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venerdì 23 febbraio 2018

Monte Faeit e Campeon.

 
Monte Faeit e Campeon.

Racconto.

Coadiuvato da una vecchia guida cartacea (la prima che lessi all’inizio del mio vagare per monti) e in attesa della primavera che libererà le alte montagna dalla neve, continuo l’esplorazione delle piccole cime che si affacciano sul versante orientale della pianura Friulana.

Per questa uscita ho scelto un crinale con due piccole cime di media altezza: monte Faeit di 734 metri e monte Campeon di 25 metri più alto.

Durante il tragitto di avvicinamento, poco prima di Osoppo, avvisto il monte e fermo l’automezzo lungo il ciglio della strada, lo fotografo, cercando a occhio nudo di intuire la tipologia dell’escursione che mi si prospetta. Il monte è totalmente ricoperto da bosco e dietro di esso spiccano le innevate catene montuose dei Musi, del Chiampon e del Gran Monte.

La splendida giornata e il cielo terso m’invitano a immergermi nella natura, riprendo la marcia verso la cittadina di Artegna, dove avrà inizio l’escursione.

Lascio l’auto presso un posteggio pubblico in periferia, proprio sotto le falde del Monte Faeit. Mi appronto per la partenza con il fido Magritte al seguito per questa nuova avventura.

Seguo le indicazioni per il sentiero del monte Faeit, presso una cantoniera con muro a secco noto un cartello CAI con le indicazioni, inizio a percorrere il vecchio troi, il percorso lastricato ne evidenzia le origini remote.

La fitta vegetazione è composta prevalentemente da aceri montani, ornielli, robinie, e carpini neri, che sovente coprono quello che rimane dei vecchi muri a secco che delimitano il sentiero.

A quota 550 metri, in uno spiazzo è posto un vecchio edificio restaurato, l’accesso è proibito al pubblico. Continuo a salire per il sentiero con sostenuta pendenza, fino a raggiungere la cresta, che supero percorrendo per un breve tratto il versante nord.

Raggiunta di nuovo la cresta sul versante meridionale, mi ritrovo nei pressi di un balcone panoramico (quota 722 m.), dei tavoli con panche m’invitano a fare una sosta. Mi affaccio dal pulpito panoramico che si aggetta sulla pianura friulana, brevi attimi d’incanto che dedico alla contemplazione. La cima è poco più avanti, nascosta tra i rovi della vegetazione, le passo vicino e proseguo verso la seconda elevazione, il monte Campeon.

Il percorso da sentiero si modifica in carrareccia, pervengo nei pressi della Malga Barbana, anch’essa non munita di riparo per viandanti. L’edificio è ben mantenuto, all’esterno stanno in bella mostra gli strumenti dei vecchi mestieri. Riprendo il sentiero per il vicino monte Campeon, transitando accanto ai ruderi di un vecchio edificio militare, dalle forme risulta una casermetta. In prossimità era situata una batteria permanente (artiglieria) collegata a quella del Monte Campeon, la batteria del Monte Faeit rientrava nel sistema difensivo del Medio Tagliamento. Considerata una postazione secondaria, era composta semplicemente dal classico spiazzo per ospitare quattro cannoni da 149 mm e da delle piccole costruzioni per la riserva delle armi.

Continuo a oriente per carrareccia che si biforca, proseguo a destra, risalendo il monte Campeon. Poco sotto la cresta noto l’entrata di un bunker, breve visita alla struttura, per poi  continuare l’escursione raggiungendo l’ampio slargo della cima. Tutto intorno è un caos, trovo di tutto: dallo scheletro di una vecchia altana a una cucina. Tanti materiali disposti in modo approssimativo, lo trovo poco nobile per una cima, così disordinata sembra un luogo dove poter bivaccare per una sagra. Non nascondo che rimango deluso, ritorno sui miei passi fino a raggiungere il pianoro nei pressi della malga Barbana, dove un cartello m’invita a proseguire per il versante settentrionale (indicazioni per la località di Cologna).  

Il sentiero attraversa un bosco di latifoglie, fino a raggiungere il greto del torrente Orvenco. Poco prima di un ponte svolto a destra seguendo il sentiero naturalistico che porta alla cascata di Tulin, è il momento più emozionante dell’escursione. Il sentiero percorre la sinistra orografica del torrente, splendida visione dell’eterno scorrere dell’acqua. Nel breve tratto della risalita del torrente (circa settecento metri) ammiro ponticelli in legno, vasche d’acqua, l’ultimo tratto lo affronto con cautela, portandomi al ridosso della Cascata di Tulin, che raggiungo superando un tratto articolato tra i massi.

Mi rilassa la visione della cascata che salta da una verticale parete creando alla base una piscina naturale. Mi siedo su un sasso, avrei voglia di fare un bagno, spogliarmi e liberarmi di tutto, ma la bassa temperatura me lo sconsiglia. Magritte, l’eroico compagno, mi ha seguito, anche se l’acqua non è il suo elemento naturale. Finita la divina sosta, riprendo il cammino percorrendo a ritroso il sentiero fino al ponte che precede la borgata di Cologna. Per rientrare ad anello ad Artegna seguo a occidente il sentiero naturalistico, stavolta percorrendo la destra orografica. Continuo a costeggiare il torrente Orvenco, ammirando i suoi numerosi salti, percorso misto a sali scendi a tratti ripidissimi e scivolosi, dove bisogna prestare attenzione, soprattutto in discesa. Il sentiero sfocia fuori dal bosco nei pressi di un antico lavatoio posto ai margini della periferia di Artegna, percorro il breve tratto urbano che mi separa dall’automezzo. Raggiunto il parcheggio ammiro il colle e i campanili in controluce. Un’atmosfera magica avvolge la fine di questa escursione, donandomi dolci ricordi.

Il Forestiero Nomade.

Malfa. 

 
Note tecniche.

Localizzazione: Prealpi Giulie Occidentali.

Avvicinamento: Gemona-Artegna- Piazza del Municipio- Monte-Sentiero del Monte Faeit.



Località di Partenza: Posteggio presso Piazza del Municipio. 253 m.

Dislivello: 500 m.



 Dislivello complessivo: 550 m.



Distanza percorsa in Km: 12 chilometri.





Quota minima partenza: 253.



Quota massima raggiunta: 759 m.



Tempi di percorrenza. 4 ore senza soste.

In: Solitaria.



 Tipologia Escursione: Escursionistica-Naturalista.



Difficoltà: https://www.vienormali.it/images/layout/dif-EE.gif Escursionistiche.

Segnavia: Segni bianco-rossi.

Attrezzature: No.

Croce di vetta: No

Ometto di vetta: No

Libro di vetta: No.

Timbro di vetta: No

Riferimenti:

1)                  Cartografici: Tabacco 020.

2)                  Bibliografici:

3)                  Internet:

Periodo consigliato:

Da evitare da farsi in:

Condizioni del sentiero:

Fonti d’acqua:

Consigliati:

Data: venerdì 16 febbraio 2018

Il “Forestiero Nomade”

Malfa




















































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