Monte Castelat e monte Cornor dalla Malga di Pian Grande.
Note tecniche.
Localizzazione: Prealpi Carniche Gruppo Col Nudo-Cavallo
Regione: Veneto
Avvicinamento: Lestans-Maniago-Aviano- Caneva- Budoia -seguire
indicazioni per la Foresta del Cansiglio- percorrere la rotabile attraversando
i paesi di Spert e Sant’Anna- Da Sant’Anna seguire la ripida strada campestre
che porta sino alla Malga di Pian Grande- ampio parcheggio con disco orario e a
pagamento.
Dislivello: 1000 m.
Dislivello complessivo: 1160 m.
Distanza percorsa in Km: 14, 5
Quota minima partenza: 1204 m.
Quota massima raggiunta: 2208 m.
Tempi di percorrenza escluse le soste: 5 ore
In: coppia
Tipologia Escursione: paesaggistica-naturalistica
Difficoltà: escursionistiche, per esperti solo la cresta finale
del Castelat.
Segnavia: CAI 926-923
Impegno fisico: medio
Preparazione tecnica: bassa
Attrezzature: no
Croce di vetta: no
Ometto di vetta: si
Libro di vetta: si
Timbro di vetta: no
Riferimenti:
1)
Cartografici: IGM Friuli –Tabacco 012
2) Bibliografici:
3) Internet:
2) Bibliografici:
3) Internet:
2)
Periodo consigliato: Tutto l’anno,
essendo una località idonea per lo scialpinismo.
3)
4)
Da evitare da farsi in:
Condizioni del sentiero: ben marcato e segnato
Fonti d’acqua: no
Consigliati:
Data: martedì 07 luglio 2020
Il “Forestiero Nomade”
Malfa
Felice e distensiva escursione tra i monti
dell’Alpago, una degna cornice per festeggiare il genetliaco della mia signora.Malfa
Essendo un giorno per omaggiare, ho scelto una
montagna di facile approccio, direi escursionistica. La cornice dei monti che
circonda il rifugio Semenza è una delle località più frequentate dagli
escursionisti delle province limitrofe. È facile durante il fine settimana
incontrare lungo i sentieri di accesso interi plotoni di camminatori. Per
questa speciale occasione ho deciso di arrivare nella località di partenza passando
dal bosco del Cansiglio, tramite la rotabile che sale su dalla cittadina di
Caneva. Conoscendo bene il luogo, non sono rimasto sorpreso nello scorgere i
giochi di luce creati dalla nebbia mattutina, un autentico muro di bruma. Siamo
scesi dall’abitacolo dell’auto per ammirare il meraviglioso arcobaleno che distava
proprio pochi metri dietro di noi, abbiamo vissuto una situazione surreale e irripetibile.
Proseguiamo il cammino in auto, addentrandoci nel meraviglioso altopiano, transitando
per le località di Tambre e Sant’Anna, e infine, risalendo una ripida stradina
di campagna, raggiungiamo la Malga di Pian Grande (quota 1204 m.). Lasciamo l’automezzo
in un munito parcheggio a pagamento. Rispetto alle mie precedenti escursioni
nella località, il punto di partenza è posto alcune centinaia di metri poco
sotto la malga Pian Lastre. Una volta approntati si parte. La bellissima
giornata, il verde dei prati, la volta celeste color lapislazzuli, fanno sì che
il paesaggio sia una cornice stupefacente, non a caso gli artisti veneti sono tra
i più grandi pittori e raffinati conoscitore del colore.
Iniziamo il cammino, immersi in un sogno, delle
pacifiche mucche brucano al bivio tra la strada forestale e l’inizio del
sentiero 926. Ci alleggeriamo subito degli abiti, e continuiamo il cammino per
il rifugio Semenza. Un fitto boschetto di aghiformi ci protegge dai raggi del
sole, donandoci refrigerio, poco dopo la vegetazione si dirada, e riappare il
sole proprio sotto le rocciose pendici meridionali della cima delle Vacche.
D’ora in poi non troveremo più l’alta vegetazione,
percorreremo una assolata mulattiera, ammirando a oriente le inconfondibili piramidi
di roccia: cima della Palantina, cima Manera e il monte Laste.
Siamo da soli nel sentiero, e la felicità del sito rapisce
lo spirito. Ripercorro a ritroso parte del cammino effettuato pochi giorni
prima con Dario e Francesco, sorridendo nel ripensare ad alcuni piacevoli momenti.
In vista del rifugio Semenza, consiglio a Giovanna di
non effettuare la sosta, e di rinviare la visita al rientro dalla vetta. Il
monte Laste e la cima Manera brulicano di escursionisti, ne osserviamo le
minuscole sagome che si spostano in cresta. Una famigliola con dei piccini
scende dal Laste. Valicata la forcella Laste, non visitiamo il noto bivacco
color fuoco, perché chiuso a causa del Covid 19, ma scendiamo di alcuni metri nella
val Sperlonga, passando tra le roccette, per poi risalire una traccia non
segnata a sinistra.
Io e Magritte lo ricordiamo bene questo tratto di
sentiero, fatto alcuni anni fa per raggiungere la cima del Cornor; allora partimmo
da Piancavallo, aggirando il monte Palantina e successivamente raggiungendo il
monte Cornor, per il ripido ed esposto sentiero di cresta, che inizia proprio
sopra il rifugio Semenza. Ritornando all’escursione odierna, aggiriamo le
pendici settentrionali del monte Cornor, giungendo alla forcella omonima per
comoda traccia nella ghiaia. Estasiati dal bianco della roccia, ammiriamo i teatri
di pietrisco che si aprono su entrambi i versanti, per poi dedicarci alla
salita della nostra meta odierna, il monte Castelat.
Per facile cresta (a tratti frastagliata) raggiungiamo
l’inerbita e comoda vetta (quota 2208 m.), dove optiamo di festeggiare il
compleanno accendendo una simbolica candelina.
Dall’apice dell’elevazione ammiriamo le dolomiti
Venete e friulane e naturalmente quello che riusciamo a intravedere della
pianura veneta. Mentre procedo nelle normali operazioni di vetta (apportare le
firme sul libro di vetta, ecc. ecc.), avverto un’ombra sopra di me e pochi
istanti dopo, con dei veloci e poderosi battiti di ala, ci sorvola un’aquila,
passa tre metri sopra le nostre teste, rimaniamo stupiti e incantati; è il dono
della Montagna.
Trascorriamo più di un‘ora in vetta, la giornata
continua a permanere nel suo splendore. Poco più avanti dista il monte Gluson,
decidiamo di visitarlo in futuro, ma dall’altro versante, quello occidentale che
abbiamo notato durante l’ascesa. Dopo aver trascorso in beatitudine il tempo,
decidiamo di rientrare per lo stesso sentiero dell’andata. Raggiunta la
forcella Cornor, io e Magritte, vorremmo proseguire per il rifugio, ma Giovanna
vuole visitare la vetta del Cornor, è il suo compleanno, quindi ubbidiamo.
Un elementare sentiero sul morbido crinale porta su in
cima, dove troviamo una rudimentale croce e un tubo porta libro di vetta( quota
2170 m.).Il panorama è splendido, notevole e magica appare la Val Sperlonga e
il lunghissimo crinale che dalla cima del Cavallo conduce al lontano Col Nudo, Trascorso
il tempo in vetta, procediamo al rientro. Giunti presso il bivacco Laste,
Giovanna, irriducibile, vorrebbe visitare anche il monte Laste, la convinco a declinare,
promettendole che un giorno abbineremo il Laste alla cima Manera. Convinta o
illusa dalla mia promessa, abdica. Raggiunto il rifugio Semenza, entriamo
all’interno per ordinare una birra con cui festeggiare l’evento, e ne
approfittiamo per familiarizzare con il gestore.
Il rientro all’auto avviene per lo stesso sentiero
dell’andata. Così ha termine una gita all’insegna della tranquillità, in una
località magica, sicuri che ritorneremo ancora, per trascorrere altri attimi di
magia e di serenità con la nostra dea, la montagna.
Il Forestiero Nomade.
Malfa.
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