Creta Grauzaria all'alba. |
Monte Flop est 1715 metri.
Note tecniche.
Localizzazione:
Alpi Carniche Orientali- Gruppo Sernio Grauzaria.
Avvicinamento:
Moggio Udinese- Val d’Apua- Bivio a sinistra con indicazioni rifugio
Grauzaria-strada asfaltata fino a piccolo punto sosta, quota 707 metri.
Punto di
Partenza: Piccola piazzola alla sinistra della stradina quota 707 metri
Dislivello
complessivo: 1028 m.
Distanza
percorsa in Km: 13,5 Km.
Quota minima
partenza: 707 m.
Quota
massima raggiunta: 1715 m.
Condizioni
Meteo: Soleggiato.
Segnavia:
CAI 437.
Fonti
d’acqua: Ultima presso rifugio Grauzaria.
Difficoltà: Escursionistico.
Attrezzature:
Nessuna
Cartografia
consigliata. Tabacco 018.
Data: 06
febbraio 2016 2015
Condizioni
del sentiero: Coperto di neve, ma intuitivo, normalmente ben segnato e ben
frequentato.
Il vostro “Forestiero
Nomade”.
Malfa.
Relazione.
Ultimo
giorno di sole prima di una settimana di maltempo, e cosa mi viene in mente? Il
monte Flop! Altra cima snobbata nel passato per la sua vicinanza con due delle
più belle cime delle Alpi Friulane (il Sernio e La Grauzaria). Partenza da casa
con Magritte, squadra che vince non si cambia! Arrivo nei pressi di Moggio
Udinese, comincia ad albeggiare, dalle ciminiere delle fabbriche nuvole di fumo
creano un atmosfera surreale, davanti a me la possente mole del Pisimoni,
vecchio amore e tanti ricordi! Seguendo la cartellonistica stradale mi inoltro
nella valle dell’Apua, fino a scorgere la cresta orientale della Grauzaria,
pardon la corona! La signora della valle è già sveglia, il sole le tinge di
cipria rosso il volto, donandole quelle giuste attenzioni che si convengono a
una Regina. Arrivato nei pressi di un cartello con indicazioni per il rifugio
Grauzaria (sulla sinistra della strada) risalgo la piccola stradina, molto
ripida fino a sostare in una piazzola posta ai margini di essa, quota 710 metri
all’incirca. La giornata non è fredda, Indossati gli scarponi, zaino in spalle
si parte! Il sentiero da seguire è il 437 CAI, che parte subito dopo, e con
moderata pendenza risale il boschetto posto sotto le pendici della Grauzaria.
Lo conosco benissimo, l’ho fatto più volte per raggiungere il Sernio, la Creta
della Grauzaria. Dopo un centinaio di metri incontro le prime tracce di neve,
che con il prosieguo si fanno più intense fino a diventare un manto nevoso. Nei
pressi dei ruderi di casera Flop il bosco si dirada, lasciando posto ad un
vecchio sentiero, sovrastato dall’imponente mole della sfinge della Grauzaria.
La bellissima mole dorme ancora, cerco di passare inosservato, senza far rumore
aiutato dal soffice tappeto di neve. E’ quasi fatta quando una voce cupa e
tenebrosa mi chiama e mi raggela il sangue: <<Ehilà Beppe! Dove vai di
bello?>>.
Mi fermo di scatto, e quasi tra l’intimorito e
lo scherzoso gli rispondo:<< Se ti dico che vado in montagna, mi
credi?>>.
La sfinge:
<< certo che sì, vedo che sei da solo, non sai che in montagna non si va
mai da soli?>>.
Io:<<
Cara sfinge, non ti spiace se ti chiamo Sfingy? Detto da te che in montagna non
si va da soli mi fa un po’ ridere, lo sai che con questa spolverata di neve
sembri un pandoro! Piuttosto raccontami come va, ogni tanto ti fai un giretto o
sei sempre lì ferma?
Il dialogo
procedeva tra il serio e il faceto con punte di sarcasmo, tipico tra amici di
vecchia data!
La
Sfinge:<< Tutto bene, a parte la signora, qui dietro le mie spalle (la
Creta Grauzaria) non vuol smettere di fumare (avvolta quasi sempre dalle
nuvole) e fa la preziosa con gli escursionisti, a differenza di suo marito (Il
Sernio), che da questa posizione non vedo, ma odo benissimo, e spesso lo sento
baruffare con lei, (Io sono più alto, e io più difficile ecc. ecc., non ne
posso più! a volte mi metto le cuffie per non sentirli>>.
Io:<<Brava
Sfingy! Che musica ascolti? Scommetto “Rock”!>>.
La sfinge:
<< Esatto, i Nirvana e Led Zeppelin>>.
IO: <<
Ottima musica, comunque io proseguo per l’escursione, un abbraccio, ciao
Sfingy>>.
La sfinge:
<<Ciao Malfa, buona escursione>>.
Lasciata la
simpatica e rocciosa amica, proseguo lungo l’itinerario arrivando sotto il
rifugio Grauzaria, mi fermo ad ammirare il tutto, ricoperto di bianco, è
semplicemente un incanto! Le cime circostanti imbiancate di neve, più che
camminare ho l’impressione di volare! Raggiunto il Rifugio(chiuso) mi fermo un
attimo, viaggiando nei ricordi, pensando che nella stagione estiva è affollato
di gente, sembra irriconoscibile nella solitudine bianca! Lasciati i ricordi
proseguo lungo il sentiero 437, ovvero seguendo le tracce di un viandante che mi
ha preceduto qualche giorno prima. Il percorso non è difficile, con una serie
di tornanti risale il pendio innevato fino a raggiungere l’ampia sella del
“Foran da la Gjaline! Qui il manto nevoso è più profondo e soffice. Davanti a
me uno degli scenari più belli del Friuli! Da questa bellissima terrazza ammiro
il padrone di casa, sua maestà il Sernio. Regale e maestoso come sempre,
accarezzato da delicate nuvole, tinto da un leggero spolvero di neve, ti invita
a fargli visita! Resisto alla tentazione, volgendo lo sguardo alla futura meta.
Le impronte del viandante si interrompono qui, forse estasiato da tale
spettacolo è ritornato indietro!
E’ difficile
staccarsi dalla mirabile visione. Il mio sentiero prosegue in direzione nord
seguendo le indicazioni su una tabella posta ai margini del piano innevato. Il
sentiero è intuitivo, scorre sotto la coltre di neve, e l’esperienza e radi
segni mi aiutano nell’orientamento. Una serie di rampe scavate nella roccia
risale il pendio fino giungere in prossimità della lunga cresta che collega i
due monti Flop. Il sentiero prosegue a sinistra, e dopo alcuni metri
percorrendo l’aerea cengia mi porta ad ammirare la meta. La neve è più rada per via dell’esposizione a sud.
Ammiro il meraviglioso spettacolo, la cima del Flop in lontananza preceduta
dall’ante cima, una romantica immagine! Le due elevazioni mi appaiono delicate,
come il seno di una donna, pronto a offrirti calore e conforto, contrastando
con le dolomitiche rocce della Grauzaria e gli imperiosi bastioni del Sernio.
Il sentiero coperto di neve sembra disegnato sul ripido pendio, ne intravedo
chiaramente il taglio. Proseguo fino a rendermi conto che la traccia che seguo
è quella che mi porta alla forca, mentre quella per il Monte Flop est si è
persa nel bianco nevaio. Magritte mi precede e con il suo fiuto mi porta alla
forcella! Da qui noto in basso a oriente la mulattiera che devo seguire per la
meta. Percorro alcuni metri di cresta tra i mughi, e aiutandomi con
quest’ultimi che adopero come corde mi calo lungo il pendio, fino a trovare la
mulattiera! Proseguo a sinistra verso la cima, ora la traccia è ben marcata
anche se sto attento visto che è parzialmente coperta di neve. Sono emozionato,
come tutte le volte che mi trovo in prossimità della vetta, mi manca poco, arrivo
ad un intaglio tra la roccia, sento che la cima mi sovrasta, mi porto avanti e
sono sull’orlo di un precipizio. Ritorno alcuni passi indietro e un piccolo
ometto mi invita a salire un esile traccia che districandosi nel mughetto in
pochi minuti mi porta in vetta!
Eccola, magnifica, bellissima, niente croci,
ma solo un lunghissimo ometto, come una guglia di Antoni Gaudì, il famoso
architetto catalano.
Spettacolo,
spettacolo! Mi avvicino lentamente, passo da bradipo, quasi sfiorando la cupola
di neve, e supero l’ometto. Ammirando lo straordinario paesaggio che un solo
sguardo sposa la Creta Grauzaria al Sernio! Sono Felice, mi spiace ma in
montagna non è importante solo partecipare, ma raggiungere la cima, perché
grande o piccola che sia è sempre una magia. Mi giro intorno ad ammirare il
paesaggio, oltre alle cime in precedenza citate, spicca la dorsale che dal
Pisimoni porta fino al Chiavals, in lontananza il monte Cavallo, la creta di
Aip! Appoggio lo zaino su una roccia, con Magritte consumiamo il meritato
pasto. Scatto una serie di foto, mi godo il momento magico! E’ bello
conquistare le cime ardite, ma è anche bello pagarsi un biglietto per ammirarle
da vicino, e il Flop è uno dei più sublimi palcoscenici del Friuli; soprattutto
quando conosci gli attori dello spettacolo. Dopo una meritata e lunga sosta,
affronto la discesa per il rientro alla base! Stavolta intuisco il sentiero
perso all’andata, effettivamente un po’ ardito un breve e ripido tratto sul
nevaio, superato l’ostacolo con cautela riecco le mie impronte. Stavolta mi
gusto le montagne, aiutato dai raggi solari che con il chiaroscuro creano
disegni degni di un maestro! Il ritorno è meraviglioso, come camminare su un
immenso gelato al limone, fino a rientrare in auto! Il resto è solo il ricordo
di un sogno, di una magia, ma che ho vissuto! Monte Flop, magico sogno
invernale.
Il vostro
“Forestiero nomade”
Malfa.
Lungo il sentiero |
La sfinge della Grauzaria. |
Monte Flop visto dal Basso |
Nei pressi di casera Flop |
La sfinge in tutta la sua bellezza. |
Rifugio Grauzaria |
Foran da la Gjalina |
Il Sernio |
Lungo la rampa che porta sotto la cresta |
Il sentiero |
In vista di monte Flop, all'estrema destra. |
La creta della Grauzaria |
Ultimi metri prima della cima |
La cima dietro l'angolo. |
L'ometta della vetta, spettacolo! |
Il sentiero che procede a settentrione |
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