Dopo alcuni decenni,
finalmente riesco ad aprire alcuni miei archivi fotografici. Per questo
evento ho aspettato di raggiungere il pensionamento,
tirando fuori dall’oblio le documentazioni del mio vagare per il mondo. Anche
il funesto periodo storico che stiamo vivendo ha contribuito a questa mia
scelta. Mentre il mio Paese affonda assorbito da orda di omofobi e razzisti, mi
rifugio nella mia memoria ricca di
ricordi di terre e popoli ospitali.
Irak Ur -
18 marzo 2004
Tra le prime alture che
ricordo con affetto c’è un rilievo che
montagna non è, ma bensì si tratta di un remoto edificio che risale alla notte
dei tempi, lo Ziqqurat.
Questa meravigliosa esperienza
l’ho compiuta quasi vent’anni fa, al sud dell’Iraq, precisamente in una terra martoriata
da un decennio da eventi bellici, e che queste sofferenze serbava intatto il
suo fascino antico. La località è Ur, l’antica e mitica capitale dei sumeri. La
nobile civiltà sumera, assieme a quella dell’Egitto, fu tra le prime civiltà
urbane, essa prosperò tre il IV e il III millennio a.C, in questo periodo storico avvennero tante scoperte
e invenzioni e alcune hanno cambiato per
sempre il corso dell’umanità: Tra queste mi piace ricordare l’invenzione della
ruota, della scrittura (cuneiforme), lo zodiaco, il mattone per le costruzioni
edilizie, lo sviluppò dell'aritmetica e l’elaborazione di un sistema
sessagesimale. Usando il sistema sessagesimale inventarono l'orologio con i relativi 60 secondi, 60 minuti e 12 ore ed i 12
mesi del calendario che sono ancora in
uso.
Nei quattro mesi che ho
vissuto nei pressi di Ur , località solcato dal leggendario fiume Eufrate,
ho sognato e immaginato di vivere il
tempo remoto di questa fiorente civiltà. Il luogo mistico è anche narrato nella
Bibbia, e sembra che sia stato anche la località nativa di Abramo, padre delle
religioni monoteiste. Ur, un luogo terra che mi ha donato emozioni e il mio vagare
tra gli scavi archeologici, il noto Ziqqurat e le tombe dei re, ha amplificato
queste intense emozioni. Il tempo pare che si sia fermato nei villaggi intorno
al sito archeologico. Le case sono ancora edificate con il fango e la paglia, e
la stessa terra è arata con lo spartano aratro e irrigata con le acque
dell’Eufrate. I bimbi, le magnifiche creature, sembrano vivere il tutto con serenità, e mi ha
emozionato non poco vederli scrivere su fogli di carta occidentalizzati,
proprio loro che sono gli eredi naturali e spirituali del grande popolo che
creò la storia grazie all’invenzione della scrittura.
Malfa
Ur e Lo Ziqqurat
Ur (lingua sumera: Urim fu un'antica città della bassa Mesopotamia, situata vicino all'originale
foce del Tigri e dell'Eufrate, sul golfo Persico. A causa dell'accumulo di
detriti, oggi le sue rovine si trovano nell'entroterra, nell'odierno Iraq, 15 chilometri a occidente dell'attuale corso
dell'Eufrate vicino alla città di Nasiriyah (Governatorato di Dhi Qar), a sud di Baghdad. Oggi è chiamata Tell el-Mukayyar. Da un punto di
vista archeologico gli scavi condotti a Ur hanno offerto centinaia di documenti
scritti.
La maggiore fonte di reperti, nonché l'area di scavo
più estesa, consiste nel cimitero di Ur. Le tombe riesumate superano le 1850
unità, fra le quali 16 si sono distinte per la ricchezza di corredi funerari,
principalmente vasellame, oltre ad armi, monili in metalli preziosi e
addirittura strumenti musicali decorati con pietre preziose.
Nel sito archeologico di Ur
spiccano le rovine di una imponente ziqqurat (alta 21 metri) ed
ancora in gran parte intatto un tempio dedicato a Nanna, la divinità della luna nella mitologia
sumera. La Ziqqurat fu
costruita in mattoni, i quali nella parte bassa sono tenuti uniti con il
bitume, invece, nella parte superiore venne utilizzata a tale scopo la malta
per aumentare la leggerezza della struttura. Ur, nel suo momento di massimo
splendore, poteva raggiungere una popolazione di oltre 30.000 abitanti. Secondo
un'altra stima, Ur fu la più grande città del mondo dal 2030 a.C. al 1980 a.C. con una popolazione di circa 65.000 abitanti.
Storia
Ur fu uno dei primi
insediamenti abitati della bassa Mesopotamia i cui reperti più antichi sono
databili antecedentemente al 4000 a.C. Ur crebbe e da centro
agricolo e pastorale si trasformò divenendo una vera e propria città con uno
sviluppo delle attività artigianali e commerciali. Attorno al 2600 a.C., il clima della Bassa Mesopotamia mutò gradualmente
da relativamente umido a secco, causando lo spostamento degli abitanti dalla
città alle piccole comunità di villaggi di agricoltori dove risultava più
facile far fronte ai periodi di forte siccità. Nella seconda metà del terzo
millennio a.C. si ebbe dunque una contrazione della città, la quale rimase
tuttavia fiorente durante tutta la Terza dinastia di Ur e divenne parallelamente
il principale centro di culto della dea Inanna.
Diluvio sumerico:
Dopo la fase di Ubaid si
riscontra uno strato di fango alluvionale, che l'archeologo Woolley interpretò come la prova di una grande alluvione, anche conosciuta come diluvio sumerico, che si potrebbe intendere come la verità storica
dietro a quanto raccontato nella Torah e nella Bibbia. Si ha poi una fase in cui la città fu sotto
l'egemonia di Uruk, e infine la fase di
Gemdet-Nasr nella quale furono elevati alcuni edifici, come una ziqqurat e
delle tombe.
La posizione di Ur era molto
favorevole in quanto nell'antichità il fiume Eufrate scorreva nei pressi delle mura della città;
grazie al controllo di questa importante via di comunicazione, che collegava la
regione al mare, Ur raggiunse un notevole sviluppo commerciale. È noto che la
città commerciava via mare e via terra con l'Arabia.
In questo periodo vennero
costruite molte belle tombe, compresa quella della regina Puabi. In questi sacrari sono stati ritrovati alcuni
manufatti che accennano ai nomi dei re Meskalamdug, Akalamdug e Abargi. Dopo la fase di Gemdet-Nasr, i re di Ur divennero
infatti gli effettivi governanti di Sumer, durante la Prima dinastia di
Ur (2550-2340 a.C.) stabilita dal re Mesannepada (o Mesanepada,
Mes-Anni-Padda), il cui nome appare sulla lista dei re, oltre ad essere menzionato come figlio di
Meskalamdug su un manufatto ritrovato.
Durante questa dinastia, forse proprio a opera di Mesennepada, fu costruita una
ziqqurat che verrà poi incorporata in quella della terza dinastia. Nella fase
conclusiva della Prima dinastia, Ur perse importanza e prestigio a favore
di Lagash e infine la Prima dinastia
si concluse con l'attacco degli Accadi guidati dal re Sargon, intorno al 2340 a.C.
II e III Dinastia:
Della Seconda dinastia che
seguì si conosce assai poco, in quanto la città era in piena decadenza.
La terza dinastia fu stabilita quando il
re Ur-Nammu (o Urnammu) salì al
potere, regnando dal 2112 al 2094 a.C. Durante il suo regno furono costruiti
mura, templi, inclusa la nuova ziggurat basata sulle fondazioni di quella della
Prima dinastia, e fu migliorata l'agricoltura attraverso l'uso di impianti di
irrigazione. Il suo codice di leggi (un frammento è stato identificato a Istanbul nel 1952) è il più vecchio documento
conosciuto, anteriore anche al codice di Hammurabi. Lui e il suo successore, il
figlio Shulgi, furono entrambi deificati
durante i loro regni e, dopo la morte, Ur-Nammu continuò a sopravvivere come
figura leggendaria: una delle opere della letteratura sumerica giunte fino a
noi ci descrive la morte di Ur-Nammu e il suo viaggio negli inferi (Viaggio di
Urnammu agli inferi).
La terza dinastia cadde
nel 2004 a.C. (secondo il computo della cronologia
media, 1940 a.C. secondo quella breve) quando gli Elamiti catturarono il re Ibbi-Sin e distrussero la città; il Lamento per Ur commemora questo evento. Successivamente la
città venne catturata dai Babilonesi.
Sotto i re di Isin e di Larsa (2000-1800 a.C.) la città fu restaurata. Di
questo periodo i resti più significativi sono le case private, che ci danno un
ritratto fedele della vita della città fra il III e il II millennio a.C. Le
case avevano l'aspetto di odierne ville, per lo più con due piani per un totale
di 13 o 14 stanze. Il piano inferiore era costituito solidamente da mattoni
cotti, quello superiore di quadroni di argilla; le pareti erano lisce,
intonacate e imbiancate. L'entrata era succeduta da un piccolo atrio dove erano
situate vasche per lavarsi mani e piedi. Da lì si entrava nell'ampio e luminoso
cortile interno pavimentato con bellissime lastre. Intorno al cortile erano
distribuite la sala da ricevimento, la cucina, le stanze d'abitazione e della
servitù, la cappella di culto. Una scalinata portava al piano superiore dove
erano situate le stanze da letto e i bagni. Tra le mura delle case sono venuti
alla luce tutti gli arredamenti e la dotazione di ciascuna residenza patrizia
sumera: frammenti di pentole, vasi, anfore e tavolette d'argilla piene di
iscrizioni.
La penultima fase di
costruzione avvenne sotto re cassiti, attorno al 1400 a.C. Di questo periodo si ricorda Kurigalzu II che
ricostruì il grande cortile del santuario di Nannar e il santuario di Ninga.
Ricostruzione di Nabucodonosor
II[:
Nel VI secolo a.C. ad Ur ci fu
l'ultima ricostruzione edilizia sotto il re Nabucodonosor II di Babilonia. L'ultimo re babilonese, Nabonido, restaurò la ziggurat di Nanna. Attorno al 550 a.C., con la caduta dell'impero babilonese ad opera dei
Persiani, la città iniziò il suo declino ed essa non venne più abitata
dal 500 a.C., probabilmente a causa della
sempre maggiore siccità, del cambiamento del corso del fiume Eufrate e dell'interramento del Golfo Persico.
Ur biblica:
Ur è considerata da molti come
la città di Ur Kasdim che viene nominata più volte nel libro della Genesi come il luogo di nascita
del patriarca Abramo.
Ur è nominata quattro volte
nell'Antico
Testamento, con la
distinzione "di Kasdim/Kasdin" - reso tradizionalmente in italiano
come "Ur dei Caldei" riferendosi alla popolazione dei Caldei che si erano stanziati lì vicino già intorno
al 900 a.C. Nella Genesi, il nome appare in 11,28 in 11,31 e in 15,7.
Nel Neemia 9,7 il singolo
passaggio che accenna ad Ur è una parafrasi della Genesi.
Nel libro dei Giubilei si afferma che Ur è
stata fondata nel 1687 Anno Mundi da Ur figlio di Kesed,
probabile discendente di Arphaxad, inoltre si afferma che durante quello stesso anno
iniziarono le guerre sulla Terra.
«E Ur, figlio di Kesed,
costruì Era, (dalle parti) dei Caldei e la chiamò con il nome proprio e con
il nome di suo padre» |
(Libro dei Giubilei 11:3) |
La ziqqurat di Ur, eretta, orientandola secondo
i punti
cardinali, da Ur-Nammu, fu
dedicata a Nanna, dio della
Luna. L'accesso ai
piani superiori era garantito da tre rampe di scale, si sono conservati solo i
primi due livelli.
Modello di una possibile ricostruzione della ziqqurat di Babilonia,
l'Etemenanki, conservato al Pergamonmuseum di Berlino.
A destra: un mattone in ceramica cotta, proveniente dalla città di Babilonia e risalente al VI secolo a.C.
Le ziqqurat o ziggurat ,
sono strutture religiose polifunzionali, più precisamente piattaforme cultuali sovrapposte, diffuse lungo tutta la Mesopotamia, ma anche sull'altopiano
iranico e nelle zone
dell'odierno Turkmenistan.
La loro struttura è composta
in genere da tre strati di mattoni in argilla mischiati con paglia, anche
inframmezzati con canne, e quindi essiccati al sole. La quasi totalità dei
resti delle ziqqurat è praticamente erosa e quindi è difficile
immaginarne la forma, l'aspetto, e anche la funzione. È probabile, tuttavia,
che l'utilizzo della maggior parte di queste strutture fosse solo l'esterno,
con una rampa di scale che conduceva alla loro cima.
Notevole eccezione è
la ziqqurat di Uruk (XX-X secolo a.C.), eretta all'interno dell'area
sacra dell'Eanna (santuario di An/Anu)
che conserva alla sua cima un tempio, dedicato in epoca cassita alla dea Inanna
(o Ishtar).
Il significato simbolico e
religioso della loro conformazione è stato chiarito da Mirc:
«L'omologia Cielo-Mondo è
implicata in tutte le costruzioni babilonesi. Il ricco simbolismo dei templi
(le ziggurat) non può essere compreso che in base a una "teoria
cosmica". Di fatto la ziggurat era costruita a immagine del
Mondo; i suoi piani simboleggiavano le divisioni dell'universo: il mondo
sotterraneo, la terra, il firmamento. La ziggurat è in verità il
Mondo perché simbolo della montagna cosmica che, come vedremo, non è che una
perfetta imago mundi. Gli studi di Dombart hanno dimostrato
definitivamente che le ziggurat erano delle montagne artificiali
(kunstliche Berge) il cui modello materiale era la montagna sacra. La montagna sacra è l'autentico trono
perché è là che regna il dio creatore e signore dell'Universo.
"Trono", "tempio", "Montagna cosmica" non sono
che sinonimo del medesimo simbolismo del Centro, che ritroveremo di
continuo nella cosmologia e nell'architettura mesopotamiche. Di conseguenza
il tempio apparteneva a un altro "spazio": lo spazio sacro, il
solo ad essere considerato "reale" dalle culture arcaiche.
Analogamente il tempo reale altro non era che l'"anno
liturgico", cioè il tempo sacro, scandito dalle "feste"
che si svolgevano nel tempio o attorno ad esso. Un rotolo dell'epoca del re
Gudea dice che "la camera (del dio) che egli (il re) ha costruito è
(simile al) la montagna cosmica.» |
E questo richiamarsi alla
"montagna" possiede quindi una precisa valenza:
«La montagna è più vicina al
cielo, e questo le conferisce una doppia sacralità: da un lato partecipa al
simbolismo spaziale della trascendenza (‘alto’, ‘verticale’, ‘supremo’,
eccetera), e d'altra parte il monte è per eccellenza il dominio delle
ierofanie atmosferiche. Ed è, in quanto tale, dimora degli dèi. Tutte le
mitologie hanno una montagna sacra, variante più o meno illustre dell'Olimpo.
Tutti gli dèi celesti hanno luoghi riservati al loro culto, sulle cime. Le
valenze simboliche e religiose delle montagne sono innumerevoli. Spesso la
montagna è considerata punto d'incontro del cielo e della terra; quindi, un
‘centro’, punto per il quale passa l'Asse del Mondo, regione satura di sacro,
luogo ove possono attuarsi i passaggi fra le zone cosmiche diverse. Così,
secondo credenze mesopotamiche, il ‘Monte dei Paesi’ unisce il cielo alla terra,
e il Monte Meru della mitologia indiana si erge nel centro del mondo. Il
‘monte’, in quanto punto d'incontro fra cielo e terra, si trova al ‘centro
del mondo, ed è sicuramente il punto più alto della terra. Per questo le
regioni consacrate - ‘luoghi santi’, templi, palazzi, città sante - sono
parificate alle montagne e diventano esse stesse ‘centri’, vale a dire che
sono integrate in modo magico alla cima del monte cosmico.» |
Anche il percorso di
ascensione della ziqqurat da parte degli uomini possiede un
significato preciso:
«Le regioni superiori sono
sature di forze sacre. Tutto quel che più si avvicina al cielo, partecipa con
intensità variabile alla trascendenza. L'‘altitudine', il ‘superiore’, sono
assimilati al trascendente, al sovrumano. Ogni ‘ascensione’ è una rottura di
livello, un passaggio nell'oltretomba, un superamento dello spazio profano e
della condizione umana. Inutile aggiungere che il sacro dell'`altitudine` è
convalidato dal sacro delle regioni atmosferiche superiori e, quindi, dal
sacro del Cielo. Il Monte, il Tempio, la Città, eccetera sono consacrati
perché investiti del prestigio del ‘centro’, cioè, in origine, perché
assimilati alla cima più alta dell'Universo e al punto d'incontro fra Cielo e
Terra. Ne consegue che la consacrazione mediante rituali di ascensione o
scalata di monti, o salita di scale, è valida perché inserisce chi la pratica
in una regione superiore celeste. La ricchezza e la varietà del simbolismo
dell'‘ascensione' sono caotiche soltanto in apparenza; considerati nel loro
insieme, tutti questi riti e simboli si spiegano col sacro dell'‘altitudine',
cioè del celeste. Trascendere la condizione umana, in quanto si penetra in
una zona sacra (tempio, altare) per mezzo della consacrazione rituale o della
morte, si esprime concretamente con un ‘passaggio’, una ‘salita’,
un'‘ascensione'.» |
Da Wikipedia,
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