Anello
Cretoi e monte Palis da Sequals
Note
tecniche.
Localizzazione:
Colline moreniche che si estendono nella zona nord-orientale della provincia di
Pordenone, ai piedi delle Prealpi Carniche, tra il fiume Meduna e il torrente
Cosa.
Avvicinamento:
Lestans -Sequals- Piazzetta prospicente il municipio
Regione:
Friuli-Venezia Giulia
.
Punto
e quota di partenza: Parcheggio antistante il municipio di Sequals.
Dislivello:
174 m.
Dislivello complessivo: 205 m.
Distanza percorsa in Km: 6,28 km
Quota minima partenza: 198 m.
Quota
massima raggiunta: 374 m
Tempi
di percorrenza escluse le soste: 2 ore
In:
coppia con Klimt
Tipologia
Escursione: paesaggistica-storico-escursionistica
Difficoltà:
escursionistiche
Tipologia sentiero o
cammino: Sentiero-carrareccia
Ferrata- no
Segnavia:
CAI
Fonti
d’acqua: si, presso Solimbergo una fontana
Impegno
fisico: medio
Preparazione
tecnica: bassa
Difficoltà
di orientamento: nessuna
Attrezzature:
nessuna
Croce di vetta: no
Ometto di vetta: no
Libro di vetta: no
Timbro di vetta: no
Riferimenti:
Consigliati:
Periodo
consigliato: tutto l’anno
Da evitare da farsi
in:
Dedicata a: chi ama
esplorare i colli sotto casa
Condizioni del
sentiero: ben segnato, pulito e curatissimo
Percosso idoneo per
portare cane al seguito: assolutamente si
Cartografici: IGM Friuli
– Tabacco 028
2) Bibliografici:
3) Internet:
Data dell’escursione:
13 settembre 025
Data di pubblicazione
della relazione:
Colli e buoi dei paesi
tuoi, parafrasando il detto in questa bella escursione mi dedico ai colli
morenici che sovrastano Sequals, cittadina posta a ridosso del torrente Meduna.
L’intenzione, poi riuscita, è quella di compiere un anello con partenza da
Sequals, dalla piazza prospicente il municipio, ascendere sino al colle
panoramico Col Palis , proseguire sino al Castello di Solimbergo e di seguito,
dopo essere transitato per il precedente borgo citato, aggirare un colle a
oriente della frazione e tramite una carrareccia prima e un bel sentiero dopo, scendere a oriente di Sequals, al ridosso
della chiesa di San Nicolò e di seguito raggiungere il punto di partenza.
La bella giornata
stimola il passo, e una volta raggiunta a località, io e il mio fido scudiero
Klimt ci approntiamo per questa nuova avventura. Dopo pochi metri dal palazzo
comunale diparte un bel percosso chiamato “Sentiero del Cretroi”, fatto già in
passato, quindi inizio a godermi la passeggiata. Dopo pochi metri odo un
rumore, il tipico dei decespugliatori, quattro giovani volontari procedono in
fila come soldati in pattuglia con
l’arnese in mano, ma non uccidono, bensì puliscono il sentiero affinché il
viandante possa avere un comodo cammino. Mi fermo con loro a chiacchierare, li
ringrazio dell’opera che fanno, ed avendola fatta anch’io in passato so quello
che significa, sacrificare i giorni liberi per dedicarli al prossimo, a parole
siamo tutti bravi , nei fatti sono i soliti che operano. Quello che ammiro in
questi volontari incontrati è l’età, giovanissimi e con sani principi, è stato
davvero un bel incontro. Proseguendo per il sentiero raggiungo la cresta, ripida
ma mi porta su un pulpito panoramico da dove scruto dall’alto il noto ponte che
dà sul torrente Meduna, mi pare di
rivivere un noto film, “Quell’ultimo Ponte”, pochi passi avanti e raggiungo il sito
panoramico del Col Palis, il punto goniometrico più alto è poco più in là, ci
sono stato in passato, adatto a Indiana Jones.
Un grande masso con un
sasso tondo è il monumento naturale a questo pulpito, mentre una roccia pulita
da erbacce è il punto di appoggio. Sgancio lo zaino, lo adagio per terra ed
effettuo la pausa religiosa che tutti gli escursionisti svolgono quando
raggiungono una la vetta, la contemplazione del Creato! Dall’alto, lo sguardo, oltre
a dominare il paesello di Sequals vola nella pianura racchiusa tra i colli di
Usago e i colli di Lestans, piccole levazioni sorte durante l’ultima
glaciazione, e all’interno una pianura con una concentrica depressione, ed è quello
che rimane di un enorme stagno preistorico. La fantasia vola, e io immagino il
laghetto con delle palafitte abitate ai margini di esso, mentre l’uomo è dedito
alla caccia o alla pastorizia, percepisco una sensazione di pace, e il mio
pensiero anche oggi vola alla povera gente di Gaza, che vorrebbero vivere un
simile stato di beatitudine, e invece muoiono giorno dopo giorno a causa di un
bestiale nemico e alla nostra indifferenza. Non si può rimanere indifferente,
la ruota gira, e finché siamo in questo mondo potrebbe toccare a noi. Ogni
giorno mi chiedo come fa il genere umano a essere indifferente, me lo chiedo
sin da bimbo, e gli stessi egoisti poi piangono per un graffio all’auto, per
una piccola frattura, per un lieve malore, mi chiedo se non siamo noi quelli da
estinguere come specie, ma mi consola che non sono indifferente e non sono
l’unico, e anche un’immagine, una bandiera, un messaggio visivo è meglio del
nulla! Klimt sembra apprezzare il mio pensiero, se a Gaza i bimbi muoiono di
fame, immagino che sia peggio per gli animali domestici, mi consola avere la
sua consolazione e il suo appoggio che leggo nel suo sguardo, meglio di certi
bipedi che incrocio spesso! Approfitto della pausa per mangiare una mela, e
dopo si riprende il cammino. Il sentiero sempre ben battuto guadagna
leggermente quota, arrivando in un luogo idoneo a fare picnic, tavoli e panche
e punto panoramico, di seguito, seguendo le chiare indicazioni sui cartelli
scendo vistosamente nel bosco fino ad incrociare la carrareccia che a
Solimbergo conduce al castello omonimo. Pochi metri di sentiero ed eccoci a
ridosso del magnifico rudere, con una arcata d’ingresso ancora intatta e
all’interno del perimetro un torrione che pare non abbia subito il tempo.
Ispeziono come un turista il maniero, lo circumnavigo e ammiro il paesaggio che
stavolta dà sulla pianura a occidente, fino a Maniago e alle vette che dominano
la cittadina friulana. Ogni volta che sono in un maniero mi identifico nel
luogo, i soldati, di mestiere, a volte era un duro lavoro come noioso nei
periodi pace, e non viene difficile percepire i loro pensieri, i loro sogni, il
brandire delle spade per esercitarsi, o il tipico soffio degli archi che
lanciano frecce su manichini, simulando il nemico che forse un giorno cingerà
in un virulento assalto la fortezza, ma sono uomini come noi oggi, famiglie da
mantenere, e la pace la sognavano più loro perché sarebbero stati i primi a
perire in caso di guerra. Lascio il
maniero con una sensazione di serenità, stavolta provo a percorrere il sentiero
posto proprio a oriente del castello, esso scende rapidamente a Solimbergo,
sicuramente è l’antica via di accesso al maniero. Da Solimbergo una stradina
interna mi conduce alla piazza dominata dalla grande chiesa, mi chiedo come mai
queste enormi tempi in piccole frazioni, un tempo il credo religioso era molto
più sentito! Da Solimbergo mi porto a nord del paesello, attraverso l’arteria
che conduce a Meduno, e imbocco una stradina, che pochi metri dopo assume il
suo aspetto campale, conducendomi tramite una delle diramazioni a occidente del
colle che protegge a oriente la frazione, e di seguito tramite la stessa
stradina di campagna, seguendo i chiari cartelli esplicativi a giungo a ridosso
di una remota lavanderia, dove una volta le donne delle frazioni lavavano i
panni, un viaggio all’interno delle tradizioni delle comunità. Un cartello con
la scritta Sequals mi consiglia di iniziare una breve salita, per poi
proseguire per comodo sentiero, e di seguito in discesa sino alla periferia di
Sequals, una torre di avvistamento della forestale, è segno che sono sul
sentiero giusto, anche qui immagino un soldato romano del periodo augusteo
presidiare l’arteria. Di seguito la carrareccia mi porta sulla strada che conduce da Sequals a Usago,
pochi metri prima dell’originale architettura della piccola chiesetta di San
Nicolò. La mia avventura volge al termine, per le strade noto uno strano locale
dove gli evidenti segni sono un richiamo a un periodo buio della nostra storia,
dimentico subito per non rovinarmi la magnifica escursione, e pochi metri
ancora sono all’auto, al punto di partenza. Anche oggi un bel giro all’insegna
del mio Dio, la natura.
Malfa.
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