Monte
Frau ( 2025) da Chiarsuela
Note
tecniche.
Localizzazione:
Dolomiti destra Tagliamento- Prealpi Carniche-
Avvicinamento:
Lestans-Toppo-Meduno- Lago di Redona-seguire indicazioni per Chievolis-
Indicazioni per Selva- Bivio per Chiarsuela- lasciare l’auto nello spiazzo
prominente la frazione
Regione:
Friuli-Venezia Giulia
Provincia
di: PN
.
Dislivello:
254 m.
Dislivello
complessivo: 278 m.
Distanza percorsa in Km: 1, 32
Quota minima partenza: 500 m.
Quota
massima raggiunta: 778
Tempi
di percorrenza escluse le soste: 3 ore
In:
coppia con Klimt
Tipologia
Escursione: selvatico-naturalistica
Difficoltà:
escursionisti esperti atti ad agire in ambiente selvatico e con tracce di
animali e privi di segni
Tipologia sentiero o
cammino: traccia di camoscio molto ripida
Ferrata- no
Segnavia:
no
Fonti
d’acqua: no
Impegno
fisico: alto
Preparazione
tecnica: media
Difficoltà
di orientamento: si
Attrezzature:
no
Croce di vetta: no
Ometto di vetta: si
Libro di vetta: no
Timbro di vetta: no
Riferimenti:
Consigliati: ramponi
da erba
Periodo
consigliato: tutto l’anno
Da evitare da farsi
in: con condizioni di terreno bagnato o gelato
Dedicata a: chi ama
andare i luoghi privi di tracce, segni, e con difficolta da animali selvatici.
Condizioni del
sentiero: nessun sentiero
Percosso idoneo per
portare cane al seguito: esattamente si
Cartografici: IGM Friuli
– Tabacco 028
2) Bibliografici:
3) Internet:
Data dell’escursione:
29 novembre 2025
Data di pubblicazione
della relazione:
Monte Frau da Chiarsuela.
Dopo il monte Ragogna Klimt ha preso gusto alle
cime, e l'indomani mattina, piuttosto che riposare le ossa mi propone di andare
di nuovo in montagna, stavolta mi ha chiesto la Val Tramontina, visto che la
settimana scorsa era venuto con me a trovare Gianni, e la vallata gli era
piaciuta tanto. In mente non ho nulla di chilometrico, qualche cima da dove
poter osservare dall'alto i monti, e mi viene in mente qualcosa di puramente selvatico,
ovvero Monte Frau che dall'alto domina il grazioso borgo di Chievolis.
Klimt immagina per colpa mia che in montagna si va
sempre a metà mattinata, e che da quando sono in quiescenza non me la sento più
di alzarmi all'alba, mi è bastato farlo per quasi nove lustri. Il giorno dell’escursione
si parte per la Val Tramontina che il sole è alto nel cielo, così arriviamo
nella magica vallata che i valleggianti sono attivi da ore. Con un occhio guido
e con l'altro mi ripasso i nomi delle cime che ben conosco, uno sguardo al lago
semivuoto e via per la meta, attraversando con l'auto uno dei ponticelli che
passano sul torrente Silisia, nell’occasione ghiacciati per via della bassa
temperatura. Procedo a memoria, imboccando la rotabile che risale le pendici
del monte Frau, e al bivio per Chiarsuela, poche rampe asfaltate ed
eccomi nella piazzola dove sosto l'auto. I camini della minuscola frazione
fumano, qualcuno lì abita ancora, fuori incontro una simpatica signora, si
inizia subito a dialogare con un radioso : “Buongiorno”. E di seguito: “Dove va? Ecc.
ecc. Naturalmente il mio accento tradisce le mie origini arabo normanne, e
subito dopo arriva un simpatico omino, stesse domande . Li rendo edotti che la
mia metà è alle spalle, ma il simpatico tramontino mi mette alla prova, mi
chiede se sono mai stato sul Buttignan, gli rispondo: "Ben due volte!
", e di seguito cito un elenco di nomi, cresta completa del Raut, Col di
Luna, i monti Crepa, Frascola, Valcalda, Roppa Buffon, Pizzo Lovet, ecc. ecc.
L'omino mi ferma, mi sorride e mi congeda con un ": Sei uno dei
nostri!". Superato il test di ammissione al monte, procedo, salutando
prima i simpatici montanari. Dalla frazione proseguo a nord- est per i prati
periferici, iniziando l’ascesa con un ripidissimo pendio, senza nessun
sentiero, ma strane percezioni di passaggi di caprioli. Seguo qualche zolla, poco
lineare per raggiungere la cresta, e dopo la faticosa ascesa la musica non
cambia, la ripidezza permane, cambia solo che sono in cresta, in bilico tra il
versante che dà sulla frazione di Chiaursela e l'altro che dà su Inglagna, e
più mi alzo di quota e più i tetti delle case sono piccini. Mi distrae di tanto
in tanto fermarmi e sedermi su una zolla d'erba ad osservare alle mie spalle la
magnifica mole del Monte Buttignan e le sagome delle piccole frazioni. Klimt mi
è complice nella contemplazione dell'infinita bellezza che mi circonda. Più mi ascendo
e più montagne si svelano, le più alte sono innevate. Mi trovo tra i monti, si Tramonti, a 360 gradi, e di tutte le specie,
un bel album di figurine da ammirare con gioia. Dopo duecento metri di
dislivello, mentre ero ancora intento ad ammirare Klimt inizia a latrare,
individua qualcosa nella boscaglia, lui non vede cosa è, ma io sì, è Tanit, la
dea della natura e Dea Madre, che racchiude sia il Sole che la Luna, e
naturalmente la fertilità e l'amore. Ella, la divina, veglia sul nostro cammino
e mi ha riconosciuto, mi sorride io ricambio.
La dea Tanit per fenici, che i greci chiamavano Artemide e i Romani Diana, si proprio
lei che racchiude il mio credo antico e poetico. Klimt con il tempo la
riconoscerà, ma oggi sono tranquillo che la dea veglia su di noi. La pendenza
costante per un breve tratto si fa lieve, per poi riprendere ola ripidezza fino all'ultimo tratto che
precede il cupolone sommitale. Tra i rami spogli cerco un ometto, mi pare che una
volta ci fosse, ed eccolo, proprio arcaico, composto con pochi sassi, nessuna
croce o madonnina e ne catafalchi, solo delle pietre irregolari. Anche oggi io
e Klimt abbiamo toccato il cielo, quindi, zaino a terra e merendina lui, ma
prima lo disseto e di seguito estraggo dallo zaino un termos con una buona
tisana ai frutti di bosco accompagnandola con una barretta energetica. Dopo le
foto di rito, lascio Klimt di guardia allo zaino, scendo di alcuni metri a
meridione, dove gli arbusti fanno spazio a un prato ingiallito, ritrovo il
vecchio ometto, ormai decaduto e ammiro la valle del lago di Tramonti dall’alto
con le cime circostanti, e lo sguardo vola sino alla pianura. Rientro dal mio amico, sono già le due del
pomeriggio, fra un'oretta il sole sarà dietro i monti, evito come nella volta
precedente la visita al borgo di Inglagna, rientro per lo stesso cammino
dell'andata, ricalcando le nostre orme sull'erba. Una discesa niente male,
visto che non ho portato al seguito i ramponi da erba; per fortuna i nuovi
scarponi in dotazione fanno bene il proprio dovere. Raggiunta la frazione di
Chiarsuela, l'odore di un camino attivo mi cattura e inebria , sicuramente
legna di faggio e carpino, e una volta raggiunta l'auto saluto Re Sole che si
appresta a tingere di rosso fuoco le creste della Val Tramontina. Ripresa
l'auto raggiungo la pianura, in un'altra dimensione di spazio-tempo, e constato
che il bel sogno è finito!
Malfa.

















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