tagliamento”. All’alba dopo aver costeggiato il Soca (Isonzo) giungo con l’auto a Bovec. Dalla piazza della località turistica giro a sinistra costeggiando sulla destra una chiesa, proseguo a destra per la località Pluzna (Plusna) e dopo circa un chilometro giro sempre a destra imboccando la strada forestale che porta alla località Zavrzelno. Dopo una serie di tornanti al primo bivio procedo a destra, supero il cartello con la scritta Brin e giro a sinistra, finché finisce il tratto asfaltato. Guadato un impluvio, a destra trovo un piccolo spazio dove posteggiare, quota 700 m. Zaino in spalle e sogni al seguito, imbocco il viottolo che inizia subito dopo una fontana abbeveratoio (scritta Rombon su un masso). il sentiero parte subito ripido, risalendo il versante sud–occidentale attraverso un macereto con grossi sassi all’inizio e di seguito ghiaie; superato questo tratto malagevole il percorso assume la fisionomia di una mulattiera scavata nella roccia rivestita da rado boschetto. Con una serie di serpentine risalgo il costone roccioso fino a raggiungere un pulpito panoramico (quota 900 m). Continuo a salire il costone con pendenza moderata, superando con prudenza un’ampia e inclinata placca rocciosa. Il sentiero successivo è una mulattiera che s’inoltra nel bosco. Raggiunta la quota di 1140 metri circa, i segni sono radi e rischio di perdermi. Osservo l’azzurro che viene fuori dalle fronde degli alberi, percepisco che sono vicino al margine di un pendio erboso, lo risalgo e mi ritrovo nell’ampia conca dove è posta la Planine Goricica (ex malga ora adibita a casera da caccia). Breve sosta davanti la capanna, dalla partenza è trascorsa un‘ora e mezza. Riprendo il cammino verso il Rombon proseguendo a destra, direzione sud-est seguendo una debole traccia nel manto erboso fino a risalire sull’ampia conca prativa (quota 1350) sovrastata dal bastione sud-occidentale del Cucla(Cukla). Tralascio un attimo la traccia a sinistra che continua per il Rombon, seguo la traccia che porta al prato antistante, sulla destra noto un piccolo tabernacolo con incisi i nomi dei tre reparti alpini che si avvicendarono nella zona, dietro di esso ruderi. Davanti al tabernacolo tra i prati si notano i resti di un cimitero militare e delle incisioni su dei massi, un piccolo sentiero prosegue lungo il lato meridionale del monte verso altri manufatti militari del settore italiano. Ritorno indietro sulla traccia che prosegue verso il Rombon. Il sentiero prosegue brevemente nel boschetto per uscire nell’ampio prato occidentale, la mulattiera risale tra baraccamenti e caverne utilizzati, fino a superare uno sperone attrezzato per la teleferica. Mi ritrovo alla base del colle del Cukla dove supero altri manufatti e grotte artificiali, fino a sfiorare la soglia di un’ampia dolina, adibita a fortificazione militare (un’ora dalla Planine Goricica).  Sulla destra una piccola traccia segnata porta alla cima del colle di Cukla, decido di visitarla al ritorno. Il percorso attraversa il versante destro dell’ampia cavità carsica, dove noto le caverne scavate sulla roccia e adibite ad alloggio, alcune di esse portano inciso il nome del reparto. Superate quest’ultime asperità carsiche mi porto alla base del sovrastante Rombon, attraversando a nord un macereto, tra grandi massi e ghiaie, lambendo le verticali pareti dove si aprono spelonche naturali. Con enorme sorpresa vedo scendere nella mia direzione un’escursionista slovena, vola sulle ghiaie, l’avevo incrociata con l’auto poco prima della partenza, ora me la ritrovo di ritorno dalla cima. Avevo sentito che le slovene sono bioniche, ma questa le supera tutte. Si ferma, mi saluta, e mi indica una marmotta tra i massi. Le faccio un cenno di consenso, rimanendo stupito dalla semplicità. Riprendo il cammino. Dopo un centinaio di metri il sentiero svolta a destra risalendo un ripido canalone, inizialmente tra ghiaie e poi roccette e balze erbose (con un paio di passaggi dove bisogna usare anche le mani). Alla fine del canalone arrivo alla piccola (quota 1993), dove il sentiero si biforca con l’altro che sale dal forte di Kluze. Proseguo per la vetta superando un piccolo salto di 5 metri, prima costeggiando il dirupo verso occidente fino a risalire la linea di cresta. Con leggera pendenza il rimonto trasversalmente a oriente l’inclinato pendio meridionale del Rombon, superando le rovine di un baraccamento austro-ungarico. Percorro le ultime centinaia di metri di dislivello, incrociando il sentiero che proveniente da Sella Prevala. Ancora pochi metri tra roccette e raggiungo la cima, dove è posta una cassetta con libro di vetta (manca il timbro). Breve sosta a fotografare il sublime scenario circostante, bellissima giornata. (Le Giulie dominano il meraviglioso panorama). Un meritato pausa, su questa bellissima cima, un’emozione intensa, vivo questi attimi, cercando di memorizzarli fino all’ultimo secondo, mi mancheranno durante la settimana. Sul versante meridionale del massiccio del Canin, la neve è quasi scomparsa del tutto, inizio cammino del ritorno con calma e prudenza. Raggiunta la sella tra il Rombon e la cima del Cukla, avvisto cinque escursioniste slovene, naturalmente la situazione mi preoccupa e non poco. Comincio a pensare di essere morto, durante l’ascensione sarò caduto e ora non sono più sulla terra, ma in paradiso. Mi do un pizzicotto, mi faccio male, questo alla fine non scioglie i miei dubbi, non mi rimane che avvicinarmi e chiedere alle ragazze. Raggiunto il gruppo chiedo alle donzelle, con il mio inglese “made in Beatles”, se loro sono angeli? Mi rispondono, di no! Sono solo diavolesse. Ah, meno male, mi ero preoccupato!  Ridiamo, istaurando una breve conversazione, le fotografo per un amico scettico sulla fauna slovena, altra risata. Una di loro mi fa un segno, indicando alle mie spalle e mi dice: <<Guarda!>> senza girarmi intuisco che un grifone volteggiava alto nel cielo, istintivamente rispondo << È il mio amico, mi segue nelle mie avventure>> mi giro e costato che era effettivamente il grifone, che vegliava sullo spirito libero. Salutata l’allegra combriccola riprendevo il cammino. Raggiunta quota 1740 risalgo per il sentiero che porta in cima al colle di Cukla dove è posto un cippo commemorativo (ricostruito) dedicato agli alpini. Cassetta metallica con libro di vetta posta accanto ad un’epigrafe. Un ultimo sguardo al Rombon e alla piana di Bovec (Plezzo,). Rientro per sentiero d’andata, in meno di due ore arrivo all’auto. 

Il vostro “Forestiero Nomade”.

Malfa

 

 

Tratto iniziale del sentiero 


Bovec vista da quota 900

Placca inclinata.

 

P. S. Incontri piacevoli con escursionisti sloveni.


Planine Goricica

Cappella dedicata agli alpini, subito dopo la Planine Goricica.



Il monte Rombon visto da quota 1740, località Cukla.

Conformazioni carsiche presso Cukla.



Il canalone che porta in sella.


Sella che collega il sentiero che sale da nord con il sentiero proveniente da Kluze.


Pendio erboso sotto la cima.




Poco sotto la cima.




La cima.







Cippo commemorativo sul colle di Cukla.


                                                                 Monte Rombon 2207 M. Da Bovec (Plezzo) Slovenia.
Note tecniche.
Avvicinamento: Da Cividale valicare il confine per la Slovenia, Kobarid (Caporetto) Bovec (Plezzo) dal centro dell’abitato seguire le indicazioni per Zavrzelno.
Punto di Partenza : Zavrzelno, quota 700 m. Longitudine: 46,3443 ° N / 13,5397 ° E
Tempi di marcia escludendo le soste: 7 ore trenta ore complessive (5 in salita).
Dislivello complessivo in salita: 1524
Distanza percorsa in Km: 15,1
Quota minima partenza: 700 m.
Quota massima raggiunta: 1507 m.
Tempo: Giornata calda e assolata.
Segnavia: Sloveni. Segni rossi, e bolli bianchi con cerchi rossi
Fonti d’acqua: Nessuna.
Periodo consigliato: Per la notevole esposizione a sud, si consiglia da Settembre a Ottobre.
Difficoltà: Escursionisti Esperti
Attrezzature: (escursionismo estivo) + caschetto.
Cartografia consigliata. Tabacco 019- Julijske Alpe, Alpi Giulie –Parco del Triglav 1:50 000;
Fronte Isontino: Dal Rombon al Colle di Mengore.Carta storico –turistica 1:50 000; Alpi Giulie - West 1: 50.000
Data: 06 GIUGNO 2015.

Condizioni del sentiero: Ottimamente segnato da segnavia sloveni, mulattiera fino al Colle di CuKla, dopo prosegue su sentiero fino alla cima, a quota 1993 un passaggio di 1° grado (5 m.)
                                                            Il vostro “Forestiero Nomade”.

                                                                               Malfa

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