Cammino campestre.
Raggiunti i campi in basso, decido di tagliare per gli
stessi, con direzione sud, percorrendo una antica via di comunicazione che
parte dagli stavoli posti a nord della frazione di Tunulins. Il vagare è
brioso, confesso che percepisco un senso di felicità difficile da spiegare a
parole per quanto lo provi intensamente. Cammino e mi specchio nel cielo, mi
vedo: zaino in spalle, scarponi ai piedi, macchina fotografica al collo, mentre
amo tutto ciò che mi circonda. Mi emoziona tutto: i fiori, le foglie, anche
quelle d’ortica, guardo amorevolmente gli alberi e gli insetti… In ogni singolo
elemento che mi circonda trovo la perfezione della natura. La flora è un
caleidoscopio di segni ornati e colori ben abbinati. Il mondo è così
meraviglioso che ti fa apprezzare in pieno la vita, mi sento, anzi, sono
fortunato… Camminando continuo ad ammirare tutto, gli stavoli, i muri a secco,
le fronde degli arbusti che si stagliano nell’azzurro. Seguo l’antica via,
mantenendomi vicino al versante meridionale del Col Cuesterelde. Mi appaiono
dei piccoli stavoli, alcuni sono curati e abitati, mentre altri rapiti
dall’oblio del tempo. Lungo il cammino lambisco cappelle votive e croci in
metallo, che ricordano una fede che sa di pagana da quanto è ostentata in ogni
dove, e che non oso criticare, consapevole che una volta, questa povera gente,
aveva solo due compagni di vita, il lavoro e la fede.
Malfa
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