Lago
del Tul da Mulinars ( PN)
Localizzazione:
Colli di Castelnovo-Clauzetto- Vito d’Asio.
Avvicinamento:
Lestans- Travesio-Paludea- strada
provinciale per Clauzetto- lasciare l’auto presso uno spiazzo vicino la
frazione di Mulinars.
Regione:
Friuli-Venezia Giulia
Provincia
di: PN
.
Dislivello:
210 m
Dislivello
complessivo: 210 m.
Distanza percorsa in Km: 5
Quota minima partenza: 248 m.
Quota
massima raggiunta: 389 m.
Tempi
di percorrenza escluse le soste: 2 ore
In:
coppia
Tipologia
Escursione: Naturalistica escursionistica
Difficoltà:
Per quanto breve la tipologia del terreno la consigliano ad escursionisti
esperti
Tipologia sentiero o
cammino: traccia di cacciatore-carrareccia
Ferrata-
Segnavia:
radi bolli- blu o rossi
Fonti
d’acqua: si
Impegno
fisico: basso
Preparazione
tecnica: bassa
Attrezzature:
no
Croce di vetta: no
Ometto di vetta: no
Libro di vetta: no
Timbro di vetta: no
Riferimenti:
1)
Cartografici:
IGM Friuli – Tabacco 028
2) Bibliografici:
3) Internet:
2)
Periodo
consigliato:
3)
4)
Da
evitare da farsi in:
Condizioni del
sentiero:
Consigliati:
Data: 30 giugno 2022
Informazioni tecniche sulla diga:
Diga del Tul e centrale Mulinars
In Val Cosa, parallela
alla Val d’Arzino, si trova l’impianto del Tul, proprietà di Edipower.
Il lago, alimentato dal torrente Cosa, ha una capacità di 211550 mc, e lungo il
corso di questo torrente sembra siano presenti altre opere di presa che
alimentavano alcune piccole centraline per la produzione di energia
idroelettrica.
La realizzazione di questo impianto si deve all’ing. Margarita, pioniere dell’
industria casearia ed elettrica del medio Friuli. Nel 1922 creò un piccolo
sbarramento sul torrente Cosa in località Zancan e successivamente, nel 1925,
la diga del Tul.
La diga ha un’altezza di 40,1 mt, una larghezza sul coronamento di circa 30 mt,
ed è molto particolare…pare difficile capire di primo impatto la tipologia, che
se non erro dovrebbe essere ad arco, in calcestruzzo, con mattonelle di
pietrame sul ciglio sfiorante.
La centrale di Mulinars si trova ad un centinaio di metri a valle della diga;
un’unica condotta forzata metallica, un tempo servita da una vasca di carico
ormai in disuso, convoglia l’acqua del bacino verso le 2 turbine Francis,
sfruttando un salto di 26 metri circa.
L’impianto è molto bello e caratteristico, mi ci è voluto del tempo e l’aiuto
di qualche pescatore per trovare i sentieri giusti per vedere e fotografare ciò
che interessava” (articolo preso dal Web).
Relazione:
A seguire la breve
introduzione sulla Diga del Tul, presa dal web, continuo con una breve
relazione. Dopo alcuni giorni, trascorsi a casa forzatamente (mal tempo e
altro) riprendo l’eterna fuga e il mio divenire nella natura, stavolta in
economia, scegliendo un itinerario vicino casa, quasi a chilometri zero. In
precedenza, ho esplorato la zona a occidente di Clauzetto, quella che domina lo
scorrere del torrente Cosa, e avevo notato dall’alto un lago e un cartello con
la scritta ”Al Lago”. Incuriosito, è giunto il
tempo di fare un sopralluogo, quindi, zaini pronti e mappa alla mano (
che dimenticherò a casa) si parte. Come punto di partenza ho scelto la località
di Mulinars, proprio accanto alla trattoria che precede di pochi metri la forra
dove è stata edificata la diga. Adoperando una mappa digitale, e con l’ausilio
della mia signora, risaliamo di pochi metri la strada asfaltata che porta fino
a Clauzetto. In prossimità di una cappella votiva, usciamo dal tratto
asfaltato, per guadare il torrentello, e subito dopo si è davanti a una spartana
falesia, una piccola palestra di roccia dal nome “Palestra delle Guardie” . Ci
troviamo alla base delle ripide pareti meridionali del Col Merrie, esplorato
dal sottoscritto non molto tempo fa
(relazione in via di pubblicazione).
Una traccia, poco
marcata, ci indica di seguirla a occidente, essa, con una serie di svolte, risale
il ripido pendio del colle. Trattasi di un itinerario per esperti per via della
ripidità e dell’esposizione, molto pericoloso con terreno bagnato o ghiacciato (bolli
blu). Dopo aver conquistato la cresta del colle, la traccia si abbassa
vistosamente nel boschetto, lambendo il letto del torrente Cosa, e noi, deviando
per una traccia di animali, da nord conquistiamo le rive del laghetto
artificiale chiamato del Tul.
È tanto emozionante la
visione delle acque smeraldine, e della numerosa colonia di girini che tingono
di nero le rive del lago. Ci lasciamo incantare da tale visione, girovagando inebriati da cotanta bellezza. Immagini
oniriche che richiamano molto da vicino i meravigliosi dipinti dei maestri impressionisti.
Sarebbe meraviglioso abbandonarsi al sogno e gridare al vento:<<La Vita è
meravigliosa!!!>>. Dopo una buona mezzoretta, riprendiamo il cammino,
seguendo la traccia selvatica, fino a scovare una pista bollata di rosso, che
dal letto del fiume ci conduce per ripido pendio fino alla località di Ràuina.
Il boschetto è selvatico, e anche questa traccia è opera di cacciatori. Dalla
piccola frazione di Ràunia procediamo per una stradella asfaltata che conduce
alla strada provinciale. Raggiunta quest’ultima a ritroso procediamo fino alla
frazione di Mulinars dove recuperiamo l’auto. Poiché manca una buona mezzora al
tempo da dedicare al desinare, decidiamo
di procedere in auto fino ad un'altra località, precisamente Forno presso Pielungo,
località storica dove venne combattuta la battaglia di Pradis nel primo
conflitto mondiale. Raggiunto il posteggio della piccola frazione, procediamo
con i viveri fino all’ex cimitero austroungarico, dove è posto un tavolo con
panche, proprio davanti al luogo sacro. Il colle è un eccellente pulpito
panoramico, dove spesso mi sono fermato nelle varie fine escursioni in zona.
Finalmente imbandiamo la tavola, con il noto pane ( mafaldine palermitane) e
mortadella bolognese con pistacchi, naturalmente il tutto accompagnato da un
buon rosso (Nero d’Avola). L’escursione termina in bellezza. Per il rientro, in
auto procediamo a oriente, imboccando la valle solcata dal torrente Arzino. Soddisfatti
della magnifica giornata, ammiriamo per l’ennesima volta le straordinarie montagne
selvatiche poste al margine della pianura friulana.
Il Forestiero Nomade.
Malfa
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