Monte:
Pedroc
Localizzazione:
Prealpi Carniche
Avvicinamento:
Lestans-Pinzano- Forgaria-indicazione per Monte Prat-Monte Prat-diramazione per
Albergo Monte Prat-seguire la carrareccia asfaltata sino a un incrocio di
stradine che precede la discesa per gli Stavoli Ledrania, piccola piazzola per
sosta.
Regione:
Friuli- Venezia Giulia
Provincia
di: UD
.
Dislivello:
130 m.
Dislivello
complessivo: 130 m.
Distanza percorsa in Km: 2,54
Quota minima partenza: 750 m.
Quota
massima raggiunta: 881 m.
Tempi
di percorrenza escluse le soste: due ore
In:
coppia con Klimt.
Tipologia
Escursione: panoramica
Difficoltà:
turistiche-escursionistiche
Tipologia sentiero o
cammino: Carrareccia-traccia
Ferrata- no
Segnavia:
CAI
Fonti
d’acqua: no
Impegno
fisico: basso
Preparazione
tecnica: bassa
Difficoltà
di orientamento: nessuna
Attrezzature:
no
Croce di vetta: no
Ometto di vetta: si
Libro di vetta: si
Timbro di vetta: no
Riferimenti:
Consigliati:
Periodo
consigliato: tutto l’anno
Da evitare da farsi
in:
Dedicata a: chi ama
stare disteso su un prato ammirando la natura e i voli dei grifoni.
Condizioni del
sentiero: solo una traccia ma molto intuiva
Percosso idoneo per
portare cane al seguito: assolutamente si
Cartografici: IGM Friuli
– Tabacco 020
2) Bibliografici:
3) Internet:
Data dell’escursione:
22 dicembre 2025
Data di pubblicazione
della relazione:
Ultima uscita
prenatalizia, l’idea originale era più ampia, ma la pigrizia ha fatto il suo
corso, quindi esco tardissimo da casa, prendo l’auto e mi catapulto nel vicino Monte Prat, l’idea è di raggiungere
il vertice del monte Pedroc. Durante il breve viaggio in auto attraverso le
varie frazioni che mi dividono dalla meta, si respira un’aria natalizia, casette
addobbate con luci e palle natalizie, abeti di Natale ovunque, e soprattutto Sacre
Famiglie e piccoli presepi, posti dalle fermate dei pullman ai vari cortili che
intravedo. Raggiunte le pendici del Monte Prat è un’apoteosi di atmosfere
festive, tutti i borghi e i singoli stavoli nell’insieme creano un gigantesco
presepe, l’atmosfera è magica e la giornata solare dal sapore primaverile inganna
ben sapendo che siamo in pieno inverno. Raggiunto l’altopiano del monte, nulla
cambia, anzi, la sagoma all’orizzonte del Cuar è un invito a bei pensieri, e
per il sottoscritto a splendidi ricordi. Raggiungo il luogo dove sosterò l’auto,
e già Klimt scalpita, riesco a tradurre i suoi mugolii, in questo caso è
impaziente e voglioso di correre e librare la sua energia. Scarponi ai piedi e
zaino in spalle(un mio vecchio detto) e si parte per l’avventura, tramite una carrareccia
che da sud verso nord lambisce il versante occidentale del monte Pedroc. Pochi
metri dopo la partenza avvisto un viandante con un cane al seguito, nel
frattempo ho riagganciato al guinzaglio Klimt che si è sfogato con le sue
proverbiali sgroppate. Rivolgendomi all’omino con cane al seguito dico: “Viandante
con cane! “ Mi risponde: “Auguri di buone feste e buon anno nuovo!” Nel ricambiare
l’augurio, vedo il viandante cambiare direzione ed esplorare nuovi sentieri,
mentre io proseguo a nord soggiogato con
lo sguardo dal panorama a occidente. Annusando l’aria respiro odori
freschi che sanno di natura incontaminata, e il cielo azzurro all’orizzonte fa
il resto, inebriando la mia mente di felicità. Raggiunto un bivio viro a
oriente per una rampa che mi porta a ridosso di uno stavolo ben serbato e
curato, l’area è chiamata Prà dell’Asin, tutto è ben conservato e curato, è una
proprietà privata, ma basta avere la delicatezza di aggirare lo stavolo a nord (bellissimo
prato ingiallito dal freddo) e si è a ridosso della rada boscaglia che precede
la vetta del monte. Mi fermo e siedo sulla morbida erba, proprio accanto a un
masso e volgendo lo sguardo a occidente ammiro le varie catene montuose, da
Piancavallo sino al monte Cuar, rimanendo attratto da un gruppo di monti in
particolare. Incuriosito scruto la mappa digitale sullo smartphone e
traguardando la direzione scopro che si tratta di un gruppo di monti che
conosco benissimo, il gruppo del Valcalda che comprende il monte Burlat, Teglara
e Sciara, che da questo mio punto di vista appare in tutta la sua magnificenza.
Ripresomi dalla meraviglia, riprendo il passo, e sono a ridosso di massi affioranti,
un cancello rudimentale aperto è l’unico
ostacolo, quello che in passato ho trovato sempre chiuso, alcuni sassi come
indicanti mi invitano a seguire la traccia, finché abbassandomi di quota di
alcuni metri sbuco nel pianoro inerbito che ospita la vetta panoramica del
monte Pedroc con il caratteristico ometto a punta. Bello tutto, sgancio lo
zaino, faccio bere Klimt tramite la sua scodella, poi naturalmente croccantini,
e di seguitomi mi sdraio sul morbido tappeto d’erba, a ridosso dell’ometto. Tra i sassi
dell’ometto scorgo il mio vecchio barattolo di vetro, l’ho lasciato l’anno
scorso, mi diletto a leggere i nomi dei viandanti che sono passati, l’ultimo
proprio il giorno prima. Ho portato al seguito un barattolo più capiente, lo
sostituisco, lasciando all’interno una penna nuova e altri fogli per scrivere
il passaggio dei viandanti, di seguito sistemo bene il mio zaino a posa di
cuscino e mi adagio sull’erba, con lo sguardo rivolto alla pianura friulana. Il
panorama spazia sulle Giulie, riesco ad ammirare dai dirimpettai Chiampon e
Cuarnan, alle catene montuose dei Musi, del Monte Nero, sino al Montasio,
magico e regale come non mai. Klimt ha il tartufo sempre in azione, odora in
tutte le direzioni, mi diverto a vederlo felice, finché un’ombra si proietta
sul terreno e di seguito un’altra, sono i grifoni provenienti dalla località di
Cornino, essi ci dilettano con il loro meraviglioso svolazzo. Klimt non li ha
mai visti, e come un diligente scolaro ne osserva il volteggio. Ringrazio gli
amici volatili, li saluto e li ammiro, finché dopo la breve visita rientrano nel
loro territorio abituale. Dopo una buona mezzoretta di estasi decido di
rientrare, ma sono attratto dalla cima vera e propria, il mucchio di massi
affioranti che prima ho sfiorato, nulla succede per caso e proprio sul masso
più in alto, tra i rami secchi della boscaglia, scorgo un puntino rosso, che avvicinandomi sa
di oggetto familiare, si è proprio la simpatica coccinella dipinta su un sasso,
opera di Jolanda Dubiel. Effettuo una foto ricordo con Klimt, di seguito mando
le foto ad Adelchi Venturini e alla stessa Jolanda, ne approfittiamo per farci
gli auguri natalizi. Lasciata cima scendo con calma, ispezionando un vicino
sentiero che sfocia su uno stavolo e un immenso castagno ormai cavo. Altri
ricordi di questa ventennale avventura che mi ha portato tra i monti del Friuli.
Spenti i ricordi raggiungiamo l’Auto, non prima di fermarmi ad ammirare le
singole foglie dal color rosso fuoco che spiccano nella vegetazione invernale.
Il rientro in auto è dolce, altri viandanti incontro lungo il cammino, la magia
del Monte Prat è unica, e più lo frequenti e più lo ami.
Buon Natale da Malfa &
Klimt.

















































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