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giovedì 24 luglio 2008

Monte Zermula 2143 m. dal Passo del Cason di Lanza.

 
Anello dello Zermula (2143 m) da Cason di Lanza.

Note tecniche.

Localizzazione: Alpi carniche Orientali.

Avvicinamento: Tolmezzo-ArtaTerme-Pauluzza-Treppo Carnico-Ligosullo-Paularo- Indicazioni per Il Passo di Cson di Lanza.

Punto di Partenza: Passo di Cason di Lanza quota 1552 m.

Tempi di marcia escludendo le soste: 7 ore.

Dislivello in salita: 700 m.

Dislivello complessivo:1500 m.

Distanza percorsa in Km: 24,5 km

Quota minima partenza: 1552

Quota massima raggiunta: 2143 m.

Condizioni Meteo:

Segnavia: Sentiero CAI 442a.

Fonti d’acqua: Lungo il sentiero fino a quota 1700.

Difficoltà: Escursionistico.

Attrezzature: Nessuna.

Cartografia consigliata. Tabacco 09.

Data: 24 luglio 2008

Condizioni del sentiero: Ben tracciato e segnato.

Periodo consigliato: da giugno a settembre.

 

Il vostro “Forestiero Nomade”. Malfa.

 
Come sempre sveglia alle prime ore del mattino, riprovo la montagna dello Zermula, pochi giorni dopo che mi respinse. Avevo raggiunto quota 1900 prima di essere coperto da nuvoloni neri. La giornata odierna come meteo promette bene.  Giungo a Passo del Cason di Lanza alle 06:30, zaino in spalle, si parte per questa nuova avventura, in compagnia del fido Magritte. Alcuni soffi di vento mi gelano dopo aver superata la casermetta della finanza posta a meridione del rifugio dell’omonimo passo, mi copro per bene. Seguo le indicazioni per il monte Zermula (sentiero 442a) che risalendo il pendio erboso attraversa una depressione umida, alla base del bel torrione del Zuc della Guardia. La traccia ben marcata guadagna facilmente la forca di Lanza, dove il sentiero devia a destra risalendo l’erboso crinale che mi porta alla base delle pareti rocciose dello Zermula. La progressione è poco faticosa, mi accompagnano le bellissime immagini del panorama a meridione, dove il Sernio domina la scena. Raggiunta la base rocciosa del profilo orientale dello Zermula, il sentiero muta in un’affascinante mulattiera bellica, scavata nella roccia durante la Grande Guerra. Il suo calpestio è ampio, e taglia longitudinalmente il sinuoso profilo del versante meridionale del monte fino al Cuel di Creta. La mulattiera sovrasta i ripidi pendii erbosi che dominano dall’alto il piccolo centro di Paularo, lungo il proseguo numerose lapidi testimoniano che la montagna non va sottovalutata. Guadagnati alcuni metri di dislivello la mulattiera raggiunge una piccola cappella dove è incastonata a rilievo madonnina con bambino, e sul basamento è posto il fregio del terzo battaglione alpini “Susa”. Alle spalle del piccolo manufatto si inerpica il sentiero per il ripido pendio erboso, fino a raggiungere la cresta dove è posta al suo vertice (quota 2143 m.) una croce con cassetta in metallo (libro di vetta). Dalla cima il panorama è superbo, lo Zermula dalla sua isolata posizione geografica domina il paesaggio circostante. Tra le cime spiccano l’inconfondibile mole della Creta di Aip e la più bella coppia delle Prealpi Carniche ” il signor Sernio e la sua gentil consorte Grauzaria”. Inebriato dal paesaggio e approfittando della magnifica giornata decido di compiere una piccola impresa, effettuare l’anello completo percorrendo lo Zermula da cima a cima e scendendo fino alla malga agriturismo “Zermula” (quota 1002 m.) e successivamente circumnavigando il monte a occidente fino a raggiunger il punto di partenza in Cason di Lanza. Niente male, le gambe e l’entusiasmo non mi mancano, la testa nemmeno, quindi, buona fortuna Malfa, si parte!

Ridiscendendo fino alla cappella militare, continuo l’escursione da oriente a occidente percorrendo la vecchia mulattiera. Non nascondo che con l’andare avanti l’emozione accresce, inebriata da una bellissima giornata solare. Davanti a me la lunghissima mulattiera, intervallata da brevi tratti in cresta, ruderi delle postazioni militari e le numerosissime gallerie scavate nella roccia, che si affacciano come pittoreschi paesaggi sul versante settentrionale, all’epoca presidiato dagli austroungarici. Passo continuamente tra camminamenti e resti di manufatti bellici, odo il vocio remoto dei soldati, basta solo socchiudere gli occhi e non mettere a fuoco per essere idealmente un attimo con loro. E se non bastasse, i colori, l’azzurro cielo, il verde incastonato nelle bianche rocce e l’esplosione di una meravigliosa fioritura estiva, rendono questo mio viaggio chimerico, al confine del sogno, sublimando la realtà vezzeggiata da un vento caldo e delicato. Oserei dire, non svegliatemi! Vi prego, non lo fate! Lasciatemi quassù in compagnia del mio Dio. Di tanto mi volto indietro a osservare il tratto percorso, la croce di vetta è lontana, già ne sento la nostalgia, ma il futuro è ancora più intrigante!

Raggiunta la punta estrema a occidente del “Cuel di Creta”, la mulattiera con una serie di serpentine perde rapidamente quota, una stella alpina nascosta tra le rocce mi delizia della sua unicità. La mulattiera ora si muta in carrareccia, traversando i dolci colli meridionali. Davanti il mio cospetto un paesaggio bucolico, una mandria di mucche indispettite da Magritte mi rendono avventuroso e divertente l’andare oltre. Supero una romantica malga (Casera Zermula), sospiro: - Come vorrei fermare il tempo e lasciarmi andare.

Mi tocca andare avanti, raggiungo il dislivello più basso dell’escursione, (esattamente la strada forestale che sale da Paularo), dove comincia la lunga risalita. Percorro in direzione est la carrareccia che segue l’andamento sinuoso del sottostante torrente Chiarsò, raggiugendo la quota di 971 metri. La mia attenzione viene attirata da un sentierino alla mia destra, do un occhiata alla mappa e fidandomi del mio senso di orientamento, lo seguo. Dapprima l’avventuroso ed ‘esile traccia risale un bosco di faggi, per poi ridiscendere e guadare il sorgente Chiarsò, superando un tratto selvaggio e un paio di piccole cascate d’acqua, per poi risalire e guadagnare la carrozzabile e con essa la quota più alta. Mi fermo ai bordi della strada a consumare il pasto con il mio fedele amico, scrutando il paesaggio circostante. Ripresomi in forze mi incammino per la lunghissima rotabile, ammirando le cime che circondano la stretta valle, fino a raggiungere il rifugio del Passo di Cason di Lanza. La struttura nel primo pomeriggio è affollata dalle auto dei villeggianti e da una nutrita mandria di mucche intente alla siesta pomeridiana. Felice e pieno di immagini, che difficilmente dimenticherò chiudo questa meravigliosa escursione, su uno dei monti più affascinanti della Carnia.

Il vostro “Forestiero Nomade”

Malfa.