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lunedì 16 marzo 2020

Monte Plagna e Ruschis da Resiutta




Montagna: Anello di Bedovet da Alessio

Note tecniche.

Localizzazione: Prealpi Carniche

Avvicinamento: Lestans-Pinzano- Cornino-Peonis- Alesso- Indicazioni per malga Armentana, risalire rotabile fino al primo cartello con divieto di transito, lasciare l’auto nel mini parcheggio e proseguire per la forestale che porta a Malga Amula.

Dislivello:

Dislivello complessivo: 600 m.

Distanza percorsa in Km: 8,5.

Quota minima partenza: 502 m.

Quota massima raggiunta: 1064 m.

Tempi di percorrenza escluse le soste: 5 ore


In: solitaria.

Tipologia Escursione:  naturalistica.

Difficoltà: escursionistica.


Segnavia: Cai 840.
Impegno fisico: medio.


Preparazione tecnica: bassa.


Attrezzature: no.

Croce di vetta:


Ometto di vetta: no.


Libro di vetta: no.


Timbro di vetta: no.


Riferimenti:


1)          Cartografici: IGM Friuli – Tabacco 020.
2) Bibliografici:
3) Internet:


2)          Periodo consigliato: tutto l’anno


3)          Da evitare da farsi in:
Condizioni del sentiero: ben segnato e marcato.

Fonti d’acqua: si.


Consigliati:


Data: martedì 10 marzo 2020



Il “Forestiero Nomade”
Malfa






 L’Anello di Bedovet è l’ultima escursione effettuata in tempo di linertà di movimento. Un’escursione nata per caso sbirciando sulla mappa topografica, che poi ho approfondito con le ricerchè Questi modesti colli della pianura friulana sono un autentico scrigno che conserva i gioielli della memoria. Le mie recenti avventure sono ispirate Da una montagna vissuta dall’uomo, le cui tracce si leggono nei remoti sentieri che collegano i borghi periferici della pianura agli sperduti stavoli.
La fascia di territorio che mi ha colpito è compresa la fascia montuosa tra Peonis e Alesso, un sentiero Cai parte  dalla frazione di oncedis, in primo momento è questa la mia scelta, ma poi ripiego sull’anello che si effettua dalla località “ Cuel da Fari”. Il tragitto sino al lago di Cavazo è spettrale, un impressionante silenzio surreale rende drammatica la situazione. Arrivo pochi metri dalla perifeia di Alesso, poco prima del ponticello a sinistra un cartello invita a proseguire tramite rotabile per la malga Armentaria. Una lunga serie di tornanti mi fa guadagnare quota, finchè in prossimità del primo divieto di accesso lascio l’automezzo. Fa freddino, mi appronto, e insieme al fido Magritte si parte per la nuova avventura.  Inizio l’anello proseguendo a sinistra , una piccola sella che la carrareccia taglia percorrendo il versante meridionale del Monte Palabuina. La lunga strada forestale si mantiene in quota, il primo cartello che incrocio è quello cai dove il sentiero 840 proveniente dal Borgo Oncedis si inteseca con il mio. Proseguo per la carrozabile finchè un altro cartello Cai mi consiglia di prendere il sentiero che conduce alla malga Amula. La traccia è bene battuta e lambisce il Rio dal Boschet che discende dalla Forchia Amula. Durante la percorrenza avvisto una paio di  trenini create dalle processonarie, sto attento al mio compagna, sollevandolo con il guinzaglio pe non incappare nei pericolosi insetti. Presso la forcella Amula visito alcuni stavoli, mi fermo presso un tavolo con panche, estraggo dallo zaino il libro di poesie che ho al seguito e leggo una poesia di Vincenzo Cardarelli.

O memoria spietata, che hai tu fatto
del mio paese?
Un paese di spettri
dove nulla è mutato fuor che i vivi
che usurpano il posto dei morti.
Qui tutto è fermo, incantato,
nel mio ricordo.
Anche il vento.
Quante volte, o paese mio nativo,
in te venni a cercare
ciò che più m'appartiene e ciò che ho perso.
Quel vento antico, quelle antiche voci,
e gli odori e le stagioni
d'un tempo, ahimè, vissuto.

Rinchiuso bello zaino il libro, riprendo il cammino, pochi metri dopo altro cartello Cai, prendo la firamazione per  gli stavoli di Jof- Attraverso l’ombroso versante del monte  popolato da antropomorfi e sofferenti faggi, finchè raggiungo la forcella che mi proietta sul versante opposto, quello settentrionale. Ora il sentiero inverte la rotta, a volte in piano e spesso con spruzzate di neve dovute alla recente nevicata. Dapprima aggiro un costone fino a raggiungere il catino innevato dominato dai ruderi degli stavoli di Jof, per risalire fino ai ruderi devo andare poco aventi fino a un cartello, che cresta mi accompagna sino alle testimonzianze del vissuto umano.Ripreso il sentiero dopo poche centinaia di metri raggiungo i ruderi degli stavoli di Bedovet, che trovo lungo il percordo, mi avventuro dietro di essi sino alla cima del monte, ma non trovo nulla, solo rovi, ridiscendo e proseguo il cammino. Appena avvisto la mole del monte Palabuina, il sentiero inizia con una serie di stretti tornanti a perdere quota velocemente finché si congiounge in basso con la carrareccia proveniente da Alesso. Un cartello naturalistico mi rende edotto sulle bellezze naturalistiche della Valle del Palar, me lo studio per la prossima volta e riprendo il cammino a oriente. Poco prima del luogo dove abbiamo lasciato l’auto scorgo una casera con panchina all’esterno, con Magritte ci consultiamo, e decidiamo di fare una sosta per consumare il lauto pasto. Momento delizioso, soprattutto se le cibarie sono squisite, sfamata la fame, si riprende il cammino finchè raggiungiamo il solitario automezzo. Fa freddino, mi tolgo solo gli scarponi e si rientra in pianura. Anche il ritorno è contradistinto da un irreale silenzio, sembra di attraversare una spopolata, terrificante. Arrivo a casa, con uno stano malessere interiore, la sera stessa i tg annunciavano le nuove delibere del governo tra quale quella di proibire la libera circolazione fuori dei comuni di appartenenza agli escursionisti. tristemente finiva questa escursione, sperando che la prossima la effettuerò in una bellissima giornata, magari con amici provenienti da tutta la regione e oltre.
Il Forestiero Nomade.
Malfa.


















































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