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venerdì 29 agosto 2025

Croce del Monte Pala da Ropa ( Clauzetto)


Anello della Croce del Monte Pala

 

Note tecniche.

 

Localizzazione: Prealpi Carniche

 

Avvicinamento: Lestans-Travesio-Clauzetto-direzione Pradis di Sopra-Bivio per le località di Zuaniers e Ropa , sostare l’auto sul prato a monte della frazione di Ropa (sulla destra della carreggiabile).

 

Dislivello: 460 m.


Dislivello complessivo: 559 m.


Distanza percorsa in Km: 8,91


Quota minima partenza: 740 m.

 

Quota massima raggiunta: 1197 m.

 

Tempi di percorrenza escluse le soste: 3,5 ore

In: coppia con Klimt

 

Tipologia Escursione:  la prima parte fino al vertice, panoramica , la seconda parte dal vertice fino all’arrivo, escursionistica

 

Difficoltà: escursionistiche

Segnavia: Bolli rossi

 

Impegno fisico: medio

Preparazione tecnica: bassa

Attrezzature: no

 

Croce di vetta: si

Ometto di vetta:

Libro di vetta: si

Timbro di vetta: no

Riferimenti:

1)               Cartografici: IGM Sicilia - Tabacco. 08
2) Bibliografici:
3) Internet: 

2)               Periodo consigliato: tutto l’anno

3)               Da evitare da farsi in: per la discesa con condizioni di sentiero gelato

 

Condizioni del sentiero: La prima parte è una carrareccia di servizio alla malga Polpazza, quasi tutta asfaltata, la seconda parte dell’ escursione ( dalla malga Polpazza alla località in basso Corona) è un meraviglioso sentiero ben curato e battuto, dalla località Corona rientro a Ropa tramite una carrareccia e di seguiti strade di servizio al borgo.

 

Fonti d’acqua: nessuna

Consigliati: Bastoni da trekking per tenere distanti i cani pastore.

Data:  25 agosto 2025

 

Malfa & Klimt

 

Felice rientro in uno dei monti di casa, Monte Pala, la bella elevazione che sovrasta Clauzetto e Vito d’Asio. Partenza da una delle frazioni poste alle pendici del monte, esattamente Ropa, ultime case prima che inizi la lunga strada forestale che ascende il monte fino alla Malga Polpazza. La temperatura fresca  aiuta ad affrontare il cammino, specie se si parte dal versante nord. Con l’amico Klimt iniziamo questa nuova avventura, il giorno precedente scorrazzavamo a pochi metri, esattamente nella remota via che conduce sull’altopiano posto sopra Vito d’Asio, e l’idea di ascendere alla croce del monte è scaturita da un cartello posto su uno dei numerosi sentieri. Oggi in salita percorriamo la lunga via d’accesso alla malga Polpazza, con la dolce pendenza che rende il cammino degno di essere nominato passeggiata. Camminiamo con passo costante, lieve, curioso, ma senza sosta, vagando con lo sguardo alle cime che circondano il monte, una miriade di ricordi che mi porta a esplorare con la mente un ventennio di escursioni. Monte Pala è stata la prima cima di Magritte, e spero che sia di buon auspicio anche per klimt. Durante l’ascesa solo un automezzo sale al monte, una Jeep guidata da un giovane con due cani pastori maremmani abruzzesi a bordo e un cane pastore di colore nero di corsa al seguito Klimt si emoziona alla vista dei suoi simili, al vertice scoprirà l’orrenda verità. Con calma arriviamo a ridosso della Malga, presso un bel vedere dove è posto un tavolo con panche, un vero lusso per chi ama ammirare il paesaggio. Breve sosta per rifocillarsi e continuiamo il cammino, la prima idea è quella di raggiungere la vetta nord del monte, ma troviamo lungo la carrareccia un cancello chiuso, e i due cani pastori maremmani a latrare dall’altro lato del cancello. Senza patemi d’animo, abiuriamo la vetta nord e decidiamo di iniziare la discesa passando prima per la Croce. L’istinto mi consiglia di non fidarmi dei due cani, ah dimenticavo, poco prima avevo rivisto la Jeep in discesa, stavolta a bordo oltre al giovane c’era il cane pastore nero. Mentre mi avvio a lasciare lo spiazzo antistante la malga scorgo i cani scendere lungo un reticolato, e sicuramente trovano un varco per poi dirigersi abbaiando verso me e Klimt. In pochi attimi ci raggiungono e cercano di mordere Klimt, nel medesimo istante agito con una mano un bastoncino da trekking e con l’altra cerco di proteggere Klimt, confido che l’ho visto perso, ma forse il mio urlare e l’agitare l’arnese ha convinto i cani a indietreggiare. Purtroppo, dalla malga Polpazza, anche se tiene le imposte aperte nessuna reazione. Con calma ci dirigiamo a sud , verso il sentiero per la Croce, sicuramente il buon Klimt si è ricreduto sul suo genere come io da anni sul mio, ora entrambi siamo coscienti che nella vita non tutto è rose e fiori. Dopo la triste avventura sento il mio amico stringersi a me, effettivamente mi deve ora una vita, con calma ci dirigiamo verso la Croce.  Stavolta percorriamo un sentiero propriamente detto, dentro il fitto bosco, perdendo rapidamente quota, circa un cento metri di dislivello, attraverso una remota e ben marcata traccia, larga quanto una carrareccia, fino a giungere in uno slargo adombrato dall’ombrosa vegetazione, a destra un cartello indica la Croce, mentre a sinistra il sentiero che percorreremo in seguito. Alcuni metri di dislivello positivo ci conducono al cocuzzolo panoramico dove non manca nulla, tra cui una piccola cappella, una campana,  e una croce con crocifisso. Mi avvicino alla cassetta in metallo porta libro di vetta, la apro e noto che è provvista di molti quaderni, di cui due abili allo scritto e solo una penna rossa, il sacchetto in plastica che protegge il contenuto è logoro, lo sostituisco con uno nuovo e dono anche una biro con inchiostro blu, il minimo che possa fare, e di seguito apporto le nostre presenze. Dopo il rito delle firme, scendo di alcuni gradini, mi godo il paesaggio e mi viene l’idea di sventolare durante la mia presenza una bandiera della pace, proprio sotto la croce. Il mio pensiero vola lontano, in Palestina, dove creature innocenti sono in balia di un egoistico atteggiamento da parte dei sionisti israeliani. Guardo la Croce, e penso che anche il Cristo fu vittima e osteggiato nello stesso territorio a opera dei Romani sì, ma consigliati dagli ebrei oltranzisti di allora, e che il messaggio di pace tra i popoli oggi si è perso, adesso su questa croce vedo crocifissi milioni di innocenti, e il mio gioire non può essere completo se un mio fratello in qualsiasi parte del mondo muore  a causa di una guerra! Qualcuno potrà obiettare cosa c’entra questo  mio scrivere con la montagna, a costui  rispondo centra, visto che colui che rappresentato in questa croce è nato, vissuto ed è stato ucciso in Palestina, e benché io sia ateo, ho sempre rispettato il profeta dell’amore che fu Cristo e non dimentico i bimbi di Gaza. Riposta nel mio zaino la bandiera multicolore, riprendo con l’amico il cammino, stavolta per chiudere l’anello. Ripreso il cammino iniziamo una bellissima discesa di trecento metri di dislivello in un bosco da fiaba. Meravigliosi e secolari faggi multi-ramo segnano la loro presenza, mentre dalle bianche roccette carsiche sbucano come colori i numerosissimi ciclamini. Il percorrere il sentiero è una gioia per lo spirito, un inno alla vita, a tutto ciò che amiamo noi amanti della montagna ed è tutto ciò che desideriamo noi spiriti liberi. Il sentiero è l’antico cammino che da basso portava sino alla malga Polpazza, secoli e secoli di lavoro e cammino ne hanno creato la traccia. Presso  i ruderi della Stalla Planch de Lat rimango deluso, anni fa il rudere era pulito dai rovi, mostrando l’originale architettura, mentre oggi è di nuovo invaso, strano, perché è l’unico tratto non curato. Ripreso il cammino raggiungo la carrareccia presso la località Corona, e lì  incontro due escursionisti che non avevano idea di come rientrare a Vito d’Asio. Tramite il mio GPS illustro loro le varie possibilità, scelgono la meno difficoltosa e si avviano. Secondo il mio credo chiedere a qualcuno se ha bisogno o il semplice salutare fanno parte del bon ton e del bagaglio obbligatorio dell’amante della montagna. A volte la gente non chiede per timidezza, sta a noi intuire e dare, fare, agire... Ripreso il cammino, percorro l’ultimo tratto per completare l’anello, tra brevi saliscendi e passando per la Tana del Lupo, uno stavolo forse abitato da un tipo strano, sicuramente lo è! Raggiunta la località di partenza mi godo l’arrivo, i prati baciati dal sole e le fioriture degli orti, tra cui prediligo sempre le rose.

Malfa.







































































 

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