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giovedì 3 maggio 2018

Monte Piselli e Colle San Marco da Ascoli Piceno.







Monte Piselli e Colle San Marco da Ascoli Piceno.



Fantasticavo di effettuare un’escursione sugli appennini, immaginavo gite rocambolesche con weekend all’insegna dell’avventura, mai avrei immaginato che il sogno si sarebbe avverato. Quando raggiungo una meta ambita, penso che qualcuno lassù mi ama e l’ultima escursione che mi appresto a raccontare conferma questo concetto.

Appena sopraggiunto nella terra dei piceni, avvicinandomi al capoluogo osservo i monti che lo circondano, in particolare mi attrae un lunghissimo crinale da cui non riesco a staccare lo sguardo. Questa elevazione chiamata anche “Monte dei Fiori” è la naturale continuazione del lunghissimo pendio che inizia dalla periferia della storica cittadina.

Decido di partire per l’avventura il giorno seguente, non ho al seguito mappe e relazioni, ma solo l’attrezzatura indispensabile e un GPS. Nello zaino ho riposto gli scarponi, partirò con le scarpette di avvicinamento e una considerevole riserva idrica (tre litri). Il mattino del giorno della partenza il cielo è terso e la temperatura mite, mi avvio di buon’ora dall’alloggio (quota 124 m.).

Percorro la periferia della città mirando con l’aiuto dell’intuito a sud, seguo alcune scorciatoie e mi ritrovo davanti i primi segni CAI, sono fortunato, da questo istante cercherò di mantenere l’orientamento.

I segni purtroppo sono rari, passo sotto un cavalcavia e successivamente per un sentiero che costeggia dei muri a secco, finché scorgo altri segni CAI; stavolta il tratto è marcato, mi ritrovo in località Piagge, precisamente alle pendici del colle San Marco. Dal basso osservo le vertiginose pareti che si aggettano a nord.

Adiacente a un bivio sterrato noto una costruzione, sembra una remota fornace, seguo quello di sinistra precisamente, notando delle tracce di mountain bike. Dopo pochi minuti mi ritrovo immerso nel boschetto, la traccia si inerpica per strette svolte, fino a raggiungere una palizzata che delimita uno sperone roccioso molto esposto nei pressi di un eremo (che distrattamente non noto). Mi colpisce un’enorme scalinata che porta alle perpendicolari pareti, salgo gli scalini fino alla cancellata che sbarra l’ingresso all’eremo, per poi ridiscendere. Continuo a intuito per il sentiero, sperando che mi porti sopra il colle; alcuni segni CAI mi vengono in soccorso e un cartello con indicazioni mi informa che mancano dieci minuti per la sommità. Con emozione percorro la vecchia strada romana, in alcuni tratti si possono ammirare le diverse stratificazioni della costruzione, gli ultimi tornanti nel bosco mi portano all’apice, trovandomi su un altopiano edificato con ampi vialoni circondati da ville del primo novecento. Proseguo su strada a meridione, attraverso un’ampia radura mirando ai lontani colli. Non ho una meta precisa, spero di raggiungere qualche elevazione da dove poter studiare la zona. In lontananza scorgo un monte sormontato da antenne. Continuo lungo la strada asfaltata alla ricerca di tracce di sentiero, fa caldo, la fatica si fa sentire. Un cartello dipinto a mano mi indica il “Bosco dell’Impero”, abbandono la carrozzabile per inoltrarmi dentro la pineta, il sentiero ha un fascino antico, immagino le legioni romane che marciavano con le loro corti dentro la selva. Camminando, canticchio con tono divertito la colonna sonora di Guerre Stellari che preannuncia la comparsa delle forze imperiali.

A volte la traccia percorre il margine di praterie per poi rientrare nel bosco. Un cartello CAI mi indica alcune mete tra cui il colle San Giacomo e il monte Piselli che dista solo a un‘ora e trenta. Decido di pormi come meta l’ultimo monte citato, dopodiché rientrerò in sede. Seguendo il remoto tracciato mi ritrovo in un ampissimo vallone dall’aspetto alpino, il sentiero ne percorre il margine settentrionale lambendo una pineta, fino alla periferia del piccolo borgo di San Giacomo. Tra i prati spicca una piccola costruzione circolare, sembra un igloo in pietra, in seguito ne scoprirò il nome e l’uso.

Raggiunta la periferia del villaggio scopro dalla cartellonistica che mi trovo all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Il borgo San Giacomo segna quota 1105 metri sul livello del mare, ho quasi percorso 900 metri di dislivello. Presso una fontanella riempio la bottiglietta d’acqua e fotografo su una tabella la mappa del parco, che in seguito mi sarà di grande utilità. Visti e studiati i sentieri, decido di partire a destra del colle seguendo una carrareccia. La giornata è assolata e il caldo si fa sentire. Gli ampi tornanti sono anche lunghissimi, mi sembra di attraversare il deserto, dei sporadici e isolati ciclisti in mountain bike mi superano, nei loro volti si incarna la fatica.

Scorgo in lontananza il Gran Sasso completamente innevato, lascio la carrareccia per proseguire liberamente sul pendio inerbito sino alla località “Tre Caciare”, dove è sito un rifugio della località sciistica (quota 1427 m.). La struttura appare in disuso visto il pessimo stato di conservazione, i piloni della seggiovia segnano la direzione della pista che porta in cresta.

Decido di tagliare il percorso risalendo a zig zag ,con fatica l’inerbita pista, solo delle sparute chiazze di neve stanno a testimoniare il trascorso invernale. Incontro poco dopo due escursionisti in discesa, cortesemente mi danno delle informazioni sul prosieguo.

Mi ritrovo nei pressi della cresta, faticosamente raggiungo gli impianti soprastanti alla destra della grande antenna RAI, vado avanti ancora pochi metri e avanzo sul vallone che precede una pista di sci in disuso.

Dallo stupendo pulpito panoramico ammiro le vicine elevazioni che si spingono a sud, scendo di pochi metri nel vallone sottostante, leggo i dati sul GPS, la meta odierna, monte Piselli, è poco sopra. Con lo zoom della macchina fotografica traguardo la vetta dove scorgo degli indicatori, ritorno sui miei passi spostandomi leggermente sulla sinistra. Mi spingo alla base di una stratificazione rocciosa, pochi metri tra le roccette ed eccomi in vetta, dei paletti in metallo di cui uno cementato segnano la massima elevazione (1676 m.). Obiettivo raggiunto, zaino a terra e meritata sosta. L’ampia cima è ospitale, una miriade di coccinelle mi dà il benvenuto. Osservo questi rilievi chiamati “la Montagna dei Fiori”, effettivamente ho constatato e fotografato tante fioriture, ma soprattutto è il regno del silenzio. Rilevo in lontananza degli escursionisti venire giù dalla “non ancora visibile elevazione” monte Girella (q 1814 m.). Mi godo la montagna mettendo qualcosa nello stomaco e poi zaino in spalle si rientra. Nel primo tratto di discesa taglio per la pista sciistica, trovandomi in poco tempo nella località “Le tre Caciare”.

“ (…le caciare sono piccole costruzioni in pietra a forma di igloo. Sono caratteristiche di questa zona e si ritrovano, anche se in forma diversa, sulla Majella (capanne a tholos). La pastorizia è stata per secoli la principale attività di questa zona e le “caciare” sono state utilizzate come ricovero temporaneo dai pastori che d’estate abitavano questa montagna. Ne esistono più di cinquanta dislocate in tutta la zona, da San Vito a San Marco, sono costruite con le pietre raccolte in loco e sistemate “a secco” con l’inconfondibile aspetto di un igloo con le pietre disposte a cerchi concentrici, senza malta o altro aggregante. La tecnica costruttiva non è per nulla banale basti pensare che il diametro della parte “abitabile” è la metà del diametro complessivo, questo vuol dire che lo spessore delle “mura” è notevole. La caciara, proprio per le sue ridotte dimensioni non può rappresentare un ricovero stabile, probabilmente il suo nome deriva dal fatto che i pastori ci lavoravano il formaggio (il cacio)…)

Da…  Le caciare, capanne di pietra con copertura a tholos della montagna dei Fiori.

Carlo Cappelli “





Mi diletto a immortalarne dall’esterno le forme, entro in una di esse, sono emozionato, questa escursione mi dona attimo per attimo sensazioni indescrivibili. Davanti a me noto un escursionista in discesa, cerco di seguirne il percorso, dietro la struttura del rifugio trovo una traccia che scende ripidamente a valle, ripercorrendo il tratto di una pista di sci dismessa. Nei pressi dei ruderi di una caciara effettuo una sosta, per poi riprendere per evidente sentiero segnato anche con ometti, finché in breve tempo raggiungo il villaggio di San Giacomo.

Presso un cartello esplicativo del Parco del Gran Sasso incontro l’escursionista di cui ho seguito le tracce (Paolo), egli si mostra da subito gentile, offrendomi un passaggio in auto fino ad Ascoli. Non rifiuto, scoprirò lungo il tragitto che il nuovo amico gestisce a pochi metri dal mio alloggio una palestra di roccia, dove calorosamente mi ha invitato. Sono arrivato da un giorno in questa magica terra, ed essa mi fa sognare, elargendomi bellezza e ospitalità. Arrivati in città ringrazio l’amico piceno, sperando in un prossimo incontro sui monti, magari nelle nostre dolomiti. Così rientro in sede, felice ed entusiasta con una cima conquistata e una nuova storia da raccontare.

Il Forestiero Nomade.

Malfa.



Note tecniche.

Localizzazione: Monti della Laga-Appennino Abruzzese.

Avvicinamento: Ascoli Piceno.

Località di Partenza: Ascoli Piceno periferia occidentale.

Dislivello: 1600 m.



 Dislivello complessivo: 1600



Distanza percorsa in Km: 30





Quota minima partenza: 126 m.



Quota massima raggiunta: 1676 m.



Tempi di percorrenza escluse le soste: 7 ore

In: Solitaria



 Tipologia Escursione: Storico-Escursionista.



Difficoltà: https://www.vienormali.it/images/layout/dif-EE.gif E.E.

Segnavia: CAI

Impegno fisico: Impegnativo per il dislivello

Preparazione tecnica: Media.

Attrezzature: No.

Croce di vetta: No.

Ometto di vetta: Si.

Libro di vetta: No.

Timbro di vetta: No.

Riferimenti:

1)           Cartografici: Mappa CAI locale.

2)           Bibliografici:

3)           Internet:

Periodo consigliato: Tutto l’anno.

Da evitare da farsi in:

Condizioni del sentiero: Selvaggio.

Fonti d’acqua: Fontanella presso San Giacomo.

Consigliati:

Data: 21 aprile 2018.

Il “Forestiero Nomade”

Malfa


































































































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