Monte
Palis da Moggio Udinese
Note
tecniche.
Localizzazione: Alpi Carniche- Alpi
Tolmezzine-Gruppo Sernio Grauzaria- Dorsale della Grauzaria.
Avvicinamento: Lestans-Pinzano- Gemona-
Starale Pontebbana. Uscita Moggio UDINESE- Moggio Udinese Alta.
Regione: Friuli-Venezia Giulia.
Dislivello:
punto e quota di partenza 419 m.
Dislivello complessivo: 419 m.
Distanza percorsa in Km: 9
Quota minima partenza: 390 m.
Quota
massima raggiunta: 808 m.
Tempi
di percorrenza escluse le soste: 4 ore
In:
solitaria
Tipologia
Escursione: selvaggio-escursionistica
Difficoltà:
Escursionisti Esperti
Ferrata- valutazione
difficoltà:
Segnavia:
Sentiero e mulattiera-sentiero CAI 418
Fonti
d’acqua: si
Impegno
fisico: medio
Preparazione
tecnica: media
Attrezzature:
no
Croce di vetta: creata
una minimalista con rami.
Ometto di vetta: no
Libro di vetta: istallato
barattolino spiriti liberi
Timbro di vetta: no
Riferimenti:
1)
Cartografici:
IGM Friuli –Tabacco 018
2) Bibliografici:
3) Internet:
2)
Periodo
consigliato:
3)
4)
Da
evitare da farsi in:
Condizioni del
sentiero:
Consigliati:
Data: martedì 07
dicembre 2021
Il “Forestiero Nomade”
Malfa
Alla ricerca del colle
e del borgo perduto, questa è la missione che sento di compiere. Una ricerca
interiore con delle domande a cui voglio rispondere viaggiando in solitudine.
Mi aggiro con amore in una terra che tanti anni che la frequento sento mia, malgrado
il sottoscritto sia nato in un’isola lontana. Una natura che mai mi ha fatto
sentire straniero o forestiero. La montagna friulana, veneta, sicula, afghana,
marchigiana, sarda, di altri paesi e regioni mi ha sempre accolto con amore, perché
in fondo stranieri lo siamo tutti se indossiamo vestiti ricamati con preconcetti
e dipinti di ignoranza.
Se vaghiamo nudi, con
la curiosità e l’innocenza di un bimbo, tutto l’universo si apre e si mostra
chiaro e luminoso. Per questo vivo intensamente i piaceri, e non chiedetemi
quale montagna o borgo mi abbia di più stregato, vi risponderei semplicemente “quello
che ancora devo conoscere”. Quest’ultima escursione sul monte Palis è stata una
continua sorpresa
: dal primo all’ultimo
metro di territorio. La località è ben nota, è Moggio Udinese, dove io amo tutto,
dagli locali ai monti che la circondano. Come spesso ho scritto, è una mia
terza patria, ho trascorso numerosi giorni della mia esistenza a percorrerne i
sentieri, e non ho ancora finito di vagare per questo meraviglioso territorio,
incastonato come una gemma nel cuore del Friuli montano. Per il monte Palis non
avendo chiara la condizione della sentieristica, ho lasciato l’auto nella Moggio
Alta, al solito parcheggio per turisti con cartello e mappa esplicativa. Una
volta pronto, mi sono avviato a sud, presso un maneggio, e come in una favola,
è venuto fuori dal nulla un cavaliere con il suo destriero. Chiedo all’uomo a
cavallo informazioni e conferme sulla pista che sto seguendo, mi rende edotto
che c’è una traccia che conduce in alto, ma per l’anello che intendo servirmi
non sa dirmi se troverò il continuo per via di probabili schianti. Ci salutiamo
con cordialità, e inizio l’ascesa alla piccola elevazione, percorrendo un’ampia
strada battuta che si esaurisce in uno slargo da dove proseguo per il sentiero
vero e proprio. L’ascesa è ripidissima spesso esposta a sud sul ripido versante
che si aggetta sul torrente Fella. Percorro una traccia a volte bene battuta, (protetto
dai fusti dei pini) segnata e tratteggiata in nero sulla mappa. Inizio a
scorgere il biancore della neve, e a pestarla poco dopo i 500 metri di quota, e
con il salire diventa più corposa. Spesso, quando perdo la traccia, mi lascio
guidare dall’istinto, cavalcando sempre la cresta, finché raggiungo il cupolone
sommitale, fitto di una vegetazione arborea che ne occulta la visione sulle
vette attigue.
Fa freddo, quindi mi sbrigo
nell’attivarmi per lasciare un segno del passaggio del forestiero nomade, e di
seguito, sempre per istinto e dopo una rapida consultazione della mappa, decido
di proseguire a nord, calandomi per un ripido sentiero, stavolta guidato dalle
opportune e immancabili impronte dell’amica dea. Sì, proprio lei, Artemide, la
divinità protettrice della natura, che spesso mi appare sotto le sembianze di
alcuni animali selvatici, tra cui la riconosco nel capriolo, lupo, cane, aquila
e grifone. Le impronte che seguo oggi sono quelle di un cervide, esse mi guidano
nella direzione che ho individuato nella mappa, finché sono sopra la pesta di
un sentiero che si addestra tra le ripide e perpendicolari pareti rocciose del Palis.
Esse dominano il vallone che da moggio conduce alle frazioni delle moggesse.
Man mano che scendo di quota la neve è meno persistente fino a diventare un
bianco velo. L’ambiente è meraviglioso e selvatico, peccato che questo sentiero
non sia segnato dal CAI, è davvero stupendo, specie per alcuni passaggi sulla
roccia e di alcuni scorci panoramici. La montagna, come sempre mi è benevola, e
di questo non ho mai dubitati, è un sentimento reciproco che provo con la
massima intensità. Dai pulpiti panoramici ammiro le elevazioni a monte di
Moggio e tra di esse spicca il selvaggio Pisimoni, e la stessa cittadina
imbiancata, è più bella che mai. La pesta conduce al sentiero 418, che imbocco,
e mentre sono intento a togliere i ramponi, passa un viandante dal volto dolce
e sorridente, breve e sincero reciproco saluto. Moggio è anche questo, natura e
cortesia. Ripreso il cammino, stavolta ritorno a valle, e una volta fuori dall’oscuro
e freddo ambiente mi dirigo ai luminosi prati periferici di Moggio, quelli
posti poco più alti dei tetti stessi delle abitazioni, l’intento è di consumare
il pasto. Il sole si avvia a sorgere in un altro luogo, donandomi i suoi ultimi
raggi infuocati, e io, seduto sullo zaino, ammiro il crepuscolo, la dolce
discesa del cerchio rosso nella volta celeste, che veste di fuoco l’ambiente circostante.
Ripreso il cammino, mi aggiro per Moggio Alta, alla ricerca di quel meraviglioso
cartello “Ancje voi us dis bondì”
(Anche oggi vi dico buongiorno!) con cui ho iniziato l’escursione. Trovato il
cartello, pochi metri dopo scorgo anche l’auto, così scrivo la parola fine a
questa splendida avventura sul monte Palis, un magnifico colle del magico Friuli.
Il Forestiero Nomade.
Malfa.
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