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venerdì 14 aprile 2023

Col Maior e la Torbiera di Sequals

Col Maior e la Torbiera di Sequals

 

Localizzazione:  Colli morenici di Sequals

 

Avvicinamento: Da Lestans a piedi

 

Regione: Friuli – Venezia Giulia

 

Provincia di: PN

.

Dislivello: 100 m.

 

Dislivello complessivo: 150 m.


Distanza percorsa in Km: 8


Quota minima partenza: 180 m.

 

Quota massima raggiunta: Col Maior 257 m.

 

Tempi di percorrenza escluse le soste: 3 ore

In: coppia

 

Tipologia Escursione: naturalistica

 

Difficoltà: escursionistiche

 

Tipologia sentiero o cammino: carrareccia, sentiero senza segni, tracce di animali.

 

 

Ferrata- no

 

Segnavia: CAI

 

Fonti d’acqua: no

 

Impegno fisico: basso

Preparazione tecnica: bassa

 

Difficoltà di orientamento: nessuna

Attrezzature: no

 

Croce di vetta: no

Ometto di vetta: no

Libro di vetta: si

Timbro di vetta: no

Riferimenti:

Consigliati: binocolo e macchina fotografica

 

Periodo consigliato: tutto l’anno 

 

Da evitare da farsi in:

 

Dedicata a: chi ama la natura incontaminata

 

Condizioni del sentiero: traccia labile intorno alla torbiera, per il resto tratturi di campagna

 

N° 679



Cartografici: IGM Friuli – Tabacco
2) Bibliografici:
3) Internet: 

Fotografie e disegni di : Giovanna Fricano e Giuseppe Malfattore

Data dell’escursione: martedì 21 marzo 2023

Data di pubblicazione della relazione: venerdì 14 aprile 2023


Malfa

Il biotopo torbiera di Sequals,

dodici ettari superstiti di un antico sito naturale.

La località si trova a  pochi chilometri da Lestans, presso Usago,  dove si scorgono dei piccoli colli siti in una località denominata “ Bosco Magredi “ . Trattasi  dell’ultimo lembo umido naturale dell’alta pianura Pordenonese.

Rinominato la  Torbiera,  consiste in una particolare depressione ai piedi di colli formatasi nel periodo preistorico esattamente il  “ Miocene “, esse appunto sono ricche di torba .

Con il prelevamento nei secoli scorsi di  materiale per la combustione e lo sfruttamento del territorio con le varie bonifiche agrarie, è notevolmente diminuito, quasi sparito del tutto l’ambiente originale, rimanendo solo questa piccola località, che a fatica è stata risparmiata dalla distruzione, e malgrado tutto si è conservata perfettamente integra.

Nella piccola oasi sono presenti le praterie umide e le boscaglie di betulle, oltre naturalmente ad altre rare piante quasi del tutto sparite nel resto del territorio. Grazie alla protezione ambientale  oggi la torbiera ospita  un nutrito numero di fauna e flora selvatica.

 

 

 

 

Relazione.

Il giorno dell’arrivo della primavera stimola un’uscita dal sapore  escursionistico nei dintorni di Lestans, precisamente nell’ampia depressione che un tempo remoto fu una palude. Dalla periferia di Lestans imbocchiamo le antiche stradine di campagna che ci portano a lambire il Colle ( il Colle di Lestans)  sul versante orientale. Una magnifica visione ci aspetta, i selvatici biancospini sono in fiore e con l’avvicinarci agli arbusti udiamo il caratteristico ronzio delle laboriose api. Il bianco della fioritura e il cielo terso di un blu intenso sono un pregevole biglietto da visita della nuova stagione. Percorrendo la stradina adiacente al cimitero, sbuchiamo in un  esteso campo che un tempo ospitò una masseria del Tardo Impero, giungiamo ai primi prati che ospitano la caratteristica e bucolica Ancona di San Zeno.  La visuale si estende e apre sui colli morenici che congiungono la cittadina di Sequals con quella di Usago, e dietro, nell’infinito orizzonte è un susseguirsi di catene montuose, sino alla lunghissima cresta che dal monte Raut si spinge fino alla Val Tramontina. E  dietro ancora? Ancora più lontana spiccano le strapiombanti pareti delle selvagge dolomiti friulane, tra cui spicca Il monte Caserine e il Dosaip.

Conosco a memoria la sequenza dei monti, tempo fa le ignoravo quasi tutte e sognavo un giorno di conoscerle da vicino. Un’autentica missione esplorativa che in venti  anni di continuo indagare e vagabondare mi ha portato a realizzare il sogno. Ora le stesse elevazioni sono poesie da ripassare nel libro dei ricordi, con un po’ di orgoglio e di malinconia. Dall’ancona di San Zeno, seguiamo una traccia di tratturo che tra i campi ci porta a sfiorare una masseria, dove ci attendono dentro una recinzione e al pascolo delle simpatiche vacche pezzate. Fraternizziamo con le curiose giovenche, e di seguito, sempre per campi, seguendo le remote vie di comunicazione, miriamo a colli posti a occidente dalla frazione di Usago. Durante il cammino abbiamo la fortuna e il piacere di ammirare una coppia di aironi cenerini intenti a piroettare. La lunga carrareccia ci conduce fin sotto il Col di Maior ( q. 257 m.), dopo aver seguito una breve pista nel bosco, la abbandoniamo, mirando alla cresta del colle, dove troviamo la traccia di cresta, che in pochi minuti conduce in vetta, ossia, un’altura dominata dalla vegetazione selvatica. Breve sosta in cima per poi rientrare, sfiorando i resti demoliti di un bivacco improvvisato. Ritorniamo sulla cresta e la percorriamo da oriente a occidente, seguendo a filo un altro tratto di cresta, sino ad approdare in una radura solcata da un rigagnolo. Avendo già in passato scalato il colle quotato 247 metri, decidiamo di circumnavigarlo in senso antiorario, scoprendo una carrareccia che ci guida sul versante occidentale del colle appena citato. Proprio alla fine del tratturo scorgiamo la cartellonistica che ci avvisa che stiamo attraversando una torbiera. La magnifica scoperta ci allieta, e dopo aver letto minuziosamente le informazioni scritte sulle tabelle, ci allietiamo di aver fatto una bella esperienza.  Fotografando ho preso nota di alcuni dati, una volta a casa avrei approfondito la conoscenza del luogo. Rientrati nell’ex palude, notiamo si da subito che il terreno dei campi non ha il classico colore scuro e la nota consistenza, sorprendentemente è argilloso, somiglia a un fondale marino che da molto tempo non viene bagnato dall’acqua. Effettivamente è un po' angosciante e allo stesso tempo affascinante. Vaghiamo nell’argilloso dal colore ocra campo mirando a un’altura che ospita i ruderi di una masseria chiamata sulla mappa Azienda Agricola Cunizei. L’ex fattoria pare un fortino, una garitta è posta di presidio all’esterno, ci avviciniamo ed esploriamo parte dell’edificio, sarebbe magnifico se fosse restaurato. L’intuito mi suggerisce che sicuramente un tempo, precisamente nella preistoria questo luogo ospitò un villaggio, me lo fa intuire la felice posizione dominante che occupa sull’ex palude. Lasciato il sito, rientriamo nella ridente cittadina di Lestans, felicissimi di aver scelto come territorio dove vivere un luogo ricco di storia e immerso in un meraviglioso ambiente ricco di flora e fauna selvatica.

Malfa 












































 

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