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mercoledì 29 giugno 2022

Croda Piera da Arcola (PN)

Croda Piera da Arcola (PN)

 

Note tecniche.

Localizzazione: Dolomiti Friulane

Avvicinamento: Maniago-Montereale-Val Cellina-Barcis-Arcola-Parcheggio segnalato.

Località di Partenza: Arcola, ampio parcheggio segnalato.

 

Regione: Friuli-Venezia Giulia

 

Provincia di: PN

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Dislivello: 700 m.

 

Dislivello complessivo:700 m.


Distanza percorsa in Km: 14


Quota minima partenza:  442 m.

 

Quota massima raggiunta: 1057 m.

 

Tempi di percorrenza escluse le soste: 4 ore

In: coppia

 

Tipologia Escursione: selvaggio naturalistica

 

Difficoltà: escursionistica sino all’attacco con la Croda- di seguito per esperti.

 

Tipologia sentiero o cammino: strada forestale. sentiero. tracce animali

 

 

Ferrata- no

 

Segnavia: CAI 978

 

Fonti d’acqua: si

 

Impegno fisico: basso

Preparazione tecnica: bassa

Attrezzature: no

 

Croce di vetta: no

Ometto di vetta: no

Libro di vetta: installato contenitore spiriti liberi.

Timbro di vetta: no

Riferimenti:

Cartografici: IGM Friuli – Tabacco 012
2) Bibliografici:
3) Internet: 

Periodo consigliato:  

 

Da evitare da farsi in:

Condizioni del sentiero:


Consigliati:

Data: giovedì 05 maggio 2022

Il “Forestiero Nomade”
Malfa

 

Tra i giganti che toccano  il cielo c’è sempre una piccola entità che aspira a imitare i fratelli maggiori. Ma spesso sia per le dimensioni ridotte che la posizione poco felice, queste piccole elevazioni vengono ignorate, diventando solo passione per i pochi amanti dello sconosciuto. Una di queste ignote è la Croda Piera, intanata nelle profondità della valle del Prescudin, all’ombra della magnifica catena montuosa che da Cima Manera conduce al Col Nudo. L’ho scoperta per caso e ho voglia di conoscerla, non mi faccio nessuna idea e mi godrò il momento. Raggiunta la frazione di Arcola, ci approntiamo subito, per Giovanna è la prima volta che accede alla mitica valle, sarò il suo mentore.  Percorriamo la stradina asfaltata, mentre una magnifica armonia  proveniente dal continuo scorrere del Torrente Prescudin allieta il nostro incedere,  lo stesso impluvio dà il nome alla valle. Il primo incontro magico con la fauna, non poteva che essere con la mia amica Cassandra, una bellissima salamandra. Da tempo non la incontravo, essa mi ha trovato più maturo e naturalmente stagionato. Io per cavalleria le ho risposto che è sempre uguale, in questi casi mentire non nuoce. Parliamo di tutto, di attualità, mi chiede cosa penso della guerra in Ucraina. Le rispondo, che tutto procede come sempre, che in natura c’è la vita e la morte, ma non l’immortalità; quindi, l’uomo ci pensa da solo a diminuire il numero dei suoi simili. Anch’io sto attento a non diminuire il numero di salamandre, avendo cura di non pestarne alcuna, ma la morte nasce con la vita. Il primo giorno di vita è l’inizio della nostra agonia, lenta  o veloce che sia. La pace è una breve pausa, come lo è la vita, godiamocele  entrambe. L’amica anfibia rimane in silenzio, interdetta, poi mi risponde  che ogni volta che parla con me va in confusione, sorrido, le pongo un ideale bacia zampetta e procedo, ci incontreremo su un altro sentiero, sicuramente…

Proseguiamo lungo la carrareccia, tagliando solo per un breve tratto nel bosco, per poi continuare su carrareccia, e infine per ampia traccia fino a raggiungere la località di Villa Elma. Lungo il percorso ci sono numerose tabelle esplicative, impossibile errare. Breve sosta nella bucolica località, davvero un’oasi. Proseguiamo il cammino a sud-ovest, sempre per carrareccia, stavolta inoltrandoci in un magnifico bosco di faggi, sentiero segnato come CAI 978. Il cammino non è faticoso, anzi, ci rilassiamo, finché lasciamo la pista per un sentiero, che sempre con moderata pendenza inizia a risalire  il pendio che scende dalla cresta che collega  il monte  I Muri con il monte Messer. Ad un bivio deviamo a sinistra, per un sentiero avente la stessa numerazione. Ci inoltriamo in un vallone dominato da ripide ed erose pareti. Mi pare di intuire la nostra meta, Croda Piera, un cocuzzolo selvatico, che da lontano non fa intuire come sarà l’avvicinamento. Per ripida e marcata traccia risaliamo sino a una forcella  che è la naturale prosecuzione di un ripido crestone che scema a valle. Dalla sella per raggiungere la vetta c’è un passaggio molto esposto, forse un primo grado più o secondo, Giovanna declina l’invito. Sono incuriosito, le lascio il mio zaino, aggirando l’ostacolo a oriente. Dico alla mia compagna che sto solo esplorando, ma, man mano che avanzo, mi inoltro in un canalino, e l’infante monello ha il sopravvento sull’uomo maturo. Un mugo tira l’altro, vado avanti e poi mi fermo, ma sì vado avanti ancora un po’ di metri e poi rientro, infine mi ritrovo in vetta, su una cimetta deliziosa e capricciosa ma che ho sedotto. Il punto più alto del pulpito è un enorme sporgenza granitica naturale, non vi trovo ometti, croci, nulla, solo questo monolito che abbisogna di una carezza del viandante. Eccomi! Lo coccolo e gli pongo un bel presente, il barattolino degli spiriti liberi, con l’evidente foglio rosso segno di fulgente passione.  Il pulpito  panoramico è molto esposto, ma mi piace, la sua conquista ha tirato fuori il mio lato selvatico, un’eccitazione intensa per un amante dell’illibatezza della natura. Rientro dalla mia signora, mi prendo un bel vaffa perché stava in pensiero, e ci sta, ma gongolo, perché l’imprecazione è compensata dalla conquista. Con calma rientriamo alla Villa Emma, dove abbiamo prenotato un tavolo per due. Giunge l’ora della ludica attività, nutrirsi, e i panini, come per magia, fluttuano fuori dallo zaino, per poi svanire nella parte meno nobile e oscura del copro umano. Non si vive solo di sublimazione, arte e poesia, ma anche di pane e mortadella, e di quella speciale,  bolognese e con i pistacchi, naturalmente accompagnata da un buon rosso, il Nero d’Avola. Insomma, siamo passati da Artemide a Bacco e per la direttissima. La vita è un intermezzo nella morte, e il panino con la mortadella aiuta a sublimare il tutto, naturalmente con la cornice spettacolare della Val Prescudin.

Il” Forestiero Nomade”

Malfa.








































 

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