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sabato 28 maggio 2022

Sentiero del Capriolo da Casasola.


Sentiero del Capriolo da Casasola.

Localizzazione:  Localizzazione: Prealpi Carniche- Catena Chiarescons - Cornaget- Resettum  -Dorsale Resettum- Raut-

 

Avvicinamento: Lestans- Meduno- Navarons- ampio spiazzo ( presso deviazione per Casasola) presso fermata autobus di linea sulla strada che collega Navarons a Poffabro.

 

Regione: Friuli- Venezia Giulia

 

Provincia di: PN

.

Dislivello: 500 m.

 

Dislivello complessivo: 500 m.


Distanza percorsa in Km: 12


Quota minima partenza: m. 370 m.

 

Quota massima raggiunta: 640 m.

 

Tempi di percorrenza escluse le soste: 4 ore

In: coppia

 

Tipologia Escursione: storico-naturalistico

 

Difficoltà: escursionistiche

 

Tipologia sentiero o cammino: sentiero- carrarecce-stradine del borgo-

 

 

Ferrata-

 

Segnavia: CAI 899

 

Fonti d’acqua: si

 

Impegno fisico: medio

Preparazione tecnica: bassa

Attrezzature: no

 

Croce di vetta: no

Ometto di vetta: no

Libro di vetta: no

Timbro di vetta: no

Riferimenti:

1)               Cartografici: IGM Friuli – Tabacco
2) Bibliografici:
3) Internet: 

2)               Periodo consigliato:  

3)                

4)               Da evitare da farsi in:

Condizioni del sentiero:


Consigliati:

Data: domenica 17 aprile 2022

Il “Forestiero Nomade”

Malfa

Il Sentiero del Capriolo, presumo, tra il serio e il faceto , che prenda questa denominazione per la frequenza costante del luogo da parte degli ungulati. Infatti, la mattina stessa dell’escursione, all’incirca mezzora dall’inizio del cammino, ne abbiamo avvistato uno che si dileguava nel bosco. Traggo le seguenti conclusioni: sicuramente trattasi di un remoto itinerario di animali selvatici, che di seguito i cacciatori e gli stessi viandanti hanno adottato per le proprie necessità.

Durante le precedenti escursioni  in prossimità di Casasola avevo notato un cartello esplicativo, posto ai margini della strada  che collega Navarons a Poffabro, e successivamente, incuriosito dal tracciato, ho studiato il territorio collinare dall’alto delle cime adiacenti. Da una prima osservazione ho appurato che si tratta di un ambiente fittamente boscoso, e che racchiude al suo interno la frazione di Frisanco, quindi, non rimane che constatare di persona, e precisamente il 17 aprile 2022, esattamente la Domenica di Pasqua.

Il giorno della Resurrezione, Giovanna e io, giungiamo presso Casasola, dove lasciamo l’auto nello spiazzo adiacente la strada provinciale, proprio accanto a una pensilina adibita per riparare gli omini in attesa del mezzo pubblico. Zaino in spalle e sogni al seguito, iniziamo l’avventura, procedendo verso un tornante a occidente, fino a intravedere il cartello che ci indica  l’inizio del sentiero. Dopo pochi metri tramite un provvidenziale ponticello guadiamo il torrente Mule, iniziando l’avventura propriamente detta. Molteplici sentieri si diramano oltre il rugo, noi  disegniamo un anello che  in senso orario ci riporterà al punto di partenza.

Seguendo i remoti  e ancora persistenti tracciati dell’uomo, transitiamo per le stalle del Gore e del Prat, risalendo un ripido  e boscoso crinale, che ci incanta per le abnormi dimensioni di alcuni castagni. Ogni rudere che incontriamo è vissuto come una reliquia, e la stessa ammirazione la dedichiamo alle numerose fioriture che annunciano una lussureggiante primavera. Raggiunta la cresta ne percorriamo il filo seguendo una marcata traccia, fino a raggiungere la deliziosa e bucolica pieve della Madonna della Stangada, un’autentica e commovente sorpresa. L’edificio sacro abbinato al meraviglioso paesaggio è un autentico dipinto, che richiama allo sguardo un romanticismo di sapore ottocentesco. La meravigliosa giornata festiva si illumina di magia e potrebbe dirsi completata per la gioia che ci ha trasmesso, ma noi continuiamo. Dopo la doverosa visita al luogo di culto, proseguiamo per la cresta dove raggiungiamo la quota più alta denominata La De Pins. Breve sosta, per poi proseguire per il seguente e selvaggio colle di Somp li Albis. Dopo aver effettuato una breve visita di cortesia al colle decidiamo di consumare il nostro pranzo pasquale ( a sacco) nei prati sottostanti. La sosta è benefica, distesi all’ombra di un acero, come in un noto dipinto impressionista, consumiamo il nostro pasto, saziando la fame, e con lo sguardo assorto dalle poderose pareti verticali della cresta del Monte Raut. Una pausa davvero magnifica, dove il contatto diretto con l’erba del prato aggiunge magia a una splendida giornata da incorniciare. Ripreso il cammino, ci avviamo verso la sottostante frazione di Frisanco. L’ affascinante borgo per via della sua originale architettura è uno dei gioielli della Val Colvera. È gradevole transitare per i vicoli con le macchine fotografiche alla mano, per ammirare a bocca aperta,  il tessuto urbano e anche i naif arredi esterni, dove il moderno si mescia con il passato. Da una vetusta e ancora operante fontana, atta anche a lavatoio, diparte il sentiero che ci riconduce al punto di partenza dell’escursione, proprio a pochi metri dal ponticello guadato in mattinata. Oltrepassato quest’ultimo siamo sulla strada asfaltata che ci conduce all’auto. Così ha termine una Pasqua all’insegna della natura e della pace e dell’amore.

Il Forestiero Nomade.

Malfa.