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martedì 9 febbraio 2016

Monte Flop Est 1715 m.

Creta Grauzaria all'alba.
 
Monte Flop est 1715 metri.

Note tecniche.

Localizzazione: Alpi Carniche Orientali- Gruppo Sernio Grauzaria.

Avvicinamento: Moggio Udinese- Val d’Apua- Bivio a sinistra con indicazioni rifugio Grauzaria-strada asfaltata fino a piccolo punto sosta, quota 707 metri.

Punto di Partenza: Piccola piazzola alla sinistra della stradina quota 707 metri

Dislivello complessivo: 1028 m.

Distanza percorsa in Km: 13,5 Km.

Quota minima partenza: 707 m.

Quota massima raggiunta: 1715 m.

Condizioni Meteo: Soleggiato.

Segnavia: CAI 437.

Fonti d’acqua: Ultima presso rifugio Grauzaria.

Difficoltà: Escursionistico.

Attrezzature: Nessuna

Cartografia consigliata. Tabacco 018.

Data: 06 febbraio 2016 2015

Condizioni del sentiero: Coperto di neve, ma intuitivo, normalmente ben segnato e ben frequentato.



Il vostro “Forestiero Nomade”.

Malfa.

 
Relazione.

Ultimo giorno di sole prima di una settimana di maltempo, e cosa mi viene in mente? Il monte Flop! Altra cima snobbata nel passato per la sua vicinanza con due delle più belle cime delle Alpi Friulane (il Sernio e La Grauzaria). Partenza da casa con Magritte, squadra che vince non si cambia! Arrivo nei pressi di Moggio Udinese, comincia ad albeggiare, dalle ciminiere delle fabbriche nuvole di fumo creano un atmosfera surreale, davanti a me la possente mole del Pisimoni, vecchio amore e tanti ricordi! Seguendo la cartellonistica stradale mi inoltro nella valle dell’Apua, fino a scorgere la cresta orientale della Grauzaria, pardon la corona! La signora della valle è già sveglia, il sole le tinge di cipria rosso il volto, donandole quelle giuste attenzioni che si convengono a una Regina. Arrivato nei pressi di un cartello con indicazioni per il rifugio Grauzaria (sulla sinistra della strada) risalgo la piccola stradina, molto ripida fino a sostare in una piazzola posta ai margini di essa, quota 710 metri all’incirca. La giornata non è fredda, Indossati gli scarponi, zaino in spalle si parte! Il sentiero da seguire è il 437 CAI, che parte subito dopo, e con moderata pendenza risale il boschetto posto sotto le pendici della Grauzaria. Lo conosco benissimo, l’ho fatto più volte per raggiungere il Sernio, la Creta della Grauzaria. Dopo un centinaio di metri incontro le prime tracce di neve, che con il prosieguo si fanno più intense fino a diventare un manto nevoso. Nei pressi dei ruderi di casera Flop il bosco si dirada, lasciando posto ad un vecchio sentiero, sovrastato dall’imponente mole della sfinge della Grauzaria. La bellissima mole dorme ancora, cerco di passare inosservato, senza far rumore aiutato dal soffice tappeto di neve. E’ quasi fatta quando una voce cupa e tenebrosa mi chiama e mi raggela il sangue: <<Ehilà Beppe! Dove vai di bello?>>.

 Mi fermo di scatto, e quasi tra l’intimorito e lo scherzoso gli rispondo:<< Se ti dico che vado in montagna, mi credi?>>.

La sfinge: << certo che sì, vedo che sei da solo, non sai che in montagna non si va mai da soli?>>.

Io:<< Cara sfinge, non ti spiace se ti chiamo Sfingy? Detto da te che in montagna non si va da soli mi fa un po’ ridere, lo sai che con questa spolverata di neve sembri un pandoro! Piuttosto raccontami come va, ogni tanto ti fai un giretto o sei sempre lì ferma?

Il dialogo procedeva tra il serio e il faceto con punte di sarcasmo, tipico tra amici di vecchia data!

La Sfinge:<< Tutto bene, a parte la signora, qui dietro le mie spalle (la Creta Grauzaria) non vuol smettere di fumare (avvolta quasi sempre dalle nuvole) e fa la preziosa con gli escursionisti, a differenza di suo marito (Il Sernio), che da questa posizione non vedo, ma odo benissimo, e spesso lo sento baruffare con lei, (Io sono più alto, e io più difficile ecc. ecc., non ne posso più! a volte mi metto le cuffie per non sentirli>>.

Io:<<Brava Sfingy! Che musica ascolti? Scommetto “Rock”!>>.

La sfinge: << Esatto, i Nirvana e Led Zeppelin>>.

IO: << Ottima musica, comunque io proseguo per l’escursione, un abbraccio, ciao Sfingy>>.

La sfinge: <<Ciao Malfa, buona escursione>>.

Lasciata la simpatica e rocciosa amica, proseguo lungo l’itinerario arrivando sotto il rifugio Grauzaria, mi fermo ad ammirare il tutto, ricoperto di bianco, è semplicemente un incanto! Le cime circostanti imbiancate di neve, più che camminare ho l’impressione di volare! Raggiunto il Rifugio(chiuso) mi fermo un attimo, viaggiando nei ricordi, pensando che nella stagione estiva è affollato di gente, sembra irriconoscibile nella solitudine bianca! Lasciati i ricordi proseguo lungo il sentiero 437, ovvero seguendo le tracce di un viandante che mi ha preceduto qualche giorno prima. Il percorso non è difficile, con una serie di tornanti risale il pendio innevato fino a raggiungere l’ampia sella del “Foran da la Gjaline! Qui il manto nevoso è più profondo e soffice. Davanti a me uno degli scenari più belli del Friuli! Da questa bellissima terrazza ammiro il padrone di casa, sua maestà il Sernio. Regale e maestoso come sempre, accarezzato da delicate nuvole, tinto da un leggero spolvero di neve, ti invita a fargli visita! Resisto alla tentazione, volgendo lo sguardo alla futura meta. Le impronte del viandante si interrompono qui, forse estasiato da tale spettacolo è ritornato indietro!

E’ difficile staccarsi dalla mirabile visione. Il mio sentiero prosegue in direzione nord seguendo le indicazioni su una tabella posta ai margini del piano innevato. Il sentiero è intuitivo, scorre sotto la coltre di neve, e l’esperienza e radi segni mi aiutano nell’orientamento. Una serie di rampe scavate nella roccia risale il pendio fino giungere in prossimità della lunga cresta che collega i due monti Flop. Il sentiero prosegue a sinistra, e dopo alcuni metri percorrendo l’aerea cengia mi porta ad ammirare la meta. La neve  è più rada per via dell’esposizione a sud. Ammiro il meraviglioso spettacolo, la cima del Flop in lontananza preceduta dall’ante cima, una romantica immagine! Le due elevazioni mi appaiono delicate, come il seno di una donna, pronto a offrirti calore e conforto, contrastando con le dolomitiche rocce della Grauzaria e gli imperiosi bastioni del Sernio. Il sentiero coperto di neve sembra disegnato sul ripido pendio, ne intravedo chiaramente il taglio. Proseguo fino a rendermi conto che la traccia che seguo è quella che mi porta alla forca, mentre quella per il Monte Flop est si è persa nel bianco nevaio. Magritte mi precede e con il suo fiuto mi porta alla forcella! Da qui noto in basso a oriente la mulattiera che devo seguire per la meta. Percorro alcuni metri di cresta tra i mughi, e aiutandomi con quest’ultimi che adopero come corde mi calo lungo il pendio, fino a trovare la mulattiera! Proseguo a sinistra verso la cima, ora la traccia è ben marcata anche se sto attento visto che è parzialmente coperta di neve. Sono emozionato, come tutte le volte che mi trovo in prossimità della vetta, mi manca poco, arrivo ad un intaglio tra la roccia, sento che la cima mi sovrasta, mi porto avanti e sono sull’orlo di un precipizio. Ritorno alcuni passi indietro e un piccolo ometto mi invita a salire un esile traccia che districandosi nel mughetto in pochi minuti mi porta in vetta!

 Eccola, magnifica, bellissima, niente croci, ma solo un lunghissimo ometto, come una guglia di Antoni Gaudì, il famoso architetto catalano.

Spettacolo, spettacolo! Mi avvicino lentamente, passo da bradipo, quasi sfiorando la cupola di neve, e supero l’ometto. Ammirando lo straordinario paesaggio che un solo sguardo sposa la Creta Grauzaria al Sernio! Sono Felice, mi spiace ma in montagna non è importante solo partecipare, ma raggiungere la cima, perché grande o piccola che sia è sempre una magia. Mi giro intorno ad ammirare il paesaggio, oltre alle cime in precedenza citate, spicca la dorsale che dal Pisimoni porta fino al Chiavals, in lontananza il monte Cavallo, la creta di Aip! Appoggio lo zaino su una roccia, con Magritte consumiamo il meritato pasto. Scatto una serie di foto, mi godo il momento magico! E’ bello conquistare le cime ardite, ma è anche bello pagarsi un biglietto per ammirarle da vicino, e il Flop è uno dei più sublimi palcoscenici del Friuli; soprattutto quando conosci gli attori dello spettacolo. Dopo una meritata e lunga sosta, affronto la discesa per il rientro alla base! Stavolta intuisco il sentiero perso all’andata, effettivamente un po’ ardito un breve e ripido tratto sul nevaio, superato l’ostacolo con cautela riecco le mie impronte. Stavolta mi gusto le montagne, aiutato dai raggi solari che con il chiaroscuro creano disegni degni di un maestro! Il ritorno è meraviglioso, come camminare su un immenso gelato al limone, fino a rientrare in auto! Il resto è solo il ricordo di un sogno, di una magia, ma che ho vissuto! Monte Flop, magico sogno invernale.

Il vostro “Forestiero nomade”

Malfa.


Lungo il sentiero


La sfinge della Grauzaria.


Monte Flop visto dal Basso


Nei pressi di casera Flop





La sfinge in tutta la sua bellezza.





Rifugio Grauzaria








Foran da la Gjalina


Il Sernio





Lungo la rampa che porta sotto la cresta

Il sentiero

In vista di monte Flop, all'estrema destra.

La creta della Grauzaria


Ultimi metri prima della cima


La cima dietro l'angolo.

L'ometta della vetta, spettacolo!







Il sentiero che procede a settentrione













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