Powered By Blogger

lunedì 22 settembre 2025

Anello Cretoi e monte Palis da Sequals

 

Note tecniche. 

 

Localizzazione: Colline moreniche che si estendono nella zona nord-orientale della provincia di Pordenone, ai piedi delle Prealpi Carniche, tra il fiume Meduna e il torrente Cosa.

 

Avvicinamento: Lestans -Sequals- Piazzetta prospicente il municipio

 

Regione: Friuli-Venezia Giulia

.

Punto e quota di partenza: Parcheggio antistante il municipio di Sequals.

 

Dislivello: 174 m.


Dislivello complessivo: 205 m.

 


Distanza percorsa in Km: 6,28 km


Quota minima partenza: 198 m.

 

Quota massima raggiunta: 374 m

 

Tempi di percorrenza escluse le soste: 2 ore

In: coppia con Klimt

 

Tipologia Escursione: paesaggistica-storico-escursionistica

 

Difficoltà: escursionistiche

 

Tipologia sentiero o cammino: Sentiero-carrareccia

 

 

Ferrata- no

 

Segnavia: CAI

 

Fonti d’acqua: si, presso Solimbergo una fontana

 

Impegno fisico: medio

Preparazione tecnica: bassa

 

Difficoltà di orientamento: nessuna

Attrezzature: nessuna

 

Croce di vetta: no

Ometto di vetta: no

Libro di vetta: no

Timbro di vetta: no

Riferimenti:

Consigliati:

 

Periodo consigliato:  tutto l’anno

 

Da evitare da farsi in:

 

Dedicata a: chi ama esplorare i colli sotto casa

 

Condizioni del sentiero: ben segnato, pulito e curatissimo

 

Percosso idoneo per portare cane al seguito: assolutamente si



Cartografici: IGM Friuli – Tabacco 028
2) Bibliografici:
3) Internet: 

Data dell’escursione: 13 settembre 025

 

Data di pubblicazione della relazione:


Malfa

 

Colli e buoi dei paesi tuoi, parafrasando il detto in questa bella escursione mi dedico ai colli morenici che sovrastano Sequals, cittadina posta a ridosso del torrente Meduna. L’intenzione, poi riuscita, è quella di compiere un anello con partenza da Sequals, dalla piazza prospicente il municipio, ascendere sino al colle panoramico Col Palis , proseguire sino al Castello di Solimbergo e di seguito, dopo essere transitato per il precedente borgo citato, aggirare un colle a oriente della frazione e tramite una carrareccia prima e un bel sentiero dopo,  scendere a oriente di Sequals, al ridosso della chiesa di San Nicolò e di seguito raggiungere il punto di partenza.

La bella giornata stimola il passo, e una volta raggiunta a località, io e il mio fido scudiero Klimt ci approntiamo per questa nuova avventura. Dopo pochi metri dal palazzo comunale diparte un bel percosso chiamato “Sentiero del Cretroi”, fatto già in passato, quindi inizio a godermi la passeggiata. Dopo pochi metri odo un rumore, il tipico dei decespugliatori, quattro giovani volontari procedono in fila come soldati  in pattuglia con l’arnese in mano, ma non uccidono, bensì puliscono il sentiero affinché il viandante possa avere un comodo cammino. Mi fermo con loro a chiacchierare, li ringrazio dell’opera che fanno, ed avendola fatta anch’io in passato so quello che significa, sacrificare i giorni liberi per dedicarli al prossimo, a parole siamo tutti bravi , nei fatti sono i soliti che operano. Quello che ammiro in questi volontari incontrati è l’età, giovanissimi e con sani principi, è stato davvero un bel incontro. Proseguendo per il sentiero raggiungo la cresta, ripida ma mi porta su un pulpito panoramico da dove scruto dall’alto il noto ponte che  dà sul torrente Meduna, mi pare di rivivere un noto film, “Quell’ultimo Ponte”, pochi passi avanti e raggiungo il sito panoramico del Col Palis, il punto goniometrico più alto è poco più in là, ci sono stato in passato, adatto a Indiana Jones.

Un grande masso con un sasso tondo è il monumento naturale a questo pulpito, mentre una roccia pulita da erbacce è il punto di appoggio. Sgancio lo zaino, lo adagio per terra ed effettuo la pausa religiosa che tutti gli escursionisti svolgono quando raggiungono una la vetta, la contemplazione del Creato! Dall’alto, lo sguardo, oltre a dominare il paesello di Sequals vola nella pianura racchiusa tra i colli di Usago e i colli di Lestans, piccole levazioni sorte durante l’ultima glaciazione, e all’interno una pianura con una concentrica depressione, ed è quello che rimane di un enorme stagno preistorico. La fantasia vola, e io immagino il laghetto con delle palafitte abitate ai margini di esso, mentre l’uomo è dedito alla caccia o alla pastorizia, percepisco una sensazione di pace, e il mio pensiero anche oggi vola alla povera gente di Gaza, che vorrebbero vivere un simile stato di beatitudine, e invece muoiono giorno dopo giorno a causa di un bestiale nemico e alla nostra indifferenza. Non si può rimanere indifferente, la ruota gira, e finché siamo in questo mondo potrebbe toccare a noi. Ogni giorno mi chiedo come fa il genere umano a essere indifferente, me lo chiedo sin da bimbo, e gli stessi egoisti poi piangono per un graffio all’auto, per una piccola frattura, per un lieve malore, mi chiedo se non siamo noi quelli da estinguere come specie, ma mi consola che non sono indifferente e non sono l’unico, e anche un’immagine, una bandiera, un messaggio visivo è meglio del nulla! Klimt sembra apprezzare il mio pensiero, se a Gaza i bimbi muoiono di fame, immagino che sia peggio per gli animali domestici, mi consola avere la sua consolazione e il suo appoggio che leggo nel suo sguardo, meglio di certi bipedi che incrocio spesso! Approfitto della pausa per mangiare una mela, e dopo si riprende il cammino. Il sentiero sempre ben battuto guadagna leggermente quota, arrivando in un luogo idoneo a fare picnic, tavoli e panche e punto panoramico, di seguito, seguendo le chiare indicazioni sui cartelli scendo vistosamente nel bosco fino ad incrociare la carrareccia che a Solimbergo conduce al castello omonimo. Pochi metri di sentiero ed eccoci a ridosso del magnifico rudere, con una arcata d’ingresso ancora intatta e all’interno del perimetro un torrione che pare non abbia subito il tempo. Ispeziono come un turista il maniero, lo circumnavigo e ammiro il paesaggio che stavolta dà sulla pianura a occidente, fino a Maniago e alle vette che dominano la cittadina friulana. Ogni volta che sono in un maniero mi identifico nel luogo, i soldati, di mestiere, a volte era un duro lavoro come noioso nei periodi pace, e non viene difficile percepire i loro pensieri, i loro sogni, il brandire delle spade per esercitarsi, o il tipico soffio degli archi che lanciano frecce su manichini, simulando il nemico che forse un giorno cingerà in un virulento assalto la fortezza, ma sono uomini come noi oggi, famiglie da mantenere, e la pace la sognavano più loro perché sarebbero stati i primi a perire in caso di guerra.  Lascio il maniero con una sensazione di serenità, stavolta provo a percorrere il sentiero posto proprio a oriente del castello, esso scende rapidamente a Solimbergo, sicuramente è l’antica via di accesso al maniero. Da Solimbergo una stradina interna mi conduce alla piazza dominata dalla grande chiesa, mi chiedo come mai queste enormi tempi in piccole frazioni, un tempo il credo religioso era molto più sentito! Da Solimbergo mi porto a nord del paesello, attraverso l’arteria che conduce a Meduno, e imbocco una stradina, che pochi metri dopo assume il suo aspetto campale, conducendomi tramite una delle diramazioni a occidente del colle che protegge a oriente la frazione, e di seguito tramite la stessa stradina di campagna, seguendo i chiari cartelli esplicativi a giungo a ridosso di una remota lavanderia, dove una volta le donne delle frazioni lavavano i panni, un viaggio all’interno delle tradizioni delle comunità. Un cartello con la scritta Sequals mi consiglia di iniziare una breve salita, per poi proseguire per comodo sentiero, e di seguito in discesa sino alla periferia di Sequals, una torre di avvistamento della forestale, è segno che sono sul sentiero giusto, anche qui immagino un soldato romano del periodo augusteo presidiare l’arteria. Di seguito la carrareccia mi porta  sulla strada che conduce da Sequals a Usago, pochi metri prima dell’originale architettura della piccola chiesetta di San Nicolò. La mia avventura volge al termine, per le strade noto uno strano locale dove gli evidenti segni sono un richiamo a un periodo buio della nostra storia, dimentico subito per non rovinarmi la magnifica escursione, e pochi metri ancora sono all’auto, al punto di partenza. Anche oggi un bel giro all’insegna del mio Dio, la natura.

Malfa.


















































































 

Nessun commento:

Posta un commento