Anelli
Pinzano – Costabeorchia passando per il
colle Castellirs:
Localizzazione:
Prealpi Carniche.
Avvicinamento:
Lestans- Valeriano-Pinzano.
Regione:
Friuli- Venezia Giulia
Provincia
di: PN
.
Dislivello:
200 m.
Dislivello
complessivo: 200 m.
Distanza percorsa in Km: 8
Quota minima partenza: 200 m.
Quota
massima raggiunta: 241 m.
Tempi
di percorrenza escluse le soste: 3 ore
In:
coppia
Tipologia
Escursione: Storico-paesaggistica
Difficoltà:
turistiche-escursioniste
Tipologia sentiero o
cammino: Carrareccia-rotabile-sentiero segnato e no.
Ferrata-
Segnavia:
CAI 822
Fonti
d’acqua: molteplici
Impegno
fisico: basso
Preparazione
tecnica: bassa
Difficoltà
di orientamento: nessuna
Attrezzature:
no
Croce di vetta: no
Ometto di vetta: no
Libro di vetta: no
Timbro di vetta: no
Riferimenti:
Consigliati:
Periodo
consigliato: tutto l’anno
Da evitare da farsi
in:
Dedicata a: chi ama
scoprire la bellezza dietro casa
Condizioni del
sentiero: curatissimo
N° 660
Cartografici: IGM Friuli
– Tabacco
2) Bibliografici:
3) Internet:
Data dell’escursione:
domenica 18 dicembre 2022
Data di pubblicazione
della relazione: giovedì 19 gennaio 2023
Malfa
Dopo ventanni si
ritorna sul luogo che ha dato origine alle mie avventure in montagna. Allora avevo
smesso di fumare, passando da due pacchetti di sigarette al giorno a niente, e
la prima reazione fu quella di iniziare a camminare in lungo e in largo, sia
per recuperare un po' di salute e anche
per la paura di mettere su peso. Le
prime uscite escursionistiche furono
compiute assieme alla mia famiglia, mio figlio allora era adolescente, e ben
ricordo che si partiva da Lestans e si percorrevano i chilometri fino a Pinzano
e naturalmente Costabeorchia. L’abbigliamento e l’equipaggiamento erano tipici dei neofiti: scarpette ginniche, zaino
scolastico, bussole ingombranti, una
mega mappa topografica e tanta presunzione dovuta all’inesperienza. Ci
sentivamo dei novelli Magellano alla scoperta del Mondo Nuovo, e scoprivamo un
territorio che fino al giorno prima ci era del tutto sconosciuto e indifferente.
Rivedendo le foto dell’epoca sorrido, tanta era l’ingenuità, ma quei primi
passi ci hanno portato lontano e nel cuore della montagna.
Stavolta siamo un po'
meno neofiti, lasciamo l’auto nella pubblica piazza di Pinzano, e carichi di
sogni come due fanciulli e gli zaini in spalla, iniziamo questo nuovo viaggio
nel cuore dei colli del Friuli. Mentre stiamo muovendo i primi passi, noto di spalle un anziano signore, lo
riconosco dalla nuca, è il mitico Nico Valla, autentica leggenda vivente della
montagna con la M maiuscola. La mamma di Nico era ben sei lustri fa la nostra
dirimpettaia di pianerottolo nel quartiere residenziale Città Giardino in
Spilimbergo. Ricordo Nico, con quell’aria di sognatore, tutte le volte che
andava a visitare la mamma, e allora non avrei immaginato che anch’io avrei abbracciato
la stessa sua passione. Rivederlo è un gran piacere, gli voglio tanto bene, e
glielo dico chiaro e a caratteri cubitali, per farvi un’idea, è il nostro
Bonatti, che assieme al mitico Giorgio Quaranta, ne hanno fatte di tutti i
colori sulle falesie selvatiche del Friuli. Lo salutiamo cordialmente e
proseguiamo il cammino.
Sin dai primi passi ci
fermiamo ad ammirare e fotografare le viuzze di Pinzano, dove i locali, con tanto amore, postano fuori dalle loro
abitazioni utensili e oggetti di un tempo passato. Amiamo tutto ciò che decanta
la bellezza, dalle rose alla legna da ardere accantonata con cura da mani
sapienti all’esterno delle abitazioni. Appena fuori dalla periferia nord di
Pinzano, svoltiamo per una stradina asfaltata con indicazioni per Costabeorchia.
Percorreremo per pochi metri il tratto asfaltato, lasciandoci rapire dalle
varie ramificazioni spoglie degli alberi, tutte protese verso il cielo, come se
fossero gli adepti della religione chiamata Vita. Poco dopo una piazzola ecologica,
imbocchiamo il nostro sentiero CAI numerato 822, e con esso inizia il nostro
magico e misterioso viaggio. Sin dai primi metri si respira un’aria frizzantina
che aspirata dai polmoni dona quella
sensazione di benessere che comunemente chiamiamo felicità. Il sentiero è ben
battuto e segnato, stranamente perde costantemente quota, degradando
rapidamente, e in alcuni scorci dobbiamo prestare attenzione per via del
terreno umido e a tratti fangoso. Alla base di alcuni castagni notiamo dei
pupazzi, messi lì dagli infanti della popolazione locale, per creare qualcosa
di magico che ben si sposa con l’ambiente fatato. Il sentiero è davvero un
viaggio dentro le meraviglie del bosco, e sempre continuando a perdere quota
raggiungiamo il letto del Rio Costabeorchia, che guadiamo in un punto meno
problematico. Impossibile da credere, ma siamo all’interno di un ambiente
primitivo, vergine, dove il verde del muschio domina l’ambiente, e lo scorrere
del rigagnolo scandisce un tempo che per noi è poesia. Camminiamo dentro il
vallone scavato dall’eterno fluire dei torrenti, giungendo alla base del Colle Castellirs dove ci
aspetta una piccola cascata creata da torrente Gercia con una minuscola vasca alla
base del salto delle acque. È una commovente sorpresa che ci fa sognare, e la
contemplazione spirituale è la nostra naturale reazione emozionale. Il sentiero
pare infrangersi e misteriosamente svanire
nella cascata, ma guardando all’insù scorgo un foro nella dirupata parete occidentale del colle, e un qualcosa che pare
sia un sentiero aereo. Infatti, dei sassi messi di traverso lungo il torrente
ci indicano di guadare il corso d’acqua e passare sull’altra sponda, dove sale
un sentiero che attraverso il foro
sfocia oltre il versante della cascata. Meraviglia delle meraviglie,
percorriamo una antica via di comunicazione che costeggia un selvatico corso d’acqua. Come avevo
preventivato a casa studiando la mappa, lasciamo il sentiero 822, per seguire
delle tracce di animali che ci guidano in sella al monte Castellirs. Operazione
non facile per via dell’ambiente selvatico e i numerosi schianti ma riusciamo
nell’impresa, e in pochi minuti siamo in cresta. Sbuchiamo a pochi metri dalla frazione La Vile. La mia meta è la vetta del
colle Ciastellirs, quindi, svoltando a destra, seguiamo una chiara traccia,
raggiungendo l’altura materializzata da
un rudere sommerso da fitta vegetazione selvatica. Riesco a leggere il
perimetro del rudere, e il nome Cistiliirs o Castellirs mi fa intuire quale tipo
di costruzione remota abbia dato il nome al colle. Conquistata la nostra vetta
effettuiamo un breve spuntino (biscotti e tè caldo), e di seguito rientriamo
per il percorso di cresta, e passando per la frazione di La Vile raggiungiamo
quella di Costabeòrchia. Presso quest’ultima località notiamo un monumento
eretto a tutti coloro che hanno perso la vita nell’ultimo conflitto mondiale:
soldati, partigiani, e anche repubblichini, chiara manifestazione politica di
chiudere per sempre una pagina nera della nostra Patria.
Soddisfatti
dell’escursione, decidiamo di porre fine all’avventura, rientrando a Pinzano
tramite l’arteria asfaltata percorsa per pochi metri in mattinata. Raggiunta
l’auto, con calma e Karma, ci avviamo a Lestans, felici di aver conosciuto un
altro angolo della nostra stupenda regione.
Malfa
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