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domenica 19 marzo 2023

Irak Ur - 18 marzo 2004

Dopo alcuni decenni, finalmente riesco ad aprire alcuni miei archivi fotografici. Per questo evento  ho aspettato di raggiungere il pensionamento, tirando fuori dall’oblio le documentazioni del mio vagare per il mondo. Anche il funesto periodo storico che stiamo vivendo ha contribuito a questa mia scelta. Mentre il mio Paese affonda assorbito da orda di omofobi e razzisti, mi rifugio nella mia memoria  ricca di ricordi di terre e popoli ospitali.

 

 

Irak  Ur  - 18 marzo 2004

 

Tra le prime alture che ricordo con affetto c’è  un rilievo che montagna non è, ma bensì si tratta di un remoto edificio che risale alla notte dei tempi, lo Ziqqurat.

Questa meravigliosa esperienza l’ho compiuta quasi vent’anni fa, al sud dell’Iraq, precisamente in una terra martoriata da un decennio da eventi bellici, e che queste sofferenze serbava intatto il suo fascino antico. La località è Ur, l’antica e mitica capitale dei sumeri. La nobile civiltà sumera, assieme a quella dell’Egitto, fu tra le prime civiltà urbane, essa prosperò tre il IV e il III millennio a.C,  in questo periodo storico avvennero tante scoperte e invenzioni  e alcune hanno cambiato per sempre il corso dell’umanità: Tra queste mi piace ricordare l’invenzione della ruota, della scrittura (cuneiforme), lo zodiaco, il mattone per le costruzioni edilizie, lo sviluppò dell'aritmetica e l’elaborazione di un sistema sessagesimale. Usando il sistema sessagesimale inventarono l'orologio con i relativi 60 secondi, 60 minuti e 12 ore ed i 12 mesi del calendario che sono ancora in uso. 

Nei quattro mesi che ho vissuto nei pressi di Ur , località solcato dal leggendario fiume Eufrate, ho  sognato e immaginato di vivere il tempo remoto di questa fiorente civiltà. Il luogo mistico è anche narrato nella Bibbia, e sembra che sia stato anche la località nativa di Abramo, padre delle religioni monoteiste. Ur, un luogo terra che mi ha donato emozioni e il mio vagare tra gli scavi archeologici, il noto Ziqqurat e le tombe dei re, ha amplificato queste intense emozioni. Il tempo pare che si sia fermato nei villaggi intorno al sito archeologico. Le case sono ancora edificate con il fango e la paglia, e la stessa terra è arata con lo spartano aratro e irrigata con le acque dell’Eufrate. I bimbi, le magnifiche creature,  sembrano vivere il tutto con serenità, e mi ha emozionato non poco vederli scrivere su fogli di carta occidentalizzati, proprio loro che sono gli eredi naturali e spirituali del grande popolo che creò la storia grazie all’invenzione della scrittura. 

Malfa

 

 

 

 



Ur  e Lo Ziqqurat

 

Ur (lingua sumera: Urim fu un'antica città della bassa Mesopotamia, situata vicino all'originale foce del Tigri e dell'Eufrate, sul golfo Persico. A causa dell'accumulo di detriti, oggi le sue rovine si trovano nell'entroterra, nell'odierno Iraq, 15 chilometri a occidente dell'attuale corso dell'Eufrate vicino alla città di Nasiriyah (Governatorato di Dhi Qar), a sud di Baghdad. Oggi è chiamata Tell el-Mukayyar. Da un punto di vista archeologico gli scavi condotti a Ur hanno offerto centinaia di documenti scritti.

La maggiore fonte di reperti, nonché l'area di scavo più estesa, consiste nel cimitero di Ur. Le tombe riesumate superano le 1850 unità, fra le quali 16 si sono distinte per la ricchezza di corredi funerari, principalmente vasellame, oltre ad armi, monili in metalli preziosi e addirittura strumenti musicali decorati con pietre preziose.

Nel sito archeologico di Ur spiccano le rovine di una imponente ziqqurat (alta 21 metri) ed ancora in gran parte intatto un tempio dedicato a Nanna, la divinità della luna nella mitologia sumera. La Ziqqurat fu costruita in mattoni, i quali nella parte bassa sono tenuti uniti con il bitume, invece, nella parte superiore venne utilizzata a tale scopo la malta per aumentare la leggerezza della struttura. Ur, nel suo momento di massimo splendore, poteva raggiungere una popolazione di oltre 30.000 abitanti. Secondo un'altra stima, Ur fu la più grande città del mondo dal 2030 a.C. al 1980 a.C. con una popolazione di circa 65.000 abitanti.

Storia

Ur fu uno dei primi insediamenti abitati della bassa Mesopotamia i cui reperti più antichi sono databili antecedentemente al 4000 a.C. Ur crebbe e da centro agricolo e pastorale si trasformò divenendo una vera e propria città con uno sviluppo delle attività artigianali e commerciali. Attorno al 2600 a.C., il clima della Bassa Mesopotamia mutò gradualmente da relativamente umido a secco, causando lo spostamento degli abitanti dalla città alle piccole comunità di villaggi di agricoltori dove risultava più facile far fronte ai periodi di forte siccità. Nella seconda metà del terzo millennio a.C. si ebbe dunque una contrazione della città, la quale rimase tuttavia fiorente durante tutta la Terza dinastia di Ur e divenne parallelamente il principale centro di culto della dea Inanna.

Diluvio sumerico:

Dopo la fase di Ubaid si riscontra uno strato di fango alluvionale, che l'archeologo Woolley interpretò come la prova di una grande alluvione, anche conosciuta come diluvio sumerico, che si potrebbe intendere come la verità storica dietro a quanto raccontato nella Torah e nella Bibbia. Si ha poi una fase in cui la città fu sotto l'egemonia di Uruk, e infine la fase di Gemdet-Nasr nella quale furono elevati alcuni edifici, come una ziqqurat e delle tombe.

La posizione di Ur era molto favorevole in quanto nell'antichità il fiume Eufrate scorreva nei pressi delle mura della città; grazie al controllo di questa importante via di comunicazione, che collegava la regione al mare, Ur raggiunse un notevole sviluppo commerciale. È noto che la città commerciava via mare e via terra con l'Arabia.

In questo periodo vennero costruite molte belle tombe, compresa quella della regina Puabi. In questi sacrari sono stati ritrovati alcuni manufatti che accennano ai nomi dei re Meskalamdug, Akalamdug e Abargi. Dopo la fase di Gemdet-Nasr, i re di Ur divennero infatti gli effettivi governanti di Sumer, durante la Prima dinastia di Ur (2550-2340 a.C.) stabilita dal re Mesannepada (o Mesanepada, Mes-Anni-Padda), il cui nome appare sulla lista dei re, oltre ad essere menzionato come figlio di Meskalamdug su un manufatto ritrovato.
Durante questa dinastia, forse proprio a opera di Mesennepada, fu costruita una ziqqurat che verrà poi incorporata in quella della terza dinastia. Nella fase conclusiva della Prima dinastia, Ur perse importanza e prestigio a favore di 
Lagash e infine la Prima dinastia si concluse con l'attacco degli Accadi guidati dal re Sargon, intorno al 2340 a.C.

II e III Dinastia:

Della Seconda dinastia che seguì si conosce assai poco, in quanto la città era in piena decadenza.

La terza dinastia fu stabilita quando il re Ur-Nammu (o Urnammu) salì al potere, regnando dal 2112 al 2094 a.C. Durante il suo regno furono costruiti mura, templi, inclusa la nuova ziggurat basata sulle fondazioni di quella della Prima dinastia, e fu migliorata l'agricoltura attraverso l'uso di impianti di irrigazione. Il suo codice di leggi (un frammento è stato identificato a Istanbul nel 1952) è il più vecchio documento conosciuto, anteriore anche al codice di Hammurabi. Lui e il suo successore, il figlio Shulgi, furono entrambi deificati durante i loro regni e, dopo la morte, Ur-Nammu continuò a sopravvivere come figura leggendaria: una delle opere della letteratura sumerica giunte fino a noi ci descrive la morte di Ur-Nammu e il suo viaggio negli inferi (Viaggio di Urnammu agli inferi).

La terza dinastia cadde nel 2004 a.C. (secondo il computo della cronologia media, 1940 a.C. secondo quella breve) quando gli Elamiti catturarono il re Ibbi-Sin e distrussero la città; il Lamento per Ur commemora questo evento. Successivamente la città venne catturata dai Babilonesi.

Sotto i re di Isin e di Larsa (2000-1800 a.C.) la città fu restaurata. Di questo periodo i resti più significativi sono le case private, che ci danno un ritratto fedele della vita della città fra il III e il II millennio a.C. Le case avevano l'aspetto di odierne ville, per lo più con due piani per un totale di 13 o 14 stanze. Il piano inferiore era costituito solidamente da mattoni cotti, quello superiore di quadroni di argilla; le pareti erano lisce, intonacate e imbiancate. L'entrata era succeduta da un piccolo atrio dove erano situate vasche per lavarsi mani e piedi. Da lì si entrava nell'ampio e luminoso cortile interno pavimentato con bellissime lastre. Intorno al cortile erano distribuite la sala da ricevimento, la cucina, le stanze d'abitazione e della servitù, la cappella di culto. Una scalinata portava al piano superiore dove erano situate le stanze da letto e i bagni. Tra le mura delle case sono venuti alla luce tutti gli arredamenti e la dotazione di ciascuna residenza patrizia sumera: frammenti di pentole, vasi, anfore e tavolette d'argilla piene di iscrizioni.

La penultima fase di costruzione avvenne sotto re cassiti, attorno al 1400 a.C. Di questo periodo si ricorda Kurigalzu II che ricostruì il grande cortile del santuario di Nannar e il santuario di Ninga.

Ricostruzione di Nabucodonosor II[:

Nel VI secolo a.C. ad Ur ci fu l'ultima ricostruzione edilizia sotto il re Nabucodonosor II di Babilonia. L'ultimo re babilonese, Nabonido, restaurò la ziggurat di Nanna. Attorno al 550 a.C., con la caduta dell'impero babilonese ad opera dei Persiani, la città iniziò il suo declino ed essa non venne più abitata dal 500 a.C., probabilmente a causa della sempre maggiore siccità, del cambiamento del corso del fiume Eufrate e dell'interramento del Golfo Persico.

Ur biblica:

Ur è considerata da molti come la città di Ur Kasdim che viene nominata più volte nel libro della Genesi come il luogo di nascita del patriarca Abramo.

Ur è nominata quattro volte nell'Antico Testamento, con la distinzione "di Kasdim/Kasdin" - reso tradizionalmente in italiano come "Ur dei Caldei" riferendosi alla popolazione dei Caldei che si erano stanziati lì vicino già intorno al 900 a.C. Nella Genesi, il nome appare in 11,28 in 11,31 e in 15,7. Nel Neemia 9,7 il singolo passaggio che accenna ad Ur è una parafrasi della Genesi.

Nel libro dei Giubilei si afferma che Ur è stata fondata nel 1687 Anno Mundi da Ur figlio di Kesed, probabile discendente di Arphaxad, inoltre si afferma che durante quello stesso anno iniziarono le guerre sulla Terra.

«E Ur, figlio di Kesed, costruì Era, (dalle parti) dei Caldei e la chiamò con il nome proprio e con il nome di suo padre»

(Libro dei Giubilei 11:3)

 

La ziqqurat di Ur, eretta, orientandola secondo i punti cardinali, da Ur-Nammu, fu dedicata a Nannadio della Luna. L'accesso ai piani superiori era garantito da tre rampe di scale, si sono conservati solo i primi due livelli.
Modello di una possibile ricostruzione della ziqqurat di Babilonia, l'Etemenanki, conservato al 
Pergamonmuseum di Berlino.
A destra: un mattone in ceramica cotta, proveniente dalla città di 
Babilonia e risalente al VI secolo a.C.

Le ziqqurat o  ziggurat , sono strutture religiose polifunzionali, più precisamente piattaforme cultuali sovrapposte, diffuse lungo tutta la Mesopotamia, ma anche sull'altopiano iranico e nelle zone dell'odierno Turkmenistan.

La loro struttura è composta in genere da tre strati di mattoni in argilla mischiati con paglia, anche inframmezzati con canne, e quindi essiccati al sole. La quasi totalità dei resti delle ziqqurat è praticamente erosa e quindi è difficile immaginarne la forma, l'aspetto, e anche la funzione. È probabile, tuttavia, che l'utilizzo della maggior parte di queste strutture fosse solo l'esterno, con una rampa di scale che conduceva alla loro cima.

Notevole eccezione è la ziqqurat di Uruk (XX-X secolo a.C.), eretta all'interno dell'area sacra dell'Eanna (santuario di An/Anu) che conserva alla sua cima un tempio, dedicato in epoca cassita alla dea Inanna (o Ishtar).

Il significato simbolico e religioso della loro conformazione è stato chiarito da Mirc:

«L'omologia Cielo-Mondo è implicata in tutte le costruzioni babilonesi. Il ricco simbolismo dei templi (le ziggurat) non può essere compreso che in base a una "teoria cosmica". Di fatto la ziggurat era costruita a immagine del Mondo; i suoi piani simboleggiavano le divisioni dell'universo: il mondo sotterraneo, la terra, il firmamento. La ziggurat è in verità il Mondo perché simbolo della montagna cosmica che, come vedremo, non è che una perfetta imago mundi. Gli studi di Dombart hanno dimostrato definitivamente che le ziggurat erano delle montagne artificiali (kunstliche Berge) il cui modello materiale era la montagna sacra.  La montagna sacra è l'autentico trono perché è là che regna il dio creatore e signore dell'Universo. "Trono", "tempio", "Montagna cosmica" non sono che sinonimo del medesimo simbolismo del Centro, che ritroveremo di continuo nella cosmologia e nell'architettura mesopotamiche. Di conseguenza il tempio apparteneva a un altro "spazio": lo spazio sacro, il solo ad essere considerato "reale" dalle culture arcaiche. Analogamente il tempo reale altro non era che l'"anno liturgico", cioè il tempo sacro, scandito dalle "feste" che si svolgevano nel tempio o attorno ad esso. Un rotolo dell'epoca del re Gudea dice che "la camera (del dio) che egli (il re) ha costruito è (simile al) la montagna cosmica.»

E questo richiamarsi alla "montagna" possiede quindi una precisa valenza:

«La montagna è più vicina al cielo, e questo le conferisce una doppia sacralità: da un lato partecipa al simbolismo spaziale della trascendenza (‘alto’, ‘verticale’, ‘supremo’, eccetera), e d'altra parte il monte è per eccellenza il dominio delle ierofanie atmosferiche. Ed è, in quanto tale, dimora degli dèi. Tutte le mitologie hanno una montagna sacra, variante più o meno illustre dell'Olimpo. Tutti gli dèi celesti hanno luoghi riservati al loro culto, sulle cime. Le valenze simboliche e religiose delle montagne sono innumerevoli. Spesso la montagna è considerata punto d'incontro del cielo e della terra; quindi, un ‘centro’, punto per il quale passa l'Asse del Mondo, regione satura di sacro, luogo ove possono attuarsi i passaggi fra le zone cosmiche diverse. Così, secondo credenze mesopotamiche, il ‘Monte dei Paesi’ unisce il cielo alla terra, e il Monte Meru della mitologia indiana si erge nel centro del mondo. Il ‘monte’, in quanto punto d'incontro fra cielo e terra, si trova al ‘centro del mondo, ed è sicuramente il punto più alto della terra. Per questo le regioni consacrate - ‘luoghi santi’, templi, palazzi, città sante - sono parificate alle montagne e diventano esse stesse ‘centri’, vale a dire che sono integrate in modo magico alla cima del monte cosmico.»

Anche il percorso di ascensione della ziqqurat da parte degli uomini possiede un significato preciso:

«Le regioni superiori sono sature di forze sacre. Tutto quel che più si avvicina al cielo, partecipa con intensità variabile alla trascendenza. L'‘altitudine', il ‘superiore’, sono assimilati al trascendente, al sovrumano. Ogni ‘ascensione’ è una rottura di livello, un passaggio nell'oltretomba, un superamento dello spazio profano e della condizione umana. Inutile aggiungere che il sacro dell'`altitudine` è convalidato dal sacro delle regioni atmosferiche superiori e, quindi, dal sacro del Cielo. Il Monte, il Tempio, la Città, eccetera sono consacrati perché investiti del prestigio del ‘centro’, cioè, in origine, perché assimilati alla cima più alta dell'Universo e al punto d'incontro fra Cielo e Terra. Ne consegue che la consacrazione mediante rituali di ascensione o scalata di monti, o salita di scale, è valida perché inserisce chi la pratica in una regione superiore celeste. La ricchezza e la varietà del simbolismo dell'‘ascensione' sono caotiche soltanto in apparenza; considerati nel loro insieme, tutti questi riti e simboli si spiegano col sacro dell'‘altitudine', cioè del celeste. Trascendere la condizione umana, in quanto si penetra in una zona sacra (tempio, altare) per mezzo della consacrazione rituale o della morte, si esprime concretamente con un ‘passaggio’, una ‘salita’, un'‘ascensione'.»

Da Wikipedia, 























































































































































 

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