Malga Dauda 1413 m.
Note tecniche.
Localizzazione: Alpi
carniche- Gruppo Arvenis.
Avvicinamento: Tolmezzo- Arta Terme- Zuglio- Seguire
indicazioni per Fielis (quattro km), sostare nella piazza del borgo.
Punto di Partenza: Piazza di Fielis quota 820 m
Dislivello complessivo:600 m.
Distanza percorsa in Km: 9 km.
Quota minima partenza: 820 m.
Quota massima raggiunta: 1413
Condizioni Meteo: Soleggiato
Segnavia: CAI 157
Fonti d’acqua:
Difficoltà: Turistico
Attrezzature : Nessuna
Cartografia consigliata. Tabacco 013
Data: 13 febbraio 2016
Condizioni del sentiero:
Il vostro “ Forestiero Nomade”.
Malfa.
Fine settimana con la neve, dopo aver comprato” le ciaspole”,
si decide di portarle al seguito per poterle lasciare in auto, giusto per farle
ambientare in un luogo che le vedrà ospiti graditi durante l’inverno, mentre i
sottoscritti: la mia Signora, io e Magritte (il fedele segugio) procediamo
senza! La giornata è bellissima, l’escursione prevista non richiede fatica
eccezionale. Si arriva nella valle tolmezzina e ci si ferma ad ammirare
l’Amariana, vestita di bianco. <<Ma quanto è bella! Ma quanto sei bella!
Un gioiello! In Val D’Aosta ne hanno uno simile e lo chiamano Cervino>>.
Estasiati a malincuore si procede addentrandosi nella valle del But! Superata
la cittadina di Arta si perviene al ponte che ci porta alla località fondata
dai Romani (Zuglio), una delle nostre prime escursioni in questa splendida
regione. Dal sito archeologico appena citato un cartello ci indica il borgo di
Fielis, quattro chilometri di curve prima di arrivare alla caratteristica frazione.
Tracce di neve lungo la strada, si arriva nella piazza del
paesino che è tutta innevata, alcuni sono intenti a spalare la neve per
liberare la strada. Trovo posteggio lungo i margini della piazza, zaino in
spalle si parte, lasciando con qualche dubbio come ho già scritto in precedenza
le ciaspole. A intuito senza leggere la mappa imbocco la prima salita subito
dopo un obelisco monumentale color ambra, direzione ovest. Risalita la piccola
stradina, subito si è fuori dal borgo, proseguendo per comoda carrareccia, Intuisco
che seguendola dopo pochi tornanti mi porterà a incrociare il sentiero CAI
numerato 157. La traccia sempre ampia mantiene il suo assetto di carrareccia,
il manto nevoso si fa sempre più corposo, aumentando i centimetri di
profondità. Il paesaggio è tutto bianco, ci guardiamo, sorridiamo, la felicità
è rispecchiata nei nostri volti. Mentre si sale incontriamo un escursionista in
discesa in compagnia dei suoi cani. Dall’aspetto maestoso, affabile, sorridente
e dalla voce calda, ci racconta che ha pernottato presso una baita poco più in basso,
il suo racconto non mi inganna, l’ho riconosciuto! E’ un dio! Hermes, il messaggero
degli dei. Ascolto le sue conversazione, mi ritraggo a fotografare, e infatti
dentro lo schermo della macchina fotografica mi appare nelle sue reali
sembianze. Elmo alato e piccole ali alle caviglie, impugnando una spada a cui
sono avvinghiati due serpenti. Durante la breve conversazione ci informa delle
condizioni del sentiero e ci consiglia di procedere fino alla malga Dauda. Ci si
congeda dall’affascinante escursionista, e poco dopo con la mia signora si
commenta: anche lei ha intuito che il misterioso forestiero è il divin
messaggero. Si continua a salire lungo il percorso ben tracciato dal Dio, e in
breve si raggiunge la radura, dove gli alberi lasciano il palcoscenico ad un
bellissimo cielo azzurro. <<Che meraviglia!>>. Davanti a noi, lassù
in alto la malga Dauda, sovrastata dalla morbida figura del monte omonimo.
L’infinito manto bianco è solcato solo da una lieve traccia che indica la
direzione da seguire per la meta, solo la mia consorte non riesce a leggerla,
guadagnandosi sul campo l’appellativo di “Talpa Cecata” in virtù del suo scarso
orientamento. Siamo proprio una bella combriccola: Talpa Cecata, Lupo Solitario
e Ringhio! Ripassando dentro il solco si sale con minor fatica, fino a
raggiungere le stalle della malga. Il paesaggio è meraviglioso. A oriente fa
bella mostra di se il Sernio, bello, regale come non mai, primeggiando sulle
altre cime non meno famose. Ma il Sernio è il Sernio! Un re che non conosce
competizione! Resisto alla tentazione di fare foto, lascio lo zaino alla
consorte e provo a salire verso la cima, ma nella neve fresca sprofondo fino
alle ginocchia, e decido dopo pochi metri di abbandonare l’impresa. Davanti la
casera, intuisco che la neve copre una panca, la libero, approntandola per la
pausa del pranzo! Seduti su di essa, consumando il lauto pasto ci gustiamo
questo sublime spettacolo. Dalla cima del Coglians fino alla lontana Amariana!
Momento magico, irripetibile, il silenzio della neve è interrotto solo dal
battito dei nostri cuori. Emozione che subentra ad emozione, vorremmo fermare
il tempo, ma non si può. Arriva l’ora più nefasta, e meno attesa, il rientro!
Ripercorriamo il sentiero dell’andata fino al bivio dove la carrareccia ha incrociato
il sentiero, scendendo per esso, dopo aver superato alcuni vecchi stavoli.
Inoltrandoci nel bosco raggiungiamo la frazione di Fielis, poco più a nord da
dove siamo saliti all’andata. La neve nel frattempo si è dissolta, liberando le
strade del piccolo abitato. Poca ancora ne persisteva sul ciglio della strada,
e dei bimbi, gioiosi e sognanti giocavano con essa.
Il vostro “Forestiero Nomade”
Malfa.
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