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venerdì 17 novembre 2023

Una breve e bucolica gita con uno spirito libero.

Una breve e bucolica gita con uno spirito libero.

Val Tramontina 16 novembre 2023.

 

Una mattina di un giorno novembrino, due amici e amanti delle montagne si incontrano, la meta sarà quella di vagare per un luogo circondato da monti. A questa descrizione risponde splendidamente la Val Tramontina. Da Sequals, luogo dell’appuntamento ci muoviamo in auto verso la valle citata, mirando alla cittadina di Meduno, posta di guardia alla valle che ospita il lago di Redona. Proprio all’imborgo del Lago di Redona, presso la diga, ci fermiamo un attimo a curiosare il noto antico ponte a più livelli. Proseguiamo, sempre in auto lungo la destra orografica del lago in direzione della frazione di Faidona, che in breve raggiungiamo e superiamo, lasciando l’auto alle spalle delle ultime abitazioni in uno spiazzo adibito per la sosta. La nostra meta è la meravigliosa frazione di Muinta, posta alla base delle pendici meridionale del monte Pinada. Pe giungere ad essa, bisogna spegnere l’auto, prendere lo zainetto e incamminarsi a nord, ed è quello che facciamo. Tra noi e la frazione di Muinta c’è un affascinate ostacolo, il bellissimo ponte sospeso. L’emozione di passare alti sulle smeraldine acque dei torrenti che affluiscono sul lago di Redona è unica. Io e Paolo camminiamo distanti, in modo da poter godere delle particolari vibrazioni che concede la struttura. Raggiunta la frazione di Muinta, dopo una breve scalinata, entriamo in questo fantasmagorico universo di piccoli Stavoli, remoti quanto la laboriosità della gente della valle. Giriamo tra essi come se fossimo all’interno di una galleria d’arte, godendo infinitamente della bellezza. Dopo il vario bighellonare e rimembrare ricordi, ci accomodiamo su due comode sedie, poste davanti all’uscio di uno stavolo, lo scopo è quello di godere del caldissimo sole novembrino. Dopo la breve visita a Muintà, si ritorna all’auto, e la direzione sarà Tramonti di Sopra, dove faremo una visita di cortesia nel luogo dove riposa per il lungo sonno eterno Vittorio Pradolin, il mio Maestro. Raggiunta la frazione, proprio accanto a una piazza adibita a posteggio, c’è l’abitazione di Rugo, il simpaticissimo montanaro, che ci riconosce e come segno di ospitalità, ci dona degli opuscoli sulle meraviglie della Val Tramontina. Instauriamo una breve conversazione, ricca di episodi autentici, tra cui la vera storia dell’Aquila del Frascola, di cui, molti in seguito si sono impossessati abusivamente dei meriti. Dopo  il congedo dal saggio amico, procediamo per il camposanto, per una breve e dovuta visita a Vittorio. Momento come sempre emozionante per il sottoscritto, Vittorio è sempre vivo, gli presento Paolo, e lo accarezzo, sfiorando la lapide. Rientrati a fondo valle, e visto l’orario ci fermiamo nell’unico locale che troviamo aperto per poter saziare la fame. L’ostello trattoria è proprio di fronte la diga. Vista la numerosa frequentazione di operai e camionisti, intuiamo che si mangia bene. L’attesa al tavolo è brevissima, e dopo alcuni minuti ci vengono servite delle meravigliose tagliatelle con sugo e salsicce, e naturalmente un ottimo vino rosso. Saziata la fame, e preso un caffè, non ci rimane che chiudere in bellezza la nostra giornata, quindi, sempre in auto, ci spostiamo sul versante opposto della valle, esattamente sul monte Ciaurlec. Da Meduno, con l’automezzo, risaliamo la stretta carreggiabile che ci conduce prima alla Forchia di Meduno, e successivamente tramite una deviazione, raggiungiamo la località di Cret da Freet, posta tra le pendici orientali del Monte Valinis e la piccola casera omonima. Proprio il luogo da dove si lanciano nel vuoto gli amanti del Parapendio. Il sito è magico, anche se dei nuvoloni a valle sembrano minacciare la quiete. Sostiamo, vaghiamo, assaporando la bellezza della montagna, che proprio in questa stagione mostra i colori più caldi. Paolo e io, stranamente oggi abbiamo indossato un giaccone rosso, come se ci fossimo messi d’accordo. Rosso è il colore della passione, del cuore, come i colori delle foglie dei faggi che abbandonano i rami. Rosso come l’aurora di un meraviglioso giorno e dello stesso anche il vespro. Dopo un’oretta di libero errare tra massi e osservare le altre cime da lontano, decidiamo di rientrare, prima a valle e di seguito nelle nostre abitazioni. È stata una serena giornata, dal sapore giovanile, come quando da fanciulli ci si dava appuntamento per esplorare avventurosamente il mondo circostante.

Malfa.





































 

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