Monte Krasji vrh e
Monte Debeliak da Drezniske Ravne
Note tecniche.
Avvicinamento: Da Cividale valicare il confine per la
Slovenia, superare la cittadina di Kobarid (Caporetto) e seguire le indicazioni
Dreznica e in seguito per Drezniske
Ravne.
Punto di Partenza: Pri Koritu (Ravne) quota 751 m.
Tempi di marcia escludendo le soste:
Dislivello complessivo in salita: 1000 m.
Distanza percorsa in Km: 17 km
Quota minima partenza: Pri Koritu (Ravne) quota 751 m.
Quota massima raggiunta: Monte Krasji vrh 1768
Condizioni Meteo: Sole intervallato da nuvole.
Segnavia: Sloveni con piccoli cerchi bianco-rossi, segni
indicanti le direzioni in rosso, cartelli di legno con indicazioni e tempo.
Fonti d’acqua : in prossimità delle Planine (fontane con
abbeveratoi).
Periodo consigliato: Per chi non ama la neve - dalla primavera
all’autunno.
Difficoltà: Escursionistiche
Cartografia consigliata. Karta Planinske zueve Slovenije Krn Kobardi.Tolmin 1:25 000; Julijske Alpe,
Alpi Giulie –Parco del Triglav 1:50 000;
Data: 01 giugno 2015
Condizioni del sentiero: Ottimo, su bellissima e comodissima
mulattiera.
Relazione.
Durante le ultime escursioni intorno al Krn (Monte Nero) mi
ero ripromesso di salire sul KRASJI vrh, la cima che domina in direzione sud ovest
la conca di Dreznica, meta frequentatissima di molti escursionisti. Visionando
alcune relazioni sul web e su questo forum ho dedotto che l’escursione non si
presenta tecnicamente difficile, l’ideale per farla con la mia compagna. Conoscendo
i cambiamenti improvvisi del meteo della conca di Dreznica, si decide di
arrivare in loco alle prime ore del mattino. Superato il valico di confine di Stupizza,
Kobarid, indicazioni per Dreznika, svoltando per la frazione di Drezniske Ravne
e risalendo la carrareccia con le indicazioni per Planine Planec. Giunti in località
Pri Koritu
(quota 751 m., fontana abbeveratoio) lascio l’auto nell’ampio
parcheggio. Pochi metri dopo, sulla destra della carrareccia è posto un
cartello con indicazioni toponomastiche, seguiamo quella per Vrata. Una comoda
mulattiera con leggera pendenza risale il pendio sulla destra, addentrandosi in
un bosco di faggi fino a incrociare la carrareccia, pochi metri dopo nei pressi
di un tornante un cartello ci invita seguire la direzione per Slap Curk
Planine. Si risale il sentiero, superando un cancelletto di legno di una
recinzione, giunti nella piccola conca attraversata da una carrareccia, la si
supera risalendo direzione nord est (Planina
Zaplec) seguendo il piccolo sentiero subito dopo le tabelle con
indicazioni. Il sentiero poco marcato con rari ometti di pietra costeggia la
parte terminale del secco impluvio, varandolo di seguito sulla sinistra fino a
guadagnare il margine superiore della conca prativa. Giunti davanti la recinzione la si passa tramite un cancelletto
di legno, raggiungendo la località di
Planina Zaplec posta a quota 1200,
tabella del parco sloveno del Triglav. Superiamo il cancello in metallo,
voltando alla sua sinistra aggirando la
recinzione, risalendo un esile traccia lungo la dorsale erbosa. La
traccia ci porta dentro il bosco fino a superare i ruderi di un vecchio
edificio, poche centinaia di metri dopo incontriamo la bella mulattiera che sale
da Ravne. La imbocchiamo a destra, pochi metri dopo troviamo un piccolo
cancello di legno con le indicazioni per la Planine Zaprikraj. Seguiamo quelle a
sinistra per il Krasji vrh, Il bosco si dirada sfiorando un costone dove si apre
una cavità artificiale, ci attrezziamo di torce frontali esplorando la galleria
bellica. Pochi metri dopo l’apertura dell’antro è posta in posizione dominante
una baita di legno con tetto rosso e tabella con indicazioni (Lovska Koka
Pretovc LD Dreznica) sicuramente adibita a casera di caccia. Continuiamo a
salire verso il Krasji vrh seguendo i numerosi bolli bianco rossi e le tabelle
indicatrici, addentrandoci in un’assolata faggeta fino ad arrivare a uno
sperone con bivio (quota 1450 metri) con indicazioni su cartelli e sulle rocce
per la vetta, seguiamo le indicazioni di sinistra. Il sentiero con una serie di
tornati risale l’assolato pendio erboso sud-occidentale del Krasji vrh,
dominando la sottostante conca di Kobarid. La mulattiera aggira il costone fino
a scorgere la cima e i tornanti disegnati sulla parete occidentale. E’
piacevole la salita, l’assolato pendio domina il paesaggio circostante, le
fioriture estive, i profumi dei fiori di prato inebriano la mente, e con la
fantasia pensiamo ai soldati alpini che marciavano verso il fronte, siamo
dentro la storia.
Su un piccolo cocuzzolo avvistiamo un gregge di capre, ci seguono
incuriosite, sorrido vedendo mia moglie alle prese con l’invadente esercito di
ruminanti, li allontano agitando i bastoncini da trekking e urlando in uno
strano un misto tedesco-slavo-siculo, obbediente il gregge si ritira sulla
postazione precedente, mi rendo conto che comandare uomini o capre alla fine
non è così differente, basta non farsi capire in modo imperativo! Le ultime rampe della mulattiera ci portano
sul filo di cresta, pochi metri ancora ed ecco la cima. La massima quota è
materializzata da un cumulo di sassi e
dal contenitore metallico del libro di vetta. Una nuvola avvolge la
continuazione della cresta a nord, non ci resta che firmare il libro di vetta, apporre
il timbro sulla cartina e scendere sul lato orientale del monte. Il sentiero
continua l’anello, ma per roccette e balze erbose. Perdiamo rapidamente quota,
dall’alto s’intuisce che il sentiero traverserà delle grandi doline trasformate
dai soldati italiani in un grande forte. Rapidamente siamo all’imbocco del
perimetro fortificato, sembra di entrare in un’acropoli del periodo miceneo,
dopo la porta in sassi un corridoio ci porta dentro la dolina. Saliamo sul
margine superiore del cratere, dove in calcestruzzo è costruita una postazione
per fucilieri, una targa sul muro ne ricorda i nomi di chi la difese! Un’ampia
galleria traforata in più direzioni, molti ganci appesi ai muri, forse per gli
zaini o fucili, dalle feritoie si domina la sella che collega il lato orientale
del Monte Krasji vrh con le pendici occidentali dell’Ursic (Vrsic). Dopo aver
ispezionato le gallerie, continuiamo in direzione sud superando una piccola
sella che divide due grandi doline, quella a sinistra è fortificata, quella a
destra è più profonda, al suo centro una gabbia in metallo protegge delle
granate inesplose. Superate le doline sotto un monticello ricoperto di mughi
notiamo la piccola colonna in pietra con decorazione floreale, sulla base è
incisa una dedica all’artigliere Sergente Maggiore Menna Vincenzo effettivo al
4° gruppo artiglieri di montagna. Onore al capopezzo morto per la patria. Riprendiamo
il cammino scendendo il dirupato versante, sfiorando i profondi e
impressionanti dirupi carsici, superata la selletta dopo l’orrido si costeggia un
inghiottitoio di grandi dimensioni. Il sentiero segnato prosegue a sinistra di una
mulattiera di guerra ben visibile per il muro di sassi su cui è costruita. Una
serie di tornanti leggermente invasi da sterpaglia ci porta a risalire il
pendio meridionale del Debeliak, la mulattiera porta fino all’ampia cresta. La
cima è un mucchio di sassi (quota 1627 m.) a ridosso del trincerone che solca il
lato settentrionale del monte. Ridiscesa a ritroso la mulattiera, riprendiamo
il cammino sul sentiero segnato, superando la casera di caccia dal tetto rosso,
arrivando al bivio davanti al cancello di legno dove il sentiero di destra
scende a Ravne, noi proseguiamo a sinistra per la Planine Zaprikraj. Si
attraversa una piccola conca con affioramenti carsici, inoltrandosi in un bosco
dove alcuni alberi rinsecchiti di grandi dimensioni rendono spettrale il
tratto. La boscaglia si dirada sopra la conca che ospita la Planine Zaprikraj,
attraversata quest’ultima superiamo una mandria di mucche che pascola. Ultimo
tratto sulla carrareccia che ci porta alla planina zapleg. Da qui ripercorriamo il sentiero
dell’andata fino a Pri Koritu (Ravne). Pranziamo sul tavolo e panche di legno poste
a tergo della fontana, completando l’escursione
con un' istruttiva visita al museo della Grande Guerra di Kobarid
(Caporetto). Rientro a Spilimbergo per Nova Gorica, costeggiando il sacro fiume
dell’Isonzo, “ciliegina sulla torta” per
un’emozionante e indimenticabile giornata.
Il vostro “Forestiero Nomade”
Malfa.
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