Monte
Porgeit 1864 m. da Casera Mela -Erto
Localizzazione:
Dolomiti Orientali: Gruppo Duranno-Cima dei PRETI
Avvicinamento:
Barcis-Val Cellina-Cimolais-Passo di Sant’Osvaldo- Erto- Indicazioni per la Val
Zemola- Ampio parcheggio sotto Casera Mela (1200 m. di quota) - Pagamento
pedaggio 3 euro giornaliere (colonnina elettronica pedaggio).
Regione:
Friuli-Venezia Giulia
Provincia
di: Pordenone
.
Dislivello:
727 metri.
Dislivello
complessivo:727 metri
Distanza percorsa in Km: 8
Quota minima partenza: Spiazzo casera mela 1200 m.
Quota
massima raggiunta: 1864 m.
Tempi
di percorrenza escluse le soste: 4, 5 ore.
In:
Gruppo spiriti liberi
Tipologia
Escursione: Escursionistica Selvaggia
Panoramica
Difficoltà:
Escursionisti esperti dalla forcella Val della Fòrscia
Tipologia sentiero o
cammino: Sino alla Forcella Val della Fòrscia sentiero CAI, immerso in un bel
bosco di faggio. Nel ripido crinale inerbito che porta alla vetta solo rade
tracce.
Ferrata-
Segnavia:
CAI
Fonti
d’acqua: solo alla partenza
Impegno
fisico: Medio alta
Preparazione
tecnica: media
Attrezzature:
no
Croce di vetta: si,
minimalista
Ometto di vetta: si
Libro di vetta: si, lo
storico librettino.
Timbro di vetta: no
Riferimenti:
1)
Cartografici:
IGM Friuli – Tabacco 021
2) Bibliografici:
3) Internet:
2)
Periodo
consigliato:
3)
4)
Da
evitare da farsi in:
Condizioni del
sentiero:
Consigliati: Ramponcini da erba, sentiero ripido e insidioso (la parte alta)
Data: 26 giugno 2021
Il “Forestiero Nomade”
Malfa
Gli spiriti liberi,
quelli autentici, non li puoi relegare, loro volano in alto, appaiono e si volatilizzano,
sono presenti e non li distingui. L’unico modo per riunirli in un piccolo
spazio o di metterli in contatto tra loro è il fato, qualcosa che trascende la
normalità, ovvero l’evento eccezionale. Un giorno di giugno, uno spirito libero
volava in alto, tanto in alto, più alto dei monti, noi l’ammiravamo dal basso,
eravamo meravigliati dai suoi volteggi, finché, un messo, ci ha svegliati dal
sogno: <<Annamaria non è più tra i comuni mortali, ora ascende le vie del
cielo!>> Sono rimasto basito alla nuova del messo, ancora vedo il suo
volto felice e radioso, e non voglio credere a una così trista missiva. Come
per magia, ci mettiamo in contatto tra noi viandanti dei monti, per capire…
Annamaria è una
seguace del gruppo spiriti liberi, di recente ha pubblicato molto materiale, e
come fanno i condottieri, è doveroso onorarne il valore e le gesta, fosse stata
anche l’ultimo dei coscritti o il più anziano dei veterani. Cerco le parole di
commiato tra i grandi poeti ma non le trovo, le individuo nel mio cuore ed
escono copiose, di getto, come se l’avessi conosciuto da sempre. Tutti i grandi
eroi, prima di lasciare questo mondo, conseguono un doveroso tributo dai
compagni di passione, e noi, pellegrini dei monti, gli predisporremo una nave,
che solcando l’oceano del cielo l’accompagnerà nell’ultimo viaggio nel mare
della vita.
Ho pensato di andare
per monti prima di presenziare alle esequie, la stessa idea l’ha avuta Gino, il
Prof, il ragazzo più sensibile che abbia mai incontrato in vita mia, e non
posso che accogliere il suo desiderio. La scelta cade sul monte Porgeit, un rilievo
che la nostra Annamaria ha solcato di recente. La montagna sovrasta la valle
del Vajont; chissà quante volte lei ha volto lo sguardo alla cresta.
Con noi ci sarà anche Giovanna,
viene su Fabiana, e Gino mi preannuncia che saranno presenti due spiriti liberi
eccezionali, Gabriele e Massimo.
Si ascende il monte da
Casera Mela, poi si vedrà il proseguo.
Il mattino
dell’escursione è una levataccia, bisogna terminare l’uscita subito dopo il
meriggio, quindi arriviamo alla Casera Mela al sorgere del sole. Siamo i primi,
pochi istanti dopo arrivano Fabiana e Gino, e di seguito gli altri. Saluto
calorosamente Gino, mi lascio andare a un abbraccio intenso, da tempo non ci si
incontrava. Iniziamo l’escursione tramite il sentiero 374, la carrareccia si
inoltra nella val Zemola, guadando il torrente omonimo seguiamo le indicazioni
per la Casera Galvana. Questo tratto di cammino mi è totalmente nuovo. In
precedenza, ho raggiunto il Porgeit dal faticoso e ripido versante meridionale.
La frescura dell’ombroso bosco di faggi ci aiuta nel tragitto, andiamo su velocemente
e con delizia. Commentiamo tutto, ma non parliamo del perché ci siamo radunati.
Lungo il sentiero ho modo di conoscere Gabriele e Massimo, ci accomuna lo
sfrenato amore per l’ambiente selvaggio, e confrontiamo le nostre esperienze in
materia. In meno di due ore raggiungiamo la meravigliosa casera Galvana,
solitaria e immaginifica, e da essa ammiriamo la maestosità del Duranno che pare
un’opera d’arte. Dopo una breve pausa, procediamo per il monte, lasciamo il
sentiero e tagliamo per un ripido prato che ci guida sino alla forcella che
divide il Monte Porgeit dal Col dal Mus.
Breve sguardo sulle
meravigliose cime che circondano la Val del Vajont, il cielo è terso e noi viviamo
la splendida giornata.
Dalla forcella inizia
il tratto più impegnativo, ovvero, il ripido pendio che conduce alla cresta
erbosa del Porgeit. Qualche pesta lascia intravedere la rotta da seguire, ma
spesso procediamo di intuito, e la pendenza è consistente. Proseguiamo con
calma (i ramponi da erba sarebbero stati utili), finché raggiungiamo la bella
cresta, con un paesaggio da interrompere il fiato per via dell’esposizione su
entrambi i versanti. Questo tratto delicato ed esposto ce lo godiamo, e con
calma raggiungiamo i nostri amici che ci hanno preceduti in vetta (quota 1864 m.).
L’ atmosfera è surreale, la gioia della conquista è frammista al pensiero che
vola per la nostra amica. Non ne parliamo, ma si avvertono le emozioni, e forse
il tacere è più fragoroso dell’inutile chiacchierare. A volte guardiamo in
basso, verso i remoti tetti di Erto, dove Annamaria aveva creato un sogno che
condivideva con gli escursionisti. Un paradiso nel paradiso, il sogno nel
sogno. Noi spiriti liberi siamo quassù, in cima, vegliamo sul suo volo e ne
abbiamo seguito le avventure, come lei seguiva le nostre. Siamo spirito,
energia, liberi, ma anche di carne. Osservo silenziosamente i compagni di
ventura, ne sento il respiro, ne penetro lo sguardo. Annamaria in tuo onore ci
siamo riuniti su questa selvaggia e luminosa cima. Non abbiamo bisogno di camminare
sul medesimo sentiero per essere fratelli e sorelle. Tu hai scritto sullo
stesso nostro pezzo di carta, e noi abbiamo percorso i sentieri che tu hai rivelato.
Tutto questo ci unisce, e l’unica differenza tra noi sta solo in un suono
gutturale, ovvero quello che noi chiamiamo nome: Gino, Fabio, Marco, Annamaria,
Giulio, Mauro, Luciana, Flaviana, Massimo, Gabriele, Federica & Loris,
Stefano, Danielle, Lucia, Ivana, Enrico, Giovanna, Sergio, Italo, Malfa, ecc.
ecc. Sono solo nomi per identificare spiriti
che volano in alto, che sognano e fan sognare, e quando qualcuno di noi vola troppo
in alto, siamo tristi, perché ci ha preceduti nell’ultimo viaggio, quello che
porta alla cima eletta: l’Eternità. Per
la discesa ci separiamo, io rientro per lo stesso sentiero d’andata con
Giovanna e Fabiana, Gino, Gabriele e Massimo, percorrono il sentiero a sud. Ci riuniremo
a Erto, dove troviamo altri compagni di volo, e tutto questo è onirico.
Seguiamo il feretro sino alla chiesa, io non entro nell’edificio sacro e mi
perdo in un roseto, guardando attraverso i petali i volti dei viandanti, tanti,
che hanno in comune la stessa passione, la montagna.
Annamaria, sono ben
cosciente che dentro quella scatola in legno non c’è il tuo spirito. Contemplo le
rose, e dai petali scorgo il tuo dolce sorriso, non avresti mai creduto che con
il tuo ultimo volo ci avresti riuniti. Ci sei riuscita! Continua a sorridere
Annamaria, la tua essenza è prodigiosa.
Il Forestiero Nomade.
Malfa
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