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giovedì 19 gennaio 2023

Anelli Pinzano – Costabeorchia passando per il colle Castellirs:

Anelli  Pinzano – Costabeorchia passando per il colle Castellirs:

 

Localizzazione: Prealpi Carniche.

 

Avvicinamento: Lestans- Valeriano-Pinzano.

 

Regione: Friuli- Venezia Giulia

 

Provincia di: PN

.

Dislivello: 200 m.

 

Dislivello complessivo: 200 m.


Distanza percorsa in Km: 8


Quota minima partenza: 200 m.

 

Quota massima raggiunta: 241 m.

 

Tempi di percorrenza escluse le soste:  3 ore

In: coppia

 

Tipologia Escursione: Storico-paesaggistica

 

Difficoltà: turistiche-escursioniste

 

Tipologia sentiero o cammino: Carrareccia-rotabile-sentiero segnato e no.

 

 

Ferrata-

 

Segnavia: CAI 822

 

Fonti d’acqua: molteplici

 

Impegno fisico: basso

Preparazione tecnica: bassa

 

Difficoltà di orientamento: nessuna

Attrezzature: no

 

Croce di vetta: no

Ometto di vetta: no

Libro di vetta: no

Timbro di vetta: no

Riferimenti:

Consigliati:

 

Periodo consigliato:  tutto l’anno

 

Da evitare da farsi in:

 

Dedicata a: chi ama scoprire la bellezza dietro casa

 

Condizioni del sentiero: curatissimo

 

N° 660



Cartografici: IGM Friuli – Tabacco
2) Bibliografici:
3) Internet: 

Data dell’escursione: domenica 18 dicembre 2022

 

Data di pubblicazione della relazione: giovedì 19 gennaio 2023

 

Malfa

 

Dopo ventanni si ritorna sul luogo che ha dato origine alle mie avventure in montagna. Allora avevo smesso di fumare, passando da due pacchetti di sigarette al giorno a niente, e la prima reazione fu quella di iniziare a camminare in lungo e in largo, sia per recuperare un  po' di salute e anche per la paura di mettere su peso. Le  prime uscite  escursionistiche furono compiute assieme alla mia famiglia, mio figlio allora era adolescente, e ben ricordo che si partiva da Lestans e si percorrevano i chilometri fino a Pinzano e naturalmente Costabeorchia. L’abbigliamento e l’equipaggiamento erano  tipici dei neofiti: scarpette ginniche, zaino scolastico, bussole ingombranti,  una mega mappa topografica e tanta presunzione dovuta all’inesperienza. Ci sentivamo dei novelli Magellano alla scoperta del Mondo Nuovo, e scoprivamo un territorio che fino al giorno prima ci era del tutto sconosciuto e indifferente. Rivedendo le foto dell’epoca sorrido, tanta era l’ingenuità, ma quei primi passi ci hanno portato lontano e nel cuore della montagna.

Stavolta siamo un po' meno neofiti, lasciamo l’auto nella pubblica piazza di Pinzano, e carichi di sogni come due fanciulli e gli zaini in spalla, iniziamo questo nuovo viaggio nel cuore dei colli del Friuli. Mentre stiamo muovendo i primi passi,  noto di spalle un anziano signore, lo riconosco dalla nuca, è il mitico Nico Valla, autentica leggenda vivente della montagna con la M maiuscola. La mamma di Nico era ben sei lustri fa la nostra dirimpettaia di pianerottolo nel quartiere residenziale Città Giardino in Spilimbergo. Ricordo Nico, con quell’aria di sognatore, tutte le volte che andava a visitare la mamma, e allora non avrei immaginato che anch’io avrei abbracciato la stessa sua passione. Rivederlo è un gran piacere, gli voglio tanto bene, e glielo dico chiaro e a caratteri cubitali, per farvi un’idea, è il nostro Bonatti, che assieme al mitico Giorgio Quaranta, ne hanno fatte di tutti i colori sulle falesie selvatiche del Friuli. Lo salutiamo cordialmente e proseguiamo il cammino.

Sin dai primi passi ci fermiamo ad ammirare e fotografare le viuzze di Pinzano, dove i locali,  con tanto amore, postano fuori dalle loro abitazioni utensili e oggetti di un tempo passato. Amiamo tutto ciò che decanta la bellezza, dalle rose alla legna da ardere accantonata con cura da mani sapienti all’esterno delle abitazioni. Appena fuori dalla periferia nord di Pinzano, svoltiamo per una stradina asfaltata con indicazioni per Costabeorchia. Percorreremo per pochi metri il tratto asfaltato, lasciandoci rapire dalle varie ramificazioni spoglie degli alberi, tutte protese verso il cielo, come se fossero gli adepti della religione chiamata Vita. Poco dopo una piazzola ecologica, imbocchiamo il nostro sentiero CAI numerato 822, e con esso inizia il nostro magico e misterioso viaggio. Sin dai primi metri si respira un’aria frizzantina che aspirata dai polmoni  dona quella sensazione di benessere che comunemente chiamiamo felicità. Il sentiero è ben battuto e segnato, stranamente perde costantemente quota, degradando rapidamente, e in alcuni scorci dobbiamo prestare attenzione per via del terreno umido e a tratti fangoso. Alla base di alcuni castagni notiamo dei pupazzi, messi lì dagli infanti della popolazione locale, per creare qualcosa di magico che ben si sposa con l’ambiente fatato. Il sentiero è davvero un viaggio dentro le meraviglie del bosco, e sempre continuando a perdere quota raggiungiamo il letto del Rio Costabeorchia, che guadiamo in un punto meno problematico. Impossibile da credere, ma siamo all’interno di un ambiente primitivo, vergine, dove il verde del muschio domina l’ambiente, e lo scorrere del rigagnolo scandisce un tempo che per noi è poesia. Camminiamo dentro il vallone scavato dall’eterno fluire dei torrenti, giungendo  alla base del Colle Castellirs dove ci aspetta una piccola cascata creata da torrente Gercia con una minuscola vasca alla base del salto delle acque. È una commovente sorpresa che ci fa sognare, e la contemplazione spirituale è la nostra naturale reazione emozionale. Il sentiero pare infrangersi  e misteriosamente svanire nella cascata, ma guardando all’insù scorgo un foro nella dirupata parete  occidentale del colle, e un qualcosa che pare sia un sentiero aereo. Infatti, dei sassi messi di traverso lungo il torrente ci indicano di guadare il corso d’acqua e passare sull’altra sponda, dove sale un sentiero che attraverso il foro  sfocia oltre il versante della cascata. Meraviglia delle meraviglie, percorriamo una antica via di comunicazione che costeggia un  selvatico corso d’acqua. Come avevo preventivato a casa studiando la mappa, lasciamo il sentiero 822, per seguire delle tracce di animali che ci guidano in sella al monte Castellirs. Operazione non facile per via dell’ambiente selvatico e i numerosi schianti ma riusciamo nell’impresa, e in pochi minuti siamo in cresta. Sbuchiamo a pochi metri dalla  frazione La Vile. La mia meta è la vetta del colle Ciastellirs, quindi, svoltando a destra, seguiamo una chiara traccia, raggiungendo l’altura  materializzata da un rudere sommerso da fitta vegetazione selvatica. Riesco a leggere il perimetro del rudere, e il nome Cistiliirs o Castellirs mi fa intuire quale tipo di costruzione remota abbia dato il nome al colle. Conquistata la nostra vetta effettuiamo un breve spuntino (biscotti e tè caldo), e di seguito rientriamo per il percorso di cresta, e passando per la frazione di La Vile raggiungiamo quella di Costabeòrchia. Presso quest’ultima località notiamo un monumento eretto a tutti coloro che hanno perso la vita nell’ultimo conflitto mondiale: soldati, partigiani, e anche repubblichini, chiara manifestazione politica di chiudere per sempre una pagina nera della nostra Patria.

Soddisfatti dell’escursione, decidiamo di porre fine all’avventura, rientrando a Pinzano tramite l’arteria asfaltata percorsa per pochi metri in mattinata. Raggiunta l’auto, con calma e Karma, ci avviamo a Lestans, felici di aver conosciuto un altro angolo della nostra stupenda regione. 

Malfa





























































 

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