Sentiero del Capriolo da Casasola.
Localizzazione: Localizzazione:
Prealpi Carniche- Catena
Chiarescons - Cornaget- Resettum -Dorsale Resettum- Raut-
Avvicinamento:
Lestans- Meduno- Navarons- ampio spiazzo ( presso deviazione per Casasola)
presso fermata autobus di linea sulla strada che collega Navarons a Poffabro.
Regione:
Friuli- Venezia Giulia
Provincia
di: PN
.
Dislivello:
500 m.
Dislivello
complessivo: 500 m.
Distanza percorsa in Km: 12
Quota minima partenza: m. 370 m.
Quota
massima raggiunta: 640 m.
Tempi
di percorrenza escluse le soste: 4 ore
In:
coppia
Tipologia
Escursione: storico-naturalistico
Difficoltà:
escursionistiche
Tipologia sentiero o
cammino: sentiero- carrarecce-stradine del borgo-
Ferrata-
Segnavia:
CAI 899
Fonti
d’acqua: si
Impegno
fisico: medio
Preparazione
tecnica: bassa
Attrezzature:
no
Croce di vetta: no
Ometto di vetta: no
Libro di vetta: no
Timbro di vetta: no
Riferimenti:
1)
Cartografici:
IGM Friuli – Tabacco
2) Bibliografici:
3) Internet:
2)
Periodo
consigliato:
3)
4)
Da
evitare da farsi in:
Condizioni del
sentiero:
Consigliati:
Data: domenica 17
aprile 2022
Il “Forestiero Nomade”
Il Sentiero del Capriolo,
presumo, tra il serio e il faceto , che prenda questa denominazione per la
frequenza costante del luogo da parte degli ungulati. Infatti, la mattina stessa
dell’escursione, all’incirca mezzora dall’inizio del cammino, ne abbiamo
avvistato uno che si dileguava nel bosco. Traggo le seguenti conclusioni: sicuramente
trattasi di un remoto itinerario di animali selvatici, che di seguito i cacciatori
e gli stessi viandanti hanno adottato per le proprie necessità.
Durante le precedenti
escursioni in prossimità di Casasola
avevo notato un cartello esplicativo, posto ai margini della strada che collega Navarons a Poffabro, e
successivamente, incuriosito dal tracciato, ho studiato il territorio collinare
dall’alto delle cime adiacenti. Da una prima osservazione ho appurato che si
tratta di un ambiente fittamente boscoso, e che racchiude al suo interno la
frazione di Frisanco, quindi, non rimane che constatare di persona, e
precisamente il 17 aprile 2022, esattamente la Domenica di Pasqua.
Il giorno della Resurrezione,
Giovanna e io, giungiamo presso Casasola, dove lasciamo l’auto nello spiazzo adiacente
la strada provinciale, proprio accanto a una pensilina adibita per riparare gli
omini in attesa del mezzo pubblico. Zaino in spalle e sogni al seguito,
iniziamo l’avventura, procedendo verso un tornante a occidente, fino a
intravedere il cartello che ci indica l’inizio
del sentiero. Dopo pochi metri tramite un provvidenziale ponticello guadiamo il
torrente Mule, iniziando l’avventura propriamente detta. Molteplici sentieri si
diramano oltre il rugo, noi disegniamo
un anello che in senso orario ci
riporterà al punto di partenza.
Seguendo i remoti e ancora persistenti tracciati dell’uomo, transitiamo
per le stalle del Gore e del Prat, risalendo un ripido e boscoso crinale, che ci incanta per le abnormi
dimensioni di alcuni castagni. Ogni rudere che incontriamo è vissuto come una reliquia,
e la stessa ammirazione la dedichiamo alle numerose fioriture che annunciano
una lussureggiante primavera. Raggiunta la cresta ne percorriamo il filo
seguendo una marcata traccia, fino a raggiungere la deliziosa e bucolica pieve
della Madonna della Stangada, un’autentica e commovente sorpresa. L’edificio
sacro abbinato al meraviglioso paesaggio è un autentico dipinto, che richiama
allo sguardo un romanticismo di sapore ottocentesco. La meravigliosa giornata
festiva si illumina di magia e potrebbe dirsi completata per la gioia che ci ha
trasmesso, ma noi continuiamo. Dopo la doverosa visita al luogo di culto, proseguiamo
per la cresta dove raggiungiamo la quota più alta denominata La De Pins. Breve sosta,
per poi proseguire per il seguente e selvaggio colle di Somp li Albis. Dopo
aver effettuato una breve visita di cortesia al colle decidiamo di consumare il
nostro pranzo pasquale ( a sacco) nei prati sottostanti. La sosta è benefica,
distesi all’ombra di un acero, come in un noto dipinto impressionista, consumiamo
il nostro pasto, saziando la fame, e con lo sguardo assorto dalle poderose pareti
verticali della cresta del Monte Raut. Una pausa davvero magnifica, dove il
contatto diretto con l’erba del prato aggiunge magia a una splendida giornata
da incorniciare. Ripreso il cammino, ci avviamo verso la sottostante frazione
di Frisanco. L’ affascinante borgo per via della sua originale architettura è
uno dei gioielli della Val Colvera. È gradevole transitare per i vicoli con le macchine
fotografiche alla mano, per ammirare a bocca aperta, il tessuto urbano e anche i naif arredi
esterni, dove il moderno si mescia con il passato. Da una vetusta e ancora operante
fontana, atta anche a lavatoio, diparte il sentiero che ci riconduce al punto
di partenza dell’escursione, proprio a pochi metri dal ponticello guadato in
mattinata. Oltrepassato quest’ultimo siamo sulla strada asfaltata che ci
conduce all’auto. Così ha termine una Pasqua all’insegna della natura e della
pace e dell’amore.
Il Forestiero Nomade.
Malfa.
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