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sabato 27 dicembre 2025

Monte: Pedroc

Monte: Pedroc

 

Localizzazione:  Prealpi Carniche

 

Avvicinamento: Lestans-Pinzano- Forgaria-indicazione per Monte Prat-Monte Prat-diramazione per Albergo Monte Prat-seguire la carrareccia asfaltata sino a un incrocio di stradine che precede la discesa per gli Stavoli Ledrania, piccola piazzola per sosta.

 

Regione: Friuli- Venezia Giulia

 

Provincia di: UD

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Dislivello: 130 m.

 

Dislivello complessivo: 130 m.


Distanza percorsa in Km: 2,54


Quota minima partenza: 750 m.

 

Quota massima raggiunta: 881 m.

 

Tempi di percorrenza escluse le soste: due ore

In: coppia con Klimt.

 

Tipologia Escursione: panoramica

 

Difficoltà: turistiche-escursionistiche

 

Tipologia sentiero o cammino: Carrareccia-traccia

 

 

Ferrata- no

 

Segnavia: CAI

 

Fonti d’acqua: no

 

Impegno fisico: basso

Preparazione tecnica: bassa

 

Difficoltà di orientamento: nessuna

Attrezzature: no

 

Croce di vetta: no

Ometto di vetta: si

Libro di vetta: si

Timbro di vetta: no

Riferimenti:

Consigliati:

 

Periodo consigliato:  tutto l’anno

 

Da evitare da farsi in:

 

Dedicata a: chi ama stare disteso su un prato ammirando la natura e i voli dei grifoni.

 

Condizioni del sentiero: solo una traccia ma molto intuiva

 

Percosso idoneo per portare cane al seguito: assolutamente si



Cartografici: IGM Friuli – Tabacco 020
2) Bibliografici:
3) Internet: 

Data dell’escursione: 22 dicembre 2025

 

Data di pubblicazione della relazione:


Malfa

 

Ultima uscita prenatalizia, l’idea originale era più ampia, ma la pigrizia ha fatto il suo corso, quindi esco tardissimo da casa, prendo l’auto e mi catapulto  nel vicino Monte Prat, l’idea è di raggiungere il vertice del monte Pedroc. Durante il breve viaggio in auto attraverso le varie frazioni che mi dividono dalla meta, si respira un’aria natalizia, casette addobbate con luci e palle natalizie, abeti di Natale ovunque, e soprattutto Sacre Famiglie e piccoli presepi, posti dalle fermate dei pullman ai vari cortili che intravedo. Raggiunte le pendici del Monte Prat è un’apoteosi di atmosfere festive, tutti i borghi e i singoli stavoli nell’insieme creano un gigantesco presepe, l’atmosfera è magica e la giornata solare dal sapore primaverile inganna ben sapendo che siamo in pieno inverno. Raggiunto l’altopiano del monte, nulla cambia, anzi, la sagoma all’orizzonte del Cuar è un invito a bei pensieri, e per il sottoscritto a splendidi ricordi. Raggiungo il luogo dove sosterò l’auto, e già Klimt scalpita, riesco a tradurre i suoi mugolii, in questo caso è impaziente e voglioso di correre e librare la sua energia. Scarponi ai piedi e zaino in spalle(un mio vecchio detto) e si parte per l’avventura, tramite una carrareccia che da sud verso nord lambisce il versante occidentale del monte Pedroc. Pochi metri dopo la partenza avvisto un viandante con un cane al seguito, nel frattempo ho riagganciato al guinzaglio Klimt che si è sfogato con le sue proverbiali sgroppate. Rivolgendomi all’omino con cane al seguito dico: “Viandante con cane! “ Mi risponde: “Auguri di buone feste e buon anno nuovo!” Nel ricambiare l’augurio, vedo il viandante cambiare direzione ed esplorare nuovi sentieri, mentre io proseguo a nord soggiogato con  lo sguardo dal panorama a occidente. Annusando l’aria respiro odori freschi che sanno di natura incontaminata, e il cielo azzurro all’orizzonte fa il resto, inebriando la mia mente di felicità. Raggiunto un bivio viro a oriente per una rampa che mi porta a ridosso di uno stavolo ben serbato e curato, l’area è chiamata Prà dell’Asin, tutto è ben conservato e curato, è una proprietà privata, ma basta avere la delicatezza di aggirare lo stavolo a nord (bellissimo prato ingiallito dal freddo) e si è a ridosso della rada boscaglia che precede la vetta del monte. Mi fermo e siedo sulla morbida erba, proprio accanto a un masso e volgendo lo sguardo a occidente ammiro le varie catene montuose, da Piancavallo sino al monte Cuar, rimanendo attratto da un gruppo di monti in particolare. Incuriosito scruto la mappa digitale sullo smartphone e traguardando la direzione scopro che si tratta di un gruppo di monti che conosco benissimo, il gruppo del Valcalda che comprende il monte Burlat, Teglara e Sciara, che da questo mio punto di vista appare in tutta la sua magnificenza. Ripresomi dalla meraviglia, riprendo il passo, e sono a ridosso di massi affioranti,  un cancello rudimentale aperto è l’unico ostacolo, quello che in passato ho trovato sempre chiuso, alcuni sassi come indicanti mi invitano a seguire la traccia, finché abbassandomi di quota di alcuni metri sbuco nel pianoro inerbito che ospita la vetta panoramica del monte Pedroc con il caratteristico ometto a punta. Bello tutto, sgancio lo zaino, faccio bere Klimt tramite la sua scodella, poi naturalmente croccantini, e di seguitomi mi sdraio sul morbido tappeto  d’erba, a ridosso dell’ometto. Tra i sassi dell’ometto scorgo il mio vecchio barattolo di vetro, l’ho lasciato l’anno scorso, mi diletto a leggere i nomi dei viandanti che sono passati, l’ultimo proprio il giorno prima. Ho portato al seguito un barattolo più capiente, lo sostituisco, lasciando all’interno una penna nuova e altri fogli per scrivere il passaggio dei viandanti, di seguito sistemo bene il mio zaino a posa di cuscino e mi adagio sull’erba, con lo sguardo rivolto alla pianura friulana. Il panorama spazia sulle Giulie, riesco ad ammirare dai dirimpettai Chiampon e Cuarnan, alle catene montuose dei Musi, del Monte Nero, sino al Montasio, magico e regale come non mai. Klimt ha il tartufo sempre in azione, odora in tutte le direzioni, mi diverto a vederlo felice, finché un’ombra si proietta sul terreno e di seguito un’altra, sono i grifoni provenienti dalla località di Cornino, essi ci dilettano con il loro meraviglioso svolazzo. Klimt non li ha mai visti, e come un diligente scolaro ne osserva il volteggio. Ringrazio gli amici volatili, li saluto e li ammiro, finché dopo la breve visita rientrano nel loro territorio abituale. Dopo una buona mezzoretta di estasi decido di rientrare, ma sono attratto dalla cima vera e propria, il mucchio di massi affioranti che prima ho sfiorato, nulla succede per caso e proprio sul masso più in alto, tra i rami secchi della boscaglia,  scorgo un puntino rosso, che avvicinandomi sa di oggetto familiare, si è proprio la simpatica coccinella dipinta su un sasso, opera di Jolanda Dubiel. Effettuo una foto ricordo con Klimt, di seguito mando le foto ad Adelchi Venturini e alla stessa Jolanda, ne approfittiamo per farci gli auguri natalizi. Lasciata cima scendo con calma, ispezionando un vicino sentiero che sfocia su uno stavolo e un immenso castagno ormai cavo. Altri ricordi di questa ventennale avventura che mi ha portato tra i monti del Friuli. Spenti i ricordi raggiungiamo l’Auto, non prima di fermarmi ad ammirare le singole foglie dal color rosso fuoco che spiccano nella vegetazione invernale. Il rientro in auto è dolce, altri viandanti incontro lungo il cammino, la magia del Monte Prat è unica, e più lo frequenti e più lo ami.

Buon Natale da Malfa & Klimt.
















































 

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