Monte Musi Ovest 1866
m. dalla valle del Torre.
Note tecniche.
Localizzazione: Prealpi Giulie
Avvicinamento: Tarcento-Valle del Torre-Due chilometri dopo
il ristorantre alle Sorgenti, prestare attenzione ad un piccolo spiazzo sulla
sinistra, cartello CAI sentiero 737 con indicazioni per il monte Musi (quota
691)
Punto di Partenza: Spiazzo sulla statale quota 691
Tempi di marcia escludendo le soste: 6 ore
Dislivello complessivo in salita: 1200 m.
Distanza percorsa in Km: 12,5 Km.
Quota minima partenza: 691m.
Quota massima raggiunta: 1866 m.
Condizioni Meteo: Eccellenti
Segnavia: CAI sent. 737.
Fonti d’acqua: Ultima fonte
presso il Rio Zalodra.
Difficoltà: Escursionistico per esperti con tratto
attrezzato.
Attrezzature : Si, anche se parzialmente rifatte sono
logore.
Cartografia consigliata. Tabacco n. 026
Data: Sabato 24 ottobre 2015
Condizioni del sentiero: Ben marcato e ben tracciato.
Periodo consigliato: Da maggio a novembre.
Il vostro “ Forestiero Nomade".
Malfa.
La cima Musi Ovest è di12
metri più bassa della cima gemella sita a est, ma molto più impegnativa.
Da molto tempo l’ho messa in
programma, e approfittando delle giornate primaverili mi appresto alla
conquista. La meta si presta alla meditazione, un viaggio nel selvaggio ambiente
ideale per filosofare. Finalmente arriva il sabato mattina, lo zaino è pronto
da una settimana, mi sveglio presto in stile estivo, con viaggio notturno tra
le cittadine friulane fino arrivare nella valle del Torre avvolta ancora dalle
tenebre.
La bruma emanata dalle acque
del torrente crea una atmosfera magica. Dal punto di partenza dove sosto l’auto
intravedo un firmamento magicamente stellato. Abbasso il sedile e mi dono un breve
sonnellino, punto la sveglia scrutando le stelle e mi avvio per la breve visita
di cortesia a Morfeo.
Alle prime carezze dell’aurora
mi sveglio, indosso gli scarponi da montagna, lo zaino in spalle e parto.
Guado il secco letto del torrente
Meo e seguo la pista forestale sino alla casera Tanatcason (In
ristrutturazione), la supero inoltrandomi nel bosco di pini e ginestre.
Guado il rio Tapotamof, il
sentiero con piccole svolte risale un costone, guadagnando rapidamente quota
fino ad attraversare quasi orizzontalmente il fianco occidentale del monte
Tamor.
Supero con cautela per
l’esposizione di alcuni passaggi, un cavo messo come passamano in un tratto
dirupato mi è di grande aiuto. In breve, raggiungo l’ombrosa gola del Rio
Zalodra e subito dopo il costone a occidente che riprende a essere erto.
Dopo una serie di svolte il
sentiero si addentra e inerpica in un vallone dove il proseguo è difficoltoso a
causa della pendenza e di alcuni piccoli salti. Ammiro le guglie rocciose che nella
mia fantasia assumono forme antropomorfe. Mi lascio andare, catturato dalla
bellezza dei colori autunnali. Raggiunta la piccola sella volgo un primo
sguardo sulla cima dei Musi e all’affascinante catena montuosa.
Il sentiero scende per alcuni
metri inoltrandosi in un bosco di faggi per poi risalire fino a sbucare fuori
tra i mughi, ultimi metri e guadagno la cresta.
La traccia si biforca: a
destra per la cima dei Musi, a sinistra per il piccolo bivacco del Brollo che
raggiungo!
Posto in posizione
panoramica, il bivacco domina la valle del Torre, è un autentico nido d’aquila,
all’interno sono posti quattro comode brande, mentre all’esterno, un tavolo con
due panche fisse.
Mi rendo conto che a causa
dell’eccessivo peso dello zaino ho sfacchinato, quindi ho deciso di lasciarlo
al bivacco, e di proseguire portando a seguito (imbrago indossato) la piccola
sacca con lo stretto necessario. Dopo le operazioni firmo il libro degli ospiti
e riparto per la meta.
L’esile traccia percorre la
dorsale erbosa che dal bivacco si collega alla base del costone roccioso dei
musi. Dopo un tratto di mughi risalgo il costone roccioso sino ad incontrare le
prime attrezzature. Il primo tratto attrezzato dopo il primo passaggio
verticale si snoda su un traverso (secondo me la parte più insidiosa delle
attrezzature), un cavo leggermente lasco e rafforzato che attraversa una
paretina con pochi appoggi e appigli. Superato questo breve tratto, il sentiero
attrezzato si inerpica lungo l’erto pendio, superando brevi salti (I grado)
muniti con una staffa e alcuni pioli fino alla sommità del costone dove
terminano le attrezzature. Un piccolo cartello indica che il proseguo per sella
Carnizza è a destra, la mia meta invece è a sinistra. Supero con attenzione i
primi metri di sentiero tra roccette sino alla base di un salto di un paio di
metri, (I grado inf.) prestando attenzione all’esposizione a destra. Raggiunta
la cresta la cima è vicina, seguo i chiari segni scendendo di un paio di metri
sul versante settentrionale per raggiungere definitivamente la vetta, simbolizzata
da un ometto e una cassetta metallica con libro firme e timbro.
La sommità è disseminata da
Ometti, somigliano a gendarmi di guardia, se ne stanno lì immobili. Sono
spiriti, figure inquietanti?
La bellissima giornata, così
insolita per questa cima rende la presenza degli ometti beneaugurante. Mi
prendo tutto il tempo che voglio di godermi il paesaggio, omaggio le signore
montagne, molte delle quali ho avuto l’onore di conoscere di persona.
Mi piace, sono estasiato, ne
approfitto per indossare la maglia della mia squadra del cuore, mi è di buon
auspicio. Mi costruisco con i sassi un comodo seggio, per una breve frazione di
tempo sarò principe! Lo sguardo domina dall’alto tutto e il tutto, dal mare
alle dolomiti, dalla Slovenia all’ Austria sino al lontano Veneto. Vivo nella
magia, nella poesia, sogno eppure son desto.
Insieme al mio alter ego vivo
attimi indimenticabili, scruto di tanto in tanto verso il bivacco notando la
presenza umana. Estraggo dalla sacca le provviste e riprendo le energie. Mi
alzo dal trono approntandomi per la discesa, cautelandomi, rimanendo vigile e
prudente (piccoli passi e concentrazione), scendo rapidamente il tratto
attrezzato superando l’angusto passaggio del traverso con direzione il bivacco
Rifirmo il libro del bivacco,
rassicurando i posteri sul mio rientro “sano e salvo”. All’esterno della
struttura istauro una breve conversazione con i nuovi ospiti!
Trattasi di due simpaticissimi triestini (ricercatori di fisica) intenti a sollazzarsi, sicuramente dopo la breve conversazione con il sottoscritto (escursionista con maglietta dell’Inter, bandana a foggia di turbante e forte accento siculo) avrò messo in dubbio molte delle loro certezze scientifiche.
Trattasi di due simpaticissimi triestini (ricercatori di fisica) intenti a sollazzarsi, sicuramente dopo la breve conversazione con il sottoscritto (escursionista con maglietta dell’Inter, bandana a foggia di turbante e forte accento siculo) avrò messo in dubbio molte delle loro certezze scientifiche.
Scherzo! Mi congedo dai
viandanti e mi avvio per il lungo e tortuoso rientro! Fa caldo, indosso solo la
maglietta e non mi pare vero di essere a novembre.
Nelle ultime riflessioni il
pensiero vola alle mete raggiunte in estate e in tutte c’era un denominatore
comune: una grande forza di volontà nel raggiungere gli obbiettivi, e una
accresciuta autostima. I meravigliosi colori autunnali e il cielo azzurro mi saranno
compagni sino all’auto. Prima di rientrare volgo un ultimo sguardo verso i
maestosi Musi, croce e delizia per molti escursionisti!
Il vostro “Forestiero Nomade”
Malfa.
Il vostro “Forestiero Nomade”
Malfa.
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