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domenica 7 gennaio 2024

La pecora e il lupo di Illegio

La pecora e il lupo di Illegio

 

Difficilmente in montagna incontri una pecora che va a spasso con un lupo, molti rimarranno sbalorditi nel leggere questo, penseranno che tutto ciò sia illogico, ma a volte la realtà supera la più sfrenata fantasia. Così per gioco un giorno un lupo travestito d’agnello invitò a fare due pass una pecora che voleva farsi lupo. La meta prestabilita era il Cuel di Giai da Illegio, un colle che nessuno ascende d’estate o in primavera, per via delle più elette mete limitrofe, dal monte Amariana alla bella cresta del monte  Palavierte e Cuel Mauron. Il luogo di partenza fu Illegio, la ridente e bucolica frazione carnica, posta al centro dell’altopiano che domina a nord Tolmezzo. Il borgo alle prime ore del mattino parve deserto, il silenzio regnava sovrano, il lupo e la pecora si aggiravano tra i vicoli, alla ricerca del sentiero che ascende le pendici occidentale del Cuel di Giai, lo trovarono presso una piccola cappella. Il primo tratto di cammino fu scandito dal rumore provocato dalle zampe di entrambi sulla neve ghiacciata; ma con il salire di quota il manto divenne più soffice, grazie anche ai primi timidi raggi solari che scaldavano anche il cuore dei due. Raggiunto un bivacco   dal nome Cimenti, effettuarono una visita all’interno, rinunciando a malincuore ad accendere il fuoco, malgrado la struttura fosse provvista di stufa e ottima legna da ardere. Per raggiungere la vetta del Cuel di Giai percorsero la remota carrareccia, che si dimostrò molto faticosa per via della poca resistenza al passo della neve. Con fatica, e avvicendandosi nella guida, il finto agnello e l’aspirante lupo scalarono il monte. Prima che la carrareccia iniziasse la discesa verso la Sella di Dagna, uscirono dalla pista, raggiungendo la cima del Cuel di Giai, materializzata da un masso. Benché il colle non fosse altissimo il cammino per raggiungerlo fu abbastanza faticoso, quindi, di comune accordo, la pecora e il lupo decisero di rientrare tagliando il percorso, scendendo liberamente dalla vetta a valle tramite un ripido vallone. In breve, con poca fatica e molto divertimento, raggiunsero una carrareccia, che percorsa da nord a sud-ovest, si collega al sentiero percorso in precedenza. Sul manto nevoso ritrovano le proprie orme, quindi, prima di affrontare l’ultimo tratto di cammino decisero di effettuare una pausa per pranzare. La pecora brucò erba che aveva a seguito, mentre il lupo si concentrò su una costola d’agnello, accompagnando il tutto con del buon vino, un Nero d’Avola d’annata. Ripreso il cammino, seguirono il sole crepuscolare che accarezzava i tetti di Illegio, cercando tra i vicoli e le bettole della frazione un camino acceso e qualcosa di caldo da bere per rifocillarsi. L’ambiente della taverna parve meraviglioso: maturi montanari raccontavano la vita di un tempo con la gioia di chi sa cogliere l’attimo, e il tutto scandito con amore e attorno al focolare. Lo scoppiettio delle fiamme che ardevano un ciocco di faggio fu sinfonia per le orecchie degli avventori. Il lupo si tolse di dosso la pelle d’agnello, rivelandosi ai frequentatori, e instaurando una simpatica conversazione, mentre la pecora non riuscì a essere lupo nemmeno per finzione, criticando silente e con lo sguardo, gli atteggiamenti del compare d’avventura. La giornata volse al termine, si ululò e belò alla luna calante, prima che la stessa sparisse dietro la cresta del monte Palavierte. I due da quel giorno non si rividero più, coscienti di essere in tutto e per tutto l’uno opposto dell’altro. Per un lupo è facile abbigliarsi d’agnello senza snaturarsi, chissà quante volte lo avrà fatto, mentre è impossibile per una pecora fare il lupo, la paura di cambiare le proprie abitudini le sarebbe fatale. Così volse al termine l’avventura, la storia di come fu impossibile per una pecora sbranare il lupo in aperta montagna, forse per mancanza di audacia o per pregiudizio, chissà…

 

Malfa

 













 

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