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venerdì 24 luglio 2015

Monte Fleons 2507 m. da Pierrabech.

 Il giorno dopo l’escursione sull’Avanza, la mente è rimasta sulla cresta da me inviolata del Fleons, non bastasse ad aggiungere passione e desiderio ci si è messo anche Graziano, sentito al telefono, mi descriveva il Fleons come l’escursione ideale per me. Fleons bramo  e Fleons sia! Partenza da casa alle prime luci dell’alba come sempre, il meteo promette instabilità nel pomeriggio. Sono su di giri, canticchio durante il tragitto, dai Led Zeppelin ai Beatles. Giunto nei pressi della cava, noto subito che è domenica: tanti escursionisti hanno fretta di arrivare, so che sarà una giornata movimentata.  Zaino in spalle, si parte. Stavolta senza dimenticare nulla, ripercorro i primi 900 metri di dislivello in meno di due ore, raggiungendo velocemente casera Fleons di Sopra. Un cartello CAI m’indica che mancano 20minuti alla sella di Giogo Veranis, e in questi pochi tornanti incontro tanti escursionisti, tedeschi, austriaci, inglesi. Mi fermo con alcuni a conversare.  Il tutto  è sublime: i colori, il sole, l’aria fresca;  è un buon giorno per conquistare il Fleons. Raggiunta la sella seguo le indicazioni per la cima, un esile sentiero passa sotto il  basamento dove è posta la scultura di una pastorella con un agnellino; sarà Heidi? Mi fermo,indosso l’imbrago guardando  il verde versante italiano, il sentiero con leggera pendenza aggira il pendio erboso sulla sua sinistra (versante austriaco), superando lo scosceso, adombrato  ed esposto pendio. Durante la salita un arzillo signore proveniente  dalla vetta,e Luca, un atletico escursionista che vola verso la cima con attrezzatura “minimalista”. Il sentiero dopo aver superato alcune asperità risale da settentrione fino raggiungere la prima crestina attraverso comodo prato (quota 2140). Il primo tratto è sul versante austriaco, molto esposto e selettivo, passato il  camminamento, la traccia si sposta sui prati de versante italiano, risalendo un ripidissimo e insidioso canalone inerbito, antipatico in salita. Le ultime rampe tra le erbe ti portano in cresta, da dove intuisco) le future fatiche. Con molta attenzione percorro il piccolo sentiero per poi spostarmi su quello settentrionale scavato nella roccia, un continuo passare da un versante all’altro in perenne esposizione. Dei cavi aiutano a superare un tratto dirupato e una breve parete. La traccia continua sul versante meridionale per un buon tratto, l’esile sentiero è molto esposto ma divertente. Rientrando sul versante settentrionale senza molte  difficoltà, giungo in  prossimità della cima dove  incontro l’amico Luca, di ritorno dalla Vetta. L’ultimo tratto che precede la cima del Fleons  è molto articolato, aiutato da attrezzature (cavi e staffe), supero alcuni brevi salti sul versante austriaco, e successivamente sul quello italiano, superando un’insidiosa placca e aggirando un esposto costone. Finalmente sono sulla breve sella che precede la meta. Una serie di piccoli tornanti mi porta alla base della parete attrezzata, la osservo: meno difficile di quanto pensassi,  gradonata, con brevi e divertenti passaggi sono in cima, non prima di aver ammirato un escursionista austriaco con un cane. Finalmente la vetta, gli ultimi passi sulla piccola ed esposta cresta, croce e libro di vetta. Il panorama è meraviglioso, a 360° sullo straordinario ambiente montano, scatto foto a raffica, scruto le cime circostanti, divertito, osservo che sono affollate. Sulla cima dell’Avanza  e del Peralba sembra che siano in atto  delle processioni, e anche il Chiadenis non scherza. Oggi gli escursionisti hanno tanto da gioire. Sul Fleons regna il silenzio, schizzo un lupo sul piccolo album da disegno, in onore al mio alter ego, rapido  pasto e mi appresto al rientro scegliendo come compagnia la calma. Delle nuvole grigie presso il Peralba mi consigliano di affrettare la discesa. faticato è il canalone. Raggiunta “l’oasi” l’ampia insellatura del Giogo Veranis, mi prendo il  meritato relax, tolgo l’imbrago, e mi distendo sul prato. Socchiudo gli occhi, lasciandomi cullare dal vento. Uno sguardo al Fleons, il mio ultimo sogno vissuto. Riprendo il cammino verso l’auto, pensando alla prossima meta!
Il vostro “Forestiero Nomade”
Malfa.
 Monte Fleons 2507 m. da Pierrabech.
Note tecniche.
Avvicinamento: Tolmezzo-Villa Santina-Ovaro-Rigolato-Forni di Avoltri, indicazione a destra per Pierabach, fermarsi poco prima della cava, ampio parcheggio.
Punto di Partenza: Parcheggio poco prima della cava, quota 1103 m.
Tempi di marcia escludendo le soste: 7 ore escludendo le soste.
Dislivello complessivo in salita: 1468 m.
Distanza percorsa in Km: 15 km.
Quota minima partenza: 1103 m.
Quota massima raggiunta: 2507 m.
Condizioni Meteo: Splendida giornata solare.
Segnavia: CAI 140.
indicazioni e tempo.
Fonti d’acqua : Abbondanti fino alla casera Fleons di Sopra.
Difficoltà: Escursionistico fino alla sella Giogo Veranis, escursionisti  per esperti e attrezzato fino alla cima.
Attrezzature : In ottimo stato.
Cartografia consigliata. Tabacco 01
Data: Domenica 12 luglio 2015
Condizioni del sentiero: Ben curato e segnato Da Pierabach fino all’attacco con la cresta del Fleons , dalla cresta alla cima del Fleons, trattasi di camminamento molto accidentato, abbondante di segni, ma pericolosissimo e assolutamente  vietato in caso di condizioni meteo non buone, consiglio l’autoassicurazione e di intraprendere l’escursione durante un periodo di giornate assolate, alcuni passaggi necessitano di terreno assolutamente asciutto.

Il vostro “ Forestiero Nomade”.
Malfa.






















































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