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martedì 22 luglio 2025

Monte San Lorenzo ( Maniago).

Monte San Lorenzo ( Maniago).

10 luglio 2025.

Con passo lento e sguardo curioso, io e il mio amico Klimt, ci avventuriamo nella periferia montana di Maniago, a caccia ( io) di ricordi, e nuove sensazioni ( Klimt). Il dí è propizio per una ascesa dal valore sacro e simbolico. Il piccolo monte San Lorenzo è frequentato dall'uomo sin dai primordi delle civiltà. Un arteria romana conduceva alla Val Colvera, un tempo preclusa ai più, ed è affascinante ancora ripercorrerne il tratto, e di remoto sa anche la Malga Gravena, anni fa era utilizzata da un discendente dei Troiani, ora è di nuovo disabitata e malgrado ciò serba ancora tutte le caratteristiche degli stavoli, dal fogolar alle stalle per gli animali. Curiosare all'interno è un viaggio immaginario in una civiltà ormai smarrita nei ricordi dei pochi anziani ultra ottuagenari ancora in vita. il Sentiero che dalla Malga conduce alla vetta del monte è ripidissimo, quasi proibitivo per chi non ha fiato, ma ben battuto. Proprio sotto i prati sommitali si apre sulla pianura, e grazie alla cortesia delle fronde degli alberi che si aprono al cielo si può ammirare lo splendido paesaggio. E spesso mi fermo ad ammirare e ad osservare un edificio e in particolare una finestra, dove per 6 lustri mi rilassavo da essa ad ammirare i monti circostanti. Ripreso il cammino , a ridosso dei prati e in vista di una croce posta sul pulpito panoramico, mi siedo su una zolla d'erba e mi preparo per il tratto finale, quello più poetico. Proprio durante la sosta, dal basso una bellissima fanciulla , dalle movenze di dea e dal dolce viso di fanciulla sbuca dal basso, ci salutiamo con un sincero sorriso, le auguro un buon cammino, ed ella con una voce delicata e sublime mi ringrazia, dirigendosi sul pulpito panoramico. Rimango basito e penso! " Ella non è umana, è Artemide, e anche oggi, come sempre mi appare durante il mio vagare per monti". Sono così felice di averla riconosciuta, che non voglio disturbarla , e con passo lieve mi dirigo verso la chiesetta di San Lorenza, un'antica pieve posta come un castello di guardia sulla cittadina dei coltelli. Raggiunta la chiesetta, lascio lo zaino e il mio compagno di viaggio all'esterno, e visito l'interno. Malgrado io sia agnostico, un fascino mistico mi cattura, la semplicità dell'edificio religioso è accattivante, e per la seconda volta in vita mia ne sono rimasto incantato. Lasciato un segno del mio passaggio ( firma su un quaderno dei visitatori) proseguo per la vetta fisica del monte, altro tratto ripido, ma abbandonato dal passo dell'uomo, camminando ricordo il vecchio tracciato, finché raggiunta la cima pianto i bastoncini sulla morbida terra, segno della conquista. Dal pulpito ispeziono il paesaggio, molto mi è noto di esso, dalla cresta del Raut ai colli sottostanti, tante emozioni rivissute in pochi attimi. Dopo la foto di rito, con il mio amico decidiamo di rientrare, e per lo stesso sentiero dell'andata. Il rientro è rapido, stavolta effettuo poche foto, e sul pulpito panoramico non vedo più la dolce figura della dea. Raggiunta l'auto, volgo lo sguardo al monte, ringraziando Artemide per un altro dì vissuto nel suo regno.

Malfa.