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giovedì 18 giugno 2015

Creta Grauzaria (2065 m.)



L’estate ormai è un ricordare le cime conquistate. Questo weekend il meteo mette bello, e nella mente mi balena solo un nome: -Creta Grauzaria con un sentimento misto tra timore e amore. Timore per il suo rifiuto, la vocina interiore che mi guida, amore perché a detta di molti che l’hanno conquistata è una bella cima, alpinistica e selettiva. Partito come sempre presto sono arrivato nel parcheggio per il rifugio della Grauzaria. Tutto intorno al buio, indossata l’armatura, mi avvio per il sentiero che sale al rifugio Grauzaria. La traccia superate le case Stallon del Nanghet, si addentra nel boschetto (sentiero 437). Sbuco su un’altura, dove posso ammirare la sfinge della Grauzaria. Dopo aver traversato un torrente passo sotto il rifugio della Grauzaria, seguendo le indicazioni che portano a sinistra, subito dopo il torrente. Sentiero 444 che mi porta dritto per pendenza crescente agli sfasciumi del Portonat. Oserei definirlo luogo ideale come scenografia dove immaginare l’inferno, aspro e in continuo movimento per via dello sfasciume delle sue rocce, la luce è quasi assente nelle sue grigie pareti. Si sale per piccole cenge e salti sul lato destro fino a incanalarsi in un ghiaione con forte pendenza risalendolo fino a una piccola paretina (quota 1700 circa). Superato questo salto, in arrampicata libera (1° grado) che al ritorno aggiro sulla sinistra per sfasciumi; risalendo seguo un esile sentiero che sempre costeggiando la parete destra mi porta fino a un’ampia sella (quota 1860) qui le tracce si dividono, il 444 scende giù nel canalone disegnando il bellissimo anello attrezzato della Grauzaria. A sinistra alla base dello sperone roccioso è posta la famosa paretina di 10 metri, descritta in molte relazioni. Indossato il casco, mi cimento sulla paretina per superarla, provo e riprovo, ma non mi fido, riprovo sul lato destro, dove è segnata con bolli rossi, arrivando a metà parete, mi fermo a pensare. La vocina interiore mi dice:- Ritenta un’altra volta e sarai più fortunato. Insicuro lascio la presa cautamente, mesto e un po’ deluso. Mi fermo sull’orlo del canalone ghiaioso e sento delle voci in lontananza.Noto tre figure giovanili che risalire il ghiaione venire su, uomini, dopo una diecina di minuti mi si materializzano davanti, sono dei simpatici e agguerriti ultracinquantenni all’assalto della Grauzaria. Chiedo se c’è posto, confessando l’ennesima sconfitta e simpaticamente mi aggregano alla ciurma. Ridendo e scherzando ripercorro il dislivello che mi separa dal muro del pianto (la malefica paretina). I nomi dell’allegra combriccola sono Agostino, Edi e Adriano. Edi è l’esperto del gruppo, e di comune accordo si decide di lasciare gli zaini sotto la parete e andare in vetta solo con acqua e guanti, e 20 metri di cordino che si rivelerà inutile.  Il superamento della parete si rivela più facile del previsto, effetto della compagnia ?!  Si attraversa la breve cengia e di seguito, per canalini e brevi rampe rocciose (primo grado), fino a incontrare la cengia esposta, brevi tratti innevati con neve morbida che si rivelano meno difficili rispetto alle attese. Molti sono gli appigli sicuri e gli appoggi stabili. L’attraversamento sul corpo principale del monte avviene tramite una piccola ed esposta cengia. Superiamo gli ultimi due salti rocciosi di primo grado per poi uscire sull’esile crestina dove è posta una madonnina, un ultimo salto e siamo su un fazzoletto di roccia, la vetta! Croce, libro di vetta e uno strano prisma, forse il remoto basamento della madonnina. Abbracci, foto di rito e uno scherzare per scaricare la tensione. Scrivo sul libro di vetta, la visuale è velata dalle nuvole che rendono l’atmosfera surreale, si aspetta un po’ nella speranza che si diradino le nuvole e si apra il cielo, niente da fare! Si rientra, con cautela, Adriano ed io con calma, Agostino ha messo il turbo, chiude la colonna Edi. Si superano gli ultimi ostacoli in discesa fino alla paretina (croce e delizia), che affrontiamo con cautela. Toccata Terra (Il Portonat) scorgiamo una ragazza (slovena) ferma e indecisa sul da farsi.
Del gruppo sono l’unico che conosce poche parole d’inglese, riesco a comprendere che è indecisa se andare su in cima alla Grauzaria in solitaria (la capisco). Nelle nostre espressioni si è materializzato un grande punto interrogativo, lasciamo l’eroica d’oltre confine ai suoi dubbi e scendiamo verso il rifugio. Giunti al mitico Grauzaria, beviamo qualcosa, birra (loro) ed io un ottimo sambuco, conversando sulla montagna, tra cui il nuovo libro sulle ferrate di R.Mazzilis e poi di corsa per sentiero d’andata verso le auto. Nel frattempo il cielo si annuvolava aumentando il mistero sull’escursionista
slovena.


Note: Sentiero escursionisti esperti fino al “Portonat”, dopo la piccola parete (2° grado +) il sentiero è alpinistico.
Il punto più
difficile e critico è la parete di 5 metri, dopo la progressione diventa divertente (sempre con la dovuta cautela). I passaggi successivi di primo grado non sono eccessivamente esposti, attenzione alla crestina finale prima della vetta. 
Ho trovato i sentieri meno friabili da come descritto su alcune relazioni, raccomandato il casco.
Un grazie particolare agli amici incontrati, con qui ho condiviso l’indimenticabile avventura.  Una vecchia canzone dei Beatles sarà la colonna sonora di questa splendida giornata.“With a Little Help from My Friends “














































                                            
                                          Creta Grauzaria (2065 m.)
Note tecniche.
Avvicinamento: Moggio Udinese (Val Apua)
Punto di Partenza: Stallon de Nanghet q 700 m.
Tempi di marcia escludendo le soste:
Dislivello complessivo in salita: 1335 m.
Distanza percorsa in Km: 10 km
Quota minima partenza: 700 m.
Quota massima raggiunta: 2065 m.
Tempo: Soleggiato.
Segnavia: Sentieri CAI 444; 446.
Fonti d’acqua: Prima del Portonat.
Periodo consigliato: Da giugno a Ottobre.
Difficoltà: Escursionisti esperti con il tratto finale alpinistico.
Cartografia consigliata. Tabacco 018
Data: Venerdì 20 settembre 2013.
Condizioni del sentiero: Ottime.

                                      Il vostro “ Forestiero Nomade”.
Malfa.

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