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venerdì 2 luglio 2021

Monte Porgeit 1864 m. da Casera Mela -Erto

Monte Porgeit 1864 m. da Casera Mela -Erto

 

 

Localizzazione: Dolomiti Orientali: Gruppo Duranno-Cima dei PRETI

 

Avvicinamento: Barcis-Val Cellina-Cimolais-Passo di Sant’Osvaldo- Erto- Indicazioni per la Val Zemola- Ampio parcheggio sotto Casera Mela (1200 m. di quota) - Pagamento pedaggio 3 euro giornaliere (colonnina elettronica pedaggio).

 

Regione: Friuli-Venezia Giulia

 

Provincia di: Pordenone

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Dislivello: 727 metri.

 

Dislivello complessivo:727 metri


Distanza percorsa in Km: 8


Quota minima partenza: Spiazzo casera mela 1200 m.

 

Quota massima raggiunta: 1864 m.

 

Tempi di percorrenza escluse le soste: 4, 5 ore.

In: Gruppo spiriti liberi

 

Tipologia Escursione: Escursionistica        Selvaggia Panoramica

 

Difficoltà: Escursionisti esperti dalla forcella Val della Fòrscia

 

Tipologia sentiero o cammino: Sino alla Forcella Val della Fòrscia sentiero CAI, immerso in un bel bosco di faggio. Nel ripido crinale inerbito che porta alla vetta solo rade tracce.

 

 

Ferrata-

 

Segnavia: CAI

 

Fonti d’acqua: solo alla partenza

 

Impegno fisico: Medio alta

Preparazione tecnica: media

Attrezzature: no

 

Croce di vetta: si, minimalista

Ometto di vetta: si

Libro di vetta: si, lo storico librettino.

Timbro di vetta: no

Riferimenti:

1)               Cartografici: IGM Friuli – Tabacco 021
2) Bibliografici:
3) Internet: 

2)               Periodo consigliato:  

3)                

4)               Da evitare da farsi in:

Condizioni del sentiero:


Consigliati: Ramponcini da erba, sentiero ripido e insidioso (la parte alta)

Data: 26 giugno 2021

Il “Forestiero Nomade”
Malfa

Gli spiriti liberi, quelli autentici, non li puoi relegare, loro volano in alto, appaiono e si volatilizzano, sono presenti e non li distingui. L’unico modo per riunirli in un piccolo spazio o di metterli in contatto tra loro è il fato, qualcosa che trascende la normalità, ovvero l’evento eccezionale. Un giorno di giugno, uno spirito libero volava in alto, tanto in alto, più alto dei monti, noi l’ammiravamo dal basso, eravamo meravigliati dai suoi volteggi, finché, un messo, ci ha svegliati dal sogno: <<Annamaria non è più tra i comuni mortali, ora ascende le vie del cielo!>> Sono rimasto basito alla nuova del messo, ancora vedo il suo volto felice e radioso, e non voglio credere a una così trista missiva. Come per magia, ci mettiamo in contatto tra noi viandanti dei monti, per capire…

Annamaria è una seguace del gruppo spiriti liberi, di recente ha pubblicato molto materiale, e come fanno i condottieri, è doveroso onorarne il valore e le gesta, fosse stata anche l’ultimo dei coscritti o il più anziano dei veterani. Cerco le parole di commiato tra i grandi poeti ma non le trovo, le individuo nel mio cuore ed escono copiose, di getto, come se l’avessi conosciuto da sempre. Tutti i grandi eroi, prima di lasciare questo mondo, conseguono un doveroso tributo dai compagni di passione, e noi, pellegrini dei monti, gli predisporremo una nave, che solcando l’oceano del cielo l’accompagnerà nell’ultimo viaggio nel mare della vita.

Ho pensato di andare per monti prima di presenziare alle esequie, la stessa idea l’ha avuta Gino, il Prof, il ragazzo più sensibile che abbia mai incontrato in vita mia, e non posso che accogliere il suo desiderio. La scelta cade sul monte Porgeit, un rilievo che la nostra Annamaria ha solcato di recente. La montagna sovrasta la valle del Vajont; chissà quante volte lei ha volto lo sguardo alla cresta.

Con noi ci sarà anche Giovanna, viene su Fabiana, e Gino mi preannuncia che saranno presenti due spiriti liberi eccezionali, Gabriele e Massimo.

Si ascende il monte da Casera Mela, poi si vedrà il proseguo.

Il mattino dell’escursione è una levataccia, bisogna terminare l’uscita subito dopo il meriggio, quindi arriviamo alla Casera Mela al sorgere del sole. Siamo i primi, pochi istanti dopo arrivano Fabiana e Gino, e di seguito gli altri. Saluto calorosamente Gino, mi lascio andare a un abbraccio intenso, da tempo non ci si incontrava. Iniziamo l’escursione tramite il sentiero 374, la carrareccia si inoltra nella val Zemola, guadando il torrente omonimo seguiamo le indicazioni per la Casera Galvana. Questo tratto di cammino mi è totalmente nuovo. In precedenza, ho raggiunto il Porgeit dal faticoso e ripido versante meridionale. La frescura dell’ombroso bosco di faggi ci aiuta nel tragitto, andiamo su velocemente e con delizia. Commentiamo tutto, ma non parliamo del perché ci siamo radunati. Lungo il sentiero ho modo di conoscere Gabriele e Massimo, ci accomuna lo sfrenato amore per l’ambiente selvaggio, e confrontiamo le nostre esperienze in materia. In meno di due ore raggiungiamo la meravigliosa casera Galvana, solitaria e immaginifica, e da essa ammiriamo la maestosità del Duranno che pare un’opera d’arte. Dopo una breve pausa, procediamo per il monte, lasciamo il sentiero e tagliamo per un ripido prato che ci guida sino alla forcella che divide il Monte Porgeit dal Col dal Mus.

Breve sguardo sulle meravigliose cime che circondano la Val del Vajont, il cielo è terso e noi viviamo la splendida giornata.

Dalla forcella inizia il tratto più impegnativo, ovvero, il ripido pendio che conduce alla cresta erbosa del Porgeit. Qualche pesta lascia intravedere la rotta da seguire, ma spesso procediamo di intuito, e la pendenza è consistente. Proseguiamo con calma (i ramponi da erba sarebbero stati utili), finché raggiungiamo la bella cresta, con un paesaggio da interrompere il fiato per via dell’esposizione su entrambi i versanti. Questo tratto delicato ed esposto ce lo godiamo, e con calma raggiungiamo i nostri amici che ci hanno preceduti in vetta (quota 1864 m.). L’ atmosfera è surreale, la gioia della conquista è frammista al pensiero che vola per la nostra amica. Non ne parliamo, ma si avvertono le emozioni, e forse il tacere è più fragoroso dell’inutile chiacchierare. A volte guardiamo in basso, verso i remoti tetti di Erto, dove Annamaria aveva creato un sogno che condivideva con gli escursionisti. Un paradiso nel paradiso, il sogno nel sogno. Noi spiriti liberi siamo quassù, in cima, vegliamo sul suo volo e ne abbiamo seguito le avventure, come lei seguiva le nostre. Siamo spirito, energia, liberi, ma anche di carne. Osservo silenziosamente i compagni di ventura, ne sento il respiro, ne penetro lo sguardo. Annamaria in tuo onore ci siamo riuniti su questa selvaggia e luminosa cima. Non abbiamo bisogno di camminare sul medesimo sentiero per essere fratelli e sorelle. Tu hai scritto sullo stesso nostro pezzo di carta, e noi abbiamo percorso i sentieri che tu hai rivelato. Tutto questo ci unisce, e l’unica differenza tra noi sta solo in un suono gutturale, ovvero quello che noi chiamiamo nome: Gino, Fabio, Marco, Annamaria, Giulio, Mauro, Luciana, Flaviana, Massimo, Gabriele, Federica & Loris, Stefano, Danielle, Lucia, Ivana, Enrico, Giovanna, Sergio, Italo, Malfa, ecc. ecc.  Sono solo nomi per identificare spiriti che volano in alto, che sognano e fan sognare, e quando qualcuno di noi vola troppo in alto, siamo tristi, perché ci ha preceduti nell’ultimo viaggio, quello che porta alla cima eletta: l’Eternità.  Per la discesa ci separiamo, io rientro per lo stesso sentiero d’andata con Giovanna e Fabiana, Gino, Gabriele e Massimo, percorrono il sentiero a sud. Ci riuniremo a Erto, dove troviamo altri compagni di volo, e tutto questo è onirico. Seguiamo il feretro sino alla chiesa, io non entro nell’edificio sacro e mi perdo in un roseto, guardando attraverso i petali i volti dei viandanti, tanti, che hanno in comune la stessa passione, la montagna.

Annamaria, sono ben cosciente che dentro quella scatola in legno non c’è il tuo spirito. Contemplo le rose, e dai petali scorgo il tuo dolce sorriso, non avresti mai creduto che con il tuo ultimo volo ci avresti riuniti. Ci sei riuscita! Continua a sorridere Annamaria, la tua essenza è prodigiosa.

Il Forestiero Nomade.

Malfa
























































 

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