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mercoledì 3 giugno 2015

Monte Krasji vrh 1768 m.

Monte Krasji vrh e Monte Debeliak da Drezniske  Ravne
Note tecniche.
Avvicinamento: Da Cividale valicare il confine per la Slovenia, superare la cittadina di Kobarid (Caporetto) e seguire le indicazioni Dreznica e in seguito per Drezniske  Ravne.
Punto di Partenza: Pri Koritu (Ravne) quota 751 m.
Tempi di marcia escludendo le soste:
Dislivello complessivo in salita: 1000 m.
Distanza percorsa in Km: 17 km
Quota minima partenza: Pri Koritu (Ravne) quota 751 m.
Quota massima raggiunta: Monte Krasji vrh 1768
Condizioni Meteo: Sole intervallato da nuvole.
Segnavia: Sloveni con piccoli cerchi bianco-rossi, segni indicanti le direzioni in rosso, cartelli di legno con indicazioni e tempo.
Fonti d’acqua : in prossimità delle Planine (fontane con abbeveratoi).
Periodo consigliato: Per chi non ama la neve - dalla primavera all’autunno.
Difficoltà: Escursionistiche
Cartografia consigliata. Karta Planinske zueve Slovenije  Krn Kobardi.Tolmin 1:25 000; Julijske Alpe, Alpi Giulie –Parco del Triglav 1:50 000;
Data: 01 giugno 2015

Condizioni del sentiero: Ottimo, su bellissima e comodissima mulattiera.
Relazione.
Durante le ultime escursioni intorno al Krn (Monte Nero) mi ero ripromesso di salire sul KRASJI vrh, la cima che domina in direzione sud ovest la conca di Dreznica, meta frequentatissima di molti escursionisti. Visionando alcune relazioni sul web e su questo forum ho dedotto che l’escursione non si presenta tecnicamente difficile, l’ideale per farla con la mia compagna. Conoscendo i cambiamenti improvvisi del meteo della conca di Dreznica, si decide di arrivare in loco alle prime ore del mattino. Superato il valico di confine di Stupizza, Kobarid, indicazioni per Dreznika, svoltando per la frazione di Drezniske Ravne e risalendo la carrareccia con le indicazioni per Planine Planec. Giunti in località Pri Koritu
(quota 751 m., fontana abbeveratoio) lascio l’auto nell’ampio parcheggio. Pochi metri dopo, sulla destra della carrareccia è posto un cartello con indicazioni toponomastiche, seguiamo quella per Vrata. Una comoda mulattiera con leggera pendenza risale il pendio sulla destra, addentrandosi in un bosco di faggi fino a incrociare la carrareccia, pochi metri dopo nei pressi di un tornante un cartello ci invita seguire la direzione per Slap Curk Planine. Si risale il sentiero, superando un cancelletto di legno di una recinzione, giunti nella piccola conca attraversata da una carrareccia, la si supera risalendo direzione nord est (Planina  Zaplec) seguendo il piccolo sentiero subito dopo le tabelle con indicazioni. Il sentiero poco marcato con rari ometti di pietra costeggia la parte terminale del secco impluvio, varandolo di seguito sulla sinistra fino a guadagnare il margine superiore della conca prativa. Giunti davanti la  recinzione la si passa tramite un cancelletto di legno, raggiungendo  la località di Planina  Zaplec posta a quota 1200, tabella del parco sloveno del Triglav. Superiamo il cancello in metallo, voltando alla sua sinistra aggirando la  recinzione, risalendo un esile traccia lungo la dorsale erbosa. La traccia ci porta dentro il bosco fino a superare i ruderi di un vecchio edificio, poche centinaia di metri dopo incontriamo la bella mulattiera che sale da Ravne. La imbocchiamo a destra, pochi metri dopo troviamo un piccolo cancello di legno con le indicazioni per la Planine Zaprikraj. Seguiamo quelle a sinistra per il Krasji vrh, Il bosco si dirada sfiorando un costone dove si apre una cavità artificiale, ci attrezziamo di torce frontali esplorando la galleria bellica. Pochi metri dopo l’apertura dell’antro è posta in posizione dominante una baita di legno con tetto rosso e tabella con indicazioni (Lovska Koka Pretovc LD Dreznica) sicuramente adibita a casera di caccia. Continuiamo a salire verso il Krasji vrh seguendo i numerosi bolli bianco rossi e le tabelle indicatrici, addentrandoci in un’assolata faggeta fino ad arrivare a uno sperone con bivio (quota 1450 metri) con indicazioni su cartelli e sulle rocce per la vetta, seguiamo le indicazioni di sinistra. Il sentiero con una serie di tornati risale l’assolato pendio erboso sud-occidentale del Krasji vrh, dominando la sottostante conca di Kobarid. La mulattiera aggira il costone fino a scorgere la cima e i tornanti disegnati sulla parete occidentale. E’ piacevole la salita, l’assolato pendio domina il paesaggio circostante, le fioriture estive, i profumi dei fiori di prato inebriano la mente, e con la fantasia pensiamo ai soldati alpini che marciavano verso il fronte, siamo dentro la storia.
Su un piccolo cocuzzolo avvistiamo un gregge di capre, ci seguono incuriosite, sorrido vedendo mia moglie alle prese con l’invadente esercito di ruminanti, li allontano agitando i bastoncini da trekking e urlando in uno strano un misto tedesco-slavo-siculo, obbediente il gregge si ritira sulla postazione precedente, mi rendo conto che comandare uomini o capre alla fine non è così differente, basta non farsi capire in modo imperativo!  Le ultime rampe della mulattiera ci portano sul filo di cresta, pochi metri ancora ed ecco la cima. La massima quota è materializzata da un  cumulo di sassi e dal contenitore metallico del libro di vetta. Una nuvola avvolge la continuazione della cresta a nord, non ci resta che firmare il libro di vetta, apporre il timbro sulla cartina e scendere sul lato orientale del monte. Il sentiero continua l’anello, ma per roccette e balze erbose. Perdiamo rapidamente quota, dall’alto s’intuisce che il sentiero traverserà delle grandi doline trasformate dai soldati italiani in un grande forte. Rapidamente siamo all’imbocco del perimetro fortificato, sembra di entrare in un’acropoli del periodo miceneo, dopo la porta in sassi un corridoio ci porta dentro la dolina. Saliamo sul margine superiore del cratere, dove in calcestruzzo è costruita una postazione per fucilieri, una targa sul muro ne ricorda i nomi di chi la difese! Un’ampia galleria traforata in più direzioni, molti ganci appesi ai muri, forse per gli zaini o fucili, dalle feritoie si domina la sella che collega il lato orientale del Monte Krasji vrh con le pendici occidentali dell’Ursic (Vrsic). Dopo aver ispezionato le gallerie, continuiamo in direzione sud superando una piccola sella che divide due grandi doline, quella a sinistra è fortificata, quella a destra è più profonda, al suo centro una gabbia in metallo protegge delle granate inesplose. Superate le doline sotto un monticello ricoperto di mughi notiamo la piccola colonna in pietra con decorazione floreale, sulla base è incisa una dedica all’artigliere Sergente Maggiore Menna Vincenzo effettivo al 4° gruppo artiglieri di montagna. Onore al capopezzo morto per la patria. Riprendiamo il cammino scendendo il dirupato versante, sfiorando i profondi e impressionanti dirupi carsici, superata la selletta dopo l’orrido si costeggia un inghiottitoio di grandi dimensioni. Il sentiero segnato prosegue a sinistra di una mulattiera di guerra ben visibile per il muro di sassi su cui è costruita. Una serie di tornanti leggermente invasi da sterpaglia ci porta a risalire il pendio meridionale del Debeliak, la mulattiera porta fino all’ampia cresta. La cima è un mucchio di sassi (quota 1627 m.) a ridosso del trincerone che solca il lato settentrionale del monte. Ridiscesa a ritroso la mulattiera, riprendiamo il cammino sul sentiero segnato, superando la casera di caccia dal tetto rosso, arrivando al bivio davanti al cancello di legno dove il sentiero di destra scende a Ravne, noi proseguiamo a sinistra per la Planine Zaprikraj. Si attraversa una piccola conca con affioramenti carsici, inoltrandosi in un bosco dove alcuni alberi rinsecchiti di grandi dimensioni rendono spettrale il tratto. La boscaglia si dirada sopra la conca che ospita la Planine Zaprikraj, attraversata quest’ultima superiamo una mandria di mucche che pascola. Ultimo tratto sulla carrareccia che ci porta alla planina  zapleg. Da qui ripercorriamo il sentiero dell’andata fino a Pri Koritu (Ravne). Pranziamo sul tavolo e panche di legno poste a tergo della fontana, completando l’escursione  con un' istruttiva visita al museo della Grande Guerra di Kobarid (Caporetto). Rientro a Spilimbergo per Nova Gorica, costeggiando il sacro fiume dell’Isonzo,  “ciliegina sulla torta” per un’emozionante e indimenticabile giornata.
Il vostro “Forestiero Nomade”

Malfa.






































































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