Torre Bennistra
Dislivello complessivo: 220 m.
Distanza percorsa in Km: 13 chilometri
Quota minima partenza: 0 m.
Note tecniche.
Localizzazione: località di Scopello, nei pressi della Riserva naturale dello Zingaro in provincia di Trapani
Avvicinamento: Palermo-Autostrada per Trapani, uscita
Castellamare del Golgo-Indicazioni per Scopello.
Dislivello: 202 m.
Dislivello complessivo: 220 m.
Distanza percorsa in Km: 13 chilometri
Quota minima partenza: 0 m.
Quota massima raggiunta: 202 m.
Tempi di percorrenza escluse le soste: 3 ore
In: solitaria
Tipologia Escursione: escursionistica-paesaggistica
Difficoltà: escursionistica
Segnavia: no
Impegno fisico: basso
Preparazione tecnica: bassa
Attrezzature: no
Croce di vetta: no
Ometto di vetta: no
Libro di vetta: no
Timbro di vetta: no
Riferimenti:
1)
Cartografici:
IGM Sicilia - Tabacco.
2) Bibliografici:
3) Internet:
2) Bibliografici:
3) Internet:
2)
Periodo
consigliato:
3)
Da
evitare da farsi in:
Condizioni del
sentiero:
Fonti d’acqua:
Consigliati:
Data: 26 luglio 2019
Il “Forestiero Nomade”
Malfa
Malfa
Cos’è la libertà? Quali
sensazioni mi trasmette? La libertà è una bellissima sensazione che provo
quando faccio qualcosa di insolito, e spesso mi riporta ai ricordi legati alla
fanciullezza, qualcosa difficile da definire ma che mi fa stare bene.
Questa meravigliosa emozione l’ho provata in
più momenti l’estate appena trascorsa in Sicilia, e l’escursione che sto per
raccontare è stata una di queste circostanze.
Doveva essere una gita
fuori porta come tante altre, mi riferisco alle giornate a mare dei
palermitani, che avendo la fortuna di vivere in una terra meravigliosa, possono
scegliere ogni volta in quale angolo del paradiso dirigersi. Per l’occasione
siamo diretti a Scopello, località turistica sita al confine della Riserva naturale
dello Zingaro in provincia di Trapani.
Giungiamo con due auto
alla baia Seno di Guidaloca, malgrado l’ora mattutina la spiaggia già pullula
di bagnanti.
Avviso la famiglia (moglie,
sorella, cognato e nipoti) che momentaneamente non farò parte del gruppo bagnanti
e che mi sarei diretto presso i faraglioni che distano pochi chilometri.
Scarponi ai piedi e
zaino in spalle, parto, avviandomi per la meta, naturalmente dopo aver
indossato l’immancabile bandana. L’emozione alla partenza è vibrante, osservo
il cielo di Sicilia, di un azzurro intenso, e in lontananza scruto i monti di
cui ignoro i nomi, ma che sono carichi di storia.
Nel percorrere la statale, gioco e comunico con
l’ombra che spesso con il fare da birbantella mi precede. Peregrinare per questa
lunghissima arteria mi dà quel senso di libertà che descrivo all’inizio del
racconto, la strada vagamente mi richiama alle infuocate vie della California.
Cammino, cammino e
cammino ancora, non so quanto dista la mia meta, ma sicuramente è laggiù, in
fondo a destra. Dopo alcuni chilometri la strada diventa panoramica, dominando
il golfo che precede i faraglioni. Lo spettacolo e la commozione mi colgono di
sorpresa.
È tanto seducente la
mia terra di origine, sono rapito e trovo difficoltoso disincantarmi e procedere
nell’escursione.
Dopo poche centinaia
di metri, delle rocce aggettanti a picco sul mare dal profilo antropomorfo attirano
la mia attenzione, scendo attraverso una stradina secondaria all’interno di un
agrumeto, essa mi porta in prossimità di una dimora costruita sulla roccia a
picco sul mare.
Improvvisamente si apre un cancello, da esso esce
un’auto che si ferma davanti a me, da dentro l’abitacolo scorgo un bel volto di
donna che mi consiglia di seguire un ‘altra strada se desidero visitare i
faraglioni e la tonnara. Le rispondo che sono attratto dalle forme della roccia
che domina l’abitazione. Le chiedo se devo rinunciare alla visita, cordialmente
e con un bel sorriso mi invita a procedere, la gentile madame ha intuito dal
modo in cui mi sono posto che non sono cattivo, ma un turista innamorato del
luogo.
Visitato l’incantevole
spazio che circonda l’abitazione, mi dirigo verso i faraglioni, seguendo il sentiero
naturalistico indicato dalla cartellonistica. Dopo pochi metri mi ritrovo a
ridosso di una esposta parete rocciosa, che domina dall’alto la tonnara di Scopello,
il paesaggio è da cartolina, davvero incantevole. Per alcuni minuti mi godo il
tutto, poi procedo verso i faraglioni, ma l’ingresso è bloccato da una biglietteria
turistica. L’angolo di paradiso è stato privatizzato, trovo sgradevole e giusta
la cosa, se si vuol curare il sito bisogna avere introiti, nulla da obiettare.
Rinuncio alla visita a
pagamento e decido di dirigermi a occidente, in direzione di una torre di
avvistamento, che naturalmente trovo inglobata dentro un residence. Impavido non
demordo e proseguo l’escursione; durante il cammino una volpe scarna e
distratta mi attraversa la strada.
A settentrione, in mezzo
alla campagna, noto una torre, essa sormonta un cocuzzolo roccioso e attira il
mio interesse, quindi decido di farle visita. Si tratta della Torre Bennistra,
detta anche Bennisti, sono i resti di una fortificazione di difesa costiera che
faceva parte del sistema di torri costiere della Sicilia. Affidandomi
all’intuito mi inoltro nelle strade di campagna che mi portano dentro il caratteristico
e antico borgo di Scopello, ne approfitto per fare provviste in una bottega, acquistando
il noto” Pani Cunzatu” (pane condito), e subito dopo mi rilasso in una breve
visita all’affascinate e caratteristico Baglio dello stesso borgo.
La torre Bennistra, bene
in vista, è sempre più vicina, dal borgo dista circa alcune centinaia di metri.
Fuori dal villaggio percorro una carrareccia dentro un uliveto, ed eccomi alle
pendici del monticello dominato dalla torre saracena, ma non trovo il sentiero
d’accesso. Un cancello tra gli uliveti mi spranga la via più comoda, l’accesso
è privato, quindi mi porto di alcuni metri indietro e decido di raggiungere la
meta per arrampicata libera, tra rocce e piccole palme. L’ascesa è affascinante
e breve con passaggi di primo grado. Da
sotto il torrione dopo pochi minuti mi ritrovo a ridosso di un una staccionata e
subito dopo un cartello esplicativo per turisti.
Contemplando a oriente
scopro l’autentica via di accesso, la percorrerò al ritorno.
Salgo i gradini che mi
portano alla sommità della torre, e raggiunta quest’ultima mi godo il paesaggio.
Un forte vento spira da ovest, e questo amplifica il fascino dell’avventura.
Giro intorno al torrione e trovata una grande finestra strombata la utilizzo
come riparo per lo zaino. Abbassandomi di alcuni metri sul lato meridionale mi
riparo dai venti, e quindi decido di fare pausa. Mentre consumo
il” Pani Cunzatu”. mi delizio nell’osservazione del luogo, godendomi il
maestoso paesaggio. È davvero
strabiliante, l’Isola del Sole non smentisce la sua magnificenza.
Dall’alto della torre mi
pare di essere un principe nel godere dello splendore, e altre parole per
descrivere le incredibili sensazioni non trovo. Sosto il tempo necessario di alimentare
lo spirito, e una volta ripreso lo zaino mi avvio al rientro. Poco dopo, percorrendo
il sentiero del ritorno, incrocio una giovane coppia, sicuramente alla ricerca
di un angolo incantato per amoreggiare, sorrido e libero velocemente il luogo, cedendo
le dolci ore dell’amore ai fidanzatini.
Il viottolo che
percorro è comodo, e mi porta alla periferia del borgo di Scopello, da questo ultimo
a ritroso percorro la via dell’andata sino alla spiaggia, dove mi aspetta la parentela.
Malgrado l’affollamento della spiaggia, il mio pensiero vola alla Torre Bennistra,
lassù, nella beatitudine, me ne stavo in compagnia degli dei.
Il forestiero Nomade.
Malfa
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