Passo Entralais dai Piani
di Vas
Note tecniche.
Localizzazione: Alpi carniche: Gruppo Siera - Forata
Avvicinamento: Tolmezzo-Ovaro-Rigolato- Dal centro di
Rigolato indicazioni per Laudaria-Piani di Vas, ampio parcheggio quota 1250.
Punto di Partenza: Piani di Vas, quota. 1250
Tempi di marcia escludendo le soste: 5 ore e mezza.
Dislivello complessivo in salita: 1037 m.
Distanza percorsa in Km: 19,5.
Quota minima partenza: 1250 m.
Quota massima raggiunta: 2262 M.
Condizioni Meteo: Variabile.
Segnavia: Sentieri CAI -228 a; 227; 229. Un paio di paletti
e qualche raro ometto.
Fonti d’acqua: Ultima alla Casera di Tuglia.
Difficoltà: Escursionistico fino a Casera di Tuglia, per
esperti fino alla Passo di Entralais
Attrezzature: Un paio di cavi sotto la forcella (I grado).
Cartografia consigliata. Tabacco 01.
Data: 27 settembre 2015.
Condizioni del sentiero: Ben marcato e curato fino alla
Casera di Tuglia, selvaggio dalla casera fino al Passo, inesistente per il
Cimone, radi bolli rossi sul tratto esposto.
Periodo consigliato: Da luglio a settembre.
Il vostro “ Forestiero Nomade”.Malfa.
Speravo in una escursione senza neve, e lo è stata. Partito
come al solito presto dallo spilimberghese, giungevo alle prime luci dell’alba
nella frazione di Rigolato, e successivamente nella frazione di Forni di
Avoltri per dare un occhiata al massiccio roccioso della Creta di Fuina e del
Cimon, nell’eventualità che se avessi individuato presenza di neve, avrei
adottato il piano B. Con gradita sorpresa noto che le pareti settentrionali del
gruppo di montagne sono pulitissime, ritorno immediatamente indietro fino a
raggiungere i Piani di Vas (quota 1250). Raggiunto l’ampio parcheggio mi attrezzo,
zaino in spalle e parto, stavolta rispetto alla precedente escursione per il
monte Pleros, decido di passare dal rifugio Chiampizzulon. Dopo i Piani di Vas giungo
al bivio con tabella indicazioni, opto per il sentiero a sinistra numerato 228a.
Un pista forestale si addentra nel rado bosco (Abeti rossi, larici, faggii)
fino a raggiungere il rifugio posto a quota 1626. Breve sosta ad ammirare dal piano
panoramico le circostanti cime illuminate dal sole. Il sentiero che mi collega al
228 parte al sud del rifugio, seguo la traccia a destra che risalendo un fitto
bosco di mughi mi porta in pochi minuti sul sentiero 228. Il mio itinerario piega
a occidente, quindi a destra. Supero un tratto disseminato da enormi macigni,
subito dopo alla mia sinistra scorgo un corposo ometto e un rosso masso con una
scritta in rosso indicante la direzione da seguire per il monte Pleros (selvaggio
anello consigliato da R.Mazzilis). Proseguo per Il sentiero 228, che con lieve
e costante pendenza raggiunge un pulpito panoramico attrezzato con tavolo e
panche, splendida visione a 360° sule alpi carniche poste a settentrione. Subito
dopo la traccia perde quota fino a raggiungere un bivio con indicazioni, a destra
per i Piani di Vas, a sinistra per la sella di Tuglia, prendo quest’ultima direzione,
tagliando trasversalmente il prato sottostante, a sinistra i ruderi della
casera Campiut di Sopra. Risalgo per marcata traccia in un rado bosco di
Larici, fino a superare tre canaloni detritici (il secondo di questi con
numerosi ometti porta al monte Pleros, superato quest’ultimo (dei bolli rossi
su larici alla mia destra segnano l’inizio del sentiero che come al precedente portano
al Monte Pleros, ma per pendio erboso). Pochi metri dopo il terzo canalone di detritico
attraverso un piano erboso, umido e fangoso (portarsi ai margini) che sfocia
nella verde e ampia conca del TUGLIA. Mi
porto al centro di essa per ammirarla, è meravigliosa :- a meridione le bianche rocce delle creta della
Fuina e del Cimon, in fondo le guglie del Siera, alle spalle la piramide
rocciosa del Tuglia. Tutt’intorno è un paradiso, le piccole bianche nuvole
sembrano dipinte nell’azzurro del cielo, è difficile staccarsi dalla pittoresca
visione. Taglio il prato a occidente, alcuni cartelli sono posti con le relative
indicazioni, mi avvio alla casera. E’ chiusa, è molto bella e ben curata, molto
invitante, do un occhiata alla mappa per il prosieguo, mi porto presso un
grande masso ai margini della casera con un cartello CAI. Scendo per un paio di
tornanti sulla carreggiata fino a scorgere delle indicazioni per il Passo di Entralais su un larice. Abbandono la pista
forestale per risalire il ripido pendio di larici, da subito intuisco che è una pista poco frequentata, man mano che il
sentiero sale la vegetazione si fa più rada e il percorso meno faticoso, fino a
sfociare in un grande vallone detritico, posto alla base delle dirupate pareti
del Cimon. Risalgo per tracce tra le ghiaia e con numerosi ometti. Lo sguardo volge
in alto, la conca è un teatro granitico circondato da torri. Con numerosi
passaggi mi porto sotto la cresta settentrionale, superando con attenzione un tratto
franato fino a giungere sotto il passo. Breve sosta ad ammirare lo spettrale
scenario, un paio di piccole caverne naturali, rocce antropomorfe, pendii
scoscesi, il tutto visto dall’alto. Un intaglio nella roccia munito di cavi (I
grado) precede l’accesso al Passo di Entralais, varcato quest’ultimo raggiungo il
pendio erboso meridionale esposto a sud sulla val Pesarina. La visione è coperta da nuvole che salgono
dalla valle. Dei cartelli con indicazioni sono posti all’inizio del pendio
erboso, alla mia destra un paio di paletti, li seguo, sicuro che mi porteranno
in cima al Cimon, mi spingo troppo a sinistra, sul ripido prato cercando un ipotetico
canalino descritto da alcune relazioni. Per un oretta cerco e ricerco ma non
arrivo a nulla, mi convinco che mi conviene abbandonare l’impresa. Pochi metri
prima di raggiungere l’intaglio del passo scorgo dei bolli rossi e la direzione
che dovevo seguire, ma è tardi, delle nuvole inattese e intense si avvicinano.
Ritenterò la prossima volta dalla Val Pesarina, studierò e mi applicherò meglio.
Ridisceso per il sentiero dell’andata fino alla casera di Tuglia, noto con
piacere che sul pennone della malga sventolano 3 bandiere, quella friulana l’italiana
e quella dell’Inter, un sorriso di compiacimento illumina il mio volto. Breve
sosta alla casera a ricompormi dopo la fatica, e via per gli ultimi chilometri
per i Piani di Vas, ripercorrendo il sentiero d’andata fino al bivio per casera
ChiampIzzulon, da qui a sinistra (sentiero 227) passando per Casera Campil bassa
fino a raggiungere per sentiero e strada forestale i Piani di Vas.
Il vostro “ Forestiero Nomade”.Malfa.
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