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venerdì 17 giugno 2022

Anello del monte Marsins e monte Sadi da Vinaio (Lauco UD).

Anello del monte Marsins  e monte Sadi da Vinaio (Lauco UD).

 

Localizzazione: Alpi carniche Centrali- Alpi orientali Tolmezzine-Gruppo dell’Arvenis-Dorsale Tamai-Zoncolan.

 

Avvicinamento: Tolmezzo-Villa Santina-indicazioni per la frazione Lauco-proseguire per la frazione di Vinaio, lasciando l’auto presso il cimitero di Allegnidis ( piccolo spiazzo)

 

Regione: Friuli-Venezia Giulia

 

Provincia di: UD

.

Dislivello: 600 m.

 

Dislivello complessivo: 600 m.


Distanza percorsa in Km: 11 Km.


Quota minima partenza:  807 m.

 

Quota massima raggiunta: 1395 m.

 

Tempi di percorrenza escluse le soste: 5 ore

In: coppia

 

Tipologia Escursione: Escursionistica - naturalistica

 

Difficoltà: escursionistiche

 

Tipologia sentiero o cammino:  Sentiero- sprazzi di carrareccia- tratti in libera lungo il crinale-

 

 

Ferrata-

 

Segnavia: CAI

 

Fonti d’acqua: no

 

Impegno fisico: medio

Preparazione tecnica: bassa

Attrezzature: no

 

Croce di vetta: no

Ometto di vetta: no

Libro di vetta: Installato barattolo spiriti liberi.

Timbro di vetta: no

Riferimenti:

1)               Cartografici: IGM Friuli – Tabacco 013
2) Bibliografici:
3) Internet: 

2)               Periodo consigliato:  

3)                

4)               Da evitare da farsi in:

Condizioni del sentiero:


Consigliati:

Data: venerdì 29 maggio 2022

Il “Forestiero Nomade”
Malfa

Dopo solo un paio di giorni che ero asceso sulla vetta del monte Falchia, rieccomi nel bellissimo territorio a nord di Lauco. Avevo già previsto che a breve sarei ritornato e anche con la presenza della mia compagna. Rispetto alla precedente escursione, proseguiamo in auto fino alla frazione di Vinaio, dove lasciamo il mezzo presso uno spiazzo adiacente al campanile. Una volta approntati, si parte in direzione del sovrastante borgo di Vinaio. Vagando all’interno della frazione, decidiamo di compiere un anello con svolgimento antiorario. Percorreremo un lungo sentiero, ben marcato, che taglia il versante orientale del monte Marsins. Sulla mappa aggiornata è segnato e nominato come Sentiero Cimenti, esso, riprende la remota via di transito che un tempo conduceva fino alla località di Val. L’ambiente montano della boscaglia ci aiuta a non patire troppo la canicola, anzi, l’ombra ci delizia. In breve, guadagniamo ben 400 metri di dislivello prima di raggiungere i prati di Val.  Raggiunta la bella località alpina, il cuore inizia a palpitare di intense e infinite emozioni. Ci ritroviamo a viaggiare all’interno del più classico dei dipinti montani, dove i verdi  e luminosi prati sono protetti dai monti, e gli stessi ricchi di profumati aghiformi. Le stesse baite sembrano disegnate dai bimbi, e non poteva non mancare un bellissimo cane, il fedele amico dell’uomo, che ci viene incontro, felice come una Pasqua di avere delle visite. Noi, Giovanna e io,  amiamo gli animali, e senza distinzione di specie, e loro, gli amici a quattro zampe, percepiscono il nostro spirito. Negli ultimi anni, durante una lunga autoanalisi, ho  scoperto di essere una persona per bene e positiva e non per merito degli umani, anzi, spesso con gli individui della mia specie vado in disaccordo.

Questa positività l’ho scoperta dal mio vagare nel regno degli animali. Tra gli incontri mi piace rimembrare il grifone che mi appare spesso in Slovenia, l’aquila di Casasola, gli stambecchi del Cimon del Montasio, le salamandre incontrate alla corte del Sernio, e tanti altri ancora. Grazie ad essi ho avuto la forza di scrutarmi dentro, tirando fuori il meglio e il peggio, e serbando solo quello che ritengo positivo.  Un ‘autentica catarsi interiore che mi ha cambiato totalmente. Ecco perché amo perdermi nello sguardo degli animali, dove mi ritrovo puro e nudo. Questa bella cagnona ci viene incontro, ci ammalia con lo sguardo. Noi proseguiamo per la nostra meta, risalendo una strada forestale che dal piano di Val conduce al monte Sadi, mentre l’amica a quattro zampe non ci molla, anzi, la stessa ci guida, conoscendo a memoria il percorso. È una delizia avere al seguito un cane, a noi manca il vecchio Magritte, che per limiti di età non è più operativo, e confesso che la sua assenza la sento, specie quando sono in solitaria.

La nostra amica pelosa ci fa stare bene, assieme a essa, in breve tempo, raggiungiamo la sommità della cima  Sadi con il seguente bucolico e omonimo stavolo. Seguiamo la cagnona, e dopo un ripido pendio tra file di abeti, raggiungiamo la magnifica e panoramica cima del monte Marsins. Una sorprendente cupola prativa ci proietta con lo sguardo nella meravigliosa regione montana.

In vetta, per quanto ampia sia, non troviamo nessun segno e oggetto che la evidenzi, nemmeno un ometto di sassi. L’ambiente è primitivo, naturale e selvaggio, ma il paesaggio che decanta la vetta è sublime.

Decidiamo di dividere il companatico con la nostra amica, che gradisce. Componiamo proprio un’immagine idilliaca, ideale per fare la pubblicità alle attività all’aria aperta. Passiamo un’oretta abbondante in pace prima di iniziare il rientro, e con esso si avvicina il momento drammatico, ossia il distacco forzato dalla nostra amica.

 È un cane ben curato, sicuramente appartiene ai locali che vivono in uno degli stavoli di Val. Presso un bivio, poco sotto la vetta della cima Sadi, decidiamo di rientrare a Vinaio tramite un sentiero che ripidamente ci conduce alla carreggiabile che scorre sul versante occidentale. Devo allontanare  a malincuore la nostra amica, recito un ruolo che non sento ma che devo. Improvvisamente, come se fossi ammattito di colpo,  le grido di andare via, accompagnando la voce con dei gesti e uno sguardo duro. L’animale rimane basito, si ferma, e poi timidamente e intristito si allontana. L’azione è dura da digerire, ho il magone, e una lacrima scorre lentamente sul mio volto, mentre procedo nella direzione opposta. Provo un acuto dolore, simile a quello che provano coloro che si amano ma si devono lasciare per una stupida causa maggiore. Iniziamo a scendere per il sentiero con un groppo in gola, percorrendo una non più tangibile traccia.  Procediamo in libera per il ripido pendio boschivo. Dopo alcuni minuti,  il tratto selvaggio ci impegna abbastanza, ho anche modo di scivolare e sbucciarmi un gomito. Attraverso delle peripezie raggiungiamo il tratto asfaltato, non prima di aver ammirato dei vetusti faggi dalle forme fantastiche. Percorrendo la stradina  scarichiamo la tensione e ci rilassiamo. Dopo alcuni chilometri siamo alla periferia di Vinaio, transitiamo lentamente, così ammiriamo dei particolari tipici dei borghi montani. Abbiamo anche modo di conversare con i locali, ed è simpatico e istruttivo, che durante la locuzione vengono fuori fatti e misfatti della vita di un tempo nei borghi montani. Raggiunta l’auto, ci approntiamo per il rientro. Prima di ripartire mi guardo intorno, riconoscendo tutte le vette,  e sorridendo con una punta di orgoglio, visto che sono stato in cima a tutte, e le stesse mi hanno donato negli anni un’infinità di emozioni. Con una gioia simile alla beatitudine, rientriamo a valle, con un’altra vetta conquistata e una nuova avventura da raccontare.

Il Forestiero Nomade.

Malfa.















































 

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