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sabato 3 dicembre 2022

Monte Cretò: parte prima

Giungo nella Val Tramontina trovando il paesaggio ricoperto di Brina, superato il paesino di Tramonti di Sopra, sosto dirimpetto la casera Son Cleva. La temperatura all’esterno è sotto lo zero, mi copro bene e attrezzandomi parto con al seguito l’instancabile Magritte.

L’inizio sentiero è posto poco più avanti, in direzione del passo di monte Rest. Sul cartello CAI leggo che per compiere l’anello ci vogliono quattro ore, naturalmente in condizioni meteo eccellenti. Inizio a percorrere il sentiero in direzione nord, dai primi passi intuisco che è una via antica, il classico vecchio “Troi”. I gradoni scolpiti nella roccia, i tornanti, le immagini sacre poste presso i pulpiti panoramici testimoniano l’arcaica presenza dell’uomo.

I primi raggi di sole illuminano la mulattiera e contemporaneamente mi scaldano il cuore, donandomi una sensazione di felicità. Percorro il troi fermandomi spesso per poter ammirare i doni della natura: le sculture di ghiaccio e lo scorrere dell’acqua nel torrente. Raggiungo un muro a secco e tra gli alberi spogli intravedo un edificio, esco momentaneamente dal sentiero per visitarlo, si tratta della stalla Mattàn di Mezzo, giro intorno a essa per poi fermarmi davanti all’uscio.

Inizio a sentire caldo, mi alleggerisco del giaccone e del berretto di lana e riprendo il cammino. Continuo a percorrere il versante meridionale del monte, la temperatura sale e l’azzurro del cielo è un invito alla gioia. La direzione del cammino è sempre rivolta a oriente, scorgo le cime del monte Rest e del Valcalda innevate nelle quote più alte.

Calpesto la prima neve dove rinvengo le impronte dell’amico Luca che mi ha preceduto di un paio di giorni. Ripercorrere le impronte sulla neve mi da sicurezza, le osservo e da esse traggo informazioni, comprendo dalla dimensione dell’orma la misura della pianta del piede (quelle di Luca sono più grandi delle mie) e dalla direzione su entrambi i sensi di marcia, che è rientrato a valle per lo stesso sentiero.

Inizio a vedere la cresta del monte, il sentiero si inerpica bruscamente, percorro le strette rampe esposte in alcuni tratti. Una lunga diagonale mi accompagna sui prati sommitali totalmente ricoperti di neve.

Il sentiero ufficiale prosegue a settentrione, lo abbandono provvisoriamente perché attratto dal dolce pendio alla mia sinistra, non resisto al richiamo e in breve raggiungo la cresta e danzando su di essa mi spingo a occidente.

A meridione ammiro la Val Tramontina, mentre il crinale, si spinge alle pendici del monte Roppa Buffon, imbiancato e candido come un pandoro. Vorrei condividere con il mondo intero questi attimi, scorrazzare sulla cresta innevata è sublime, è come vivere un sogno. La felicità espressa da Magritte è paragonabile alla mia. Raggiungo un pulpito panoramico, che scoprirò dopo non essere il punto più alto dell’escursione, ma il più completo. Ho lasciato Magritte presso un faggio, ammiro il paesaggio rilassandomi nella contemplazione.

Durante l’ascesa pensavo di rientrare per lo stesso sentiero, la bella giornata, l’ora non tarda e l’euforia mi consigliano di compiere l’anello completo.

Ritorno indietro e a ritroso ripercorrendo le orme di Luca, seguo la sua scia nella neve abbassandomi a settentrione, in breve raggiungo il sentiero ufficiale CAI dove scorgo altre impronte, forse una comitiva.

Proseguo a occidente, percorrendo il lato oscuro del monte, mi trovo a ridosso di un canale, naturalmente la neve inganna e copre tutto. seguo i segni dipinti sulle cortecce dei faggi, raggiungo i ruderi degli stavoli di Zouf, una cassa priva di coperchio e svuotata del tesoro è posta all’esterno di quello che fu l’uscio dell’abitazione. Non ho tempo per visionare il tesoro trafugato, immagino che la cassa sia caduta da un carro fantasma, nell’urtare il suolo si è aperta liberando gli spiriti ribelli che da quel tempo vagano indemoniati per il bosco.

Raggiunta la cresta seguo i segni percorrendo un tratto privo di orme fino alla quota con la massima elevazione dell’escursione, un cocuzzolo segnante 1202 m. di quota…

Malfa.



























 

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