L’intenso attimo d’amore con la montagna.
Il tempo scorre inesorabile, per fortuna la giornata è
meravigliosa; nessuna nube all’orizzonte, solo piccole chiazze di bianco,
donate dalla natura per rendere più pittoresche le foto. La cima adiacente esercita
un richiamo irresistibile, ma non come le Sirene di Ulisse, che con il loro
canto attiravano l’eroe omerico verso gli scogli, dove infrangersi e perire. I
monti sì che attraggono, ma come le ninfe che stregarono l’eroe omerico, cito
Calipso, che abitava l’isola di Ogigia, ove approdavano uomini bellissimi ed
eroici di cui non faceva che innamorarsi, ma che poi dovevano partire. E questa
magica seduzione l’esercita la montagna, con i suoi innumerevoli aspetti. Tre
sassi, bianchi, apparentemente insignificanti è la meta di questa lunga e
faticosa escursione e questo desideravo. Nessuna croce, ne simbolo
inconfondibile, ma solo tre sassi adagiati tra le sparute stelle alpine, in
bilico su quest’immaginaria fune. Non sono felice, ma di più, di più, sono in
estasi! Per un attimo mi sento un dio, e sono preso da sentimenti di
onnipotenza. Sopra di me solo il cielo azzurro, e sotto, il mondo intero, ma
solo per un attimo, quell’istante che è il fine di ogni amante della montagna,
di ogni spirito libero. L’istante, in cui ci liberiamo della ragione, per
seguire l’eterno viaggio verso il non conosciuto, verso l’eterno divenire.
Ripresa la ragione, affronto il ritorno per lo stesso viaggio dell’andata,
facendomi guidare dalle mie due inseparabili amiche ”Prudenza e Calma”, che
solo poche volte non ascoltai. Con esse raggiungo, l’auto, e con un baciamano
le congedo. Un ultimo sguardo alla valle, e rientro tra gli umani con la mente
piena di ricordi e una storia da raccontare.
Malfa
Nessun commento:
Posta un commento